I vini bergamaschi si presentano “en primeur”

I vini bergamaschi si presentano “en primeur”

Degustando
di Alessandro Franceschini e Paolo Valente
31 marzo 2023

Al Palafeste di Grumello del Monte, 11 aziende del territorio hanno dato vita a “Vino en primeur Bergamo”. Una masterclass per approfondire la longevità del taglio bordolese bergamasco e le prospettive di alcuni millesimi che usciranno in commercio prossimamente.

In questi casi, solitamente, si dice: “Buona la prima!”. In realtà quella andata in scena martedì 14 marzo al Palafeste di Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, aveva già avuto delle precedenti edizioni, ma con la nuova formula è un po’ come se fosse un nuovo inizio. 

Vino en primeur Bergamo” è il nome della manifestazione che ha visto la partecipazione di 11 aziende del territorio – Azienda agricola Caminella, Tenuta Castello di Grumello, Azienda Cornasella, Tenuta Iris, Azienda vitivinicola Eligio Magri, Azienda vitivinicola La Collina, Azienda Le Corne, Azienda agricola Pecis, Tenuta Casa Virginia, Azienda agricola Tosca, Valba vini – animate dal desiderio di mostrare lo stato dell’arte della produzione di questo angolo lombardo, da sempre fortemente legato alle uve francesi e al taglio bordolese, che qui hanno trovato probabilmente uno dei punti di riferimento più rappresentativi di tutta la regione.
Se da una parte, infatti, sulle colline della Valcalepio, troviamo uno dei vitigni autoctoni, e dei relativi vini, più rari e preziosi in Italia, vale a dire il Moscato di Scanzo Docg, dall’altro le denominazioni locali - le Doc Valcalepio e Terre del Colleoni, l’Igt Bergamasca – donano ampio spazio a merlot e cabernet sauvignon in blend, con qualche rara incursione di altre varietà.

Il banco di assaggioÈ stata una vera, e coraggiosa, anteprima, perché consentire a stampa e operatori del settore di testare in anticipo, in molti casi davvero cospicuo, i propri vini significa mostrarsi con un abito ancora in via di definizione, e quindi bisognoso di attenzioni non solo da parte di chi lo produce, ma anche di chi si cimenta nell’assaggio e nel giudizio. Tra vini appena entrati in commercio, altri che devono aspettare ancora qualche mese, e altri ancora che invece arriveranno a scaffale in enoteca o nelle carte dei vini dei ristoranti solo nel 2024 o addirittura nel 2025, la manifestazione ha consentito di mostrare differenti interpretazioni di questi tagli bordolesi, tra chi ricerca maggior immediatezza di beva, con un frutto più croccante e delicato al naso, e chi invece insegue struttura, potenza, magari ricorrendo anche a surmaturazioni in vigna.

Un’operazione riuscita, ma non solo. Diciamo pure necessaria. Altrove, infatti, manifestazioni come queste, comunemente chiamate “Anteprime”, hanno contribuito in modo decisivo a far crescere una denominazione e la consapevolezza da parte dei suoi interpreti, grazie al confronto, magari a volte non sempre conciliante, con chi poi questi vini li deve raccontare o vendere. Si tratta ora di provare a crescere ancora di più.       

Il taglio bordolese bergamasco tra passato e presente

Di Paolo Valente

Tre batterie da quattro vini ciascuna per immergerci nel passato, remoto e prossimo, dei vini della bergamasca, nonché nel suo prossimo futuro. Guidati dal wine critic internazionale Filippo Bartolotta, durante “Vino en primeur Bergamo” un’approfondita masterclass ci ha permesso di percorrere un viaggio lungo tre decenni per scoprire la potenzialità di vini a taglio bordolese presenti sulle colline bergamasche.

La masterclassSe alla fine degli anni Novanta era il merlot a prevalere sul cabernet sauvignon, negli anni Duemila la tendenza si è invertita per poi ritornare all’origine anche a causa della presenza di alcune malattie, flavescenza dorata in primis, che stanno decimando il cabernet sauvignon, particolarmente soggetto a questo vero e proprio flagello.

La prima batteria è dedicata all’ultimo decennio del Novecento e al primo del Duemila. I vini, tutti in ottima forma e dal colore ancora vivo e luminoso, ci riportano indietro nel tempo e fanno delle note scure la caratteristica comune. Si comincia con il Valcalepio DOC Rosso Riserva Colle Calvario 1990 di Castello di Grumello, complesso al naso e dal sorso reattivo; un vino in forma smagliante dall’ottimo finale di bocca.
Note di tabacco, cuoio ed erbe aromatiche per il Valcalepio DOC Rosso San Pietro delle Passere 1995 di Pecis che, prodotto da vigneti della parte iniziale della Val Cavallina, chiude con un’ottima persistenza giocata sui toni della liquirizia.
Scavalliamo il millennio con il Valcalepio DOC Rosso Riserva 2004 di La Cornasella dallo stile decisamente bordolese, si presenta con accenni di gioventù ad iniziare dal colore per finire ai ritorni di bocca che rimandano alla frutta ancora croccante; tannino elegante.
Le note metolate e di cioccolato si fondono al bergamotto e alla frutta rossa in confettura nell’IGP Bergamasca Rosso Il Drago di Santa Brigida 2010 di Tenuta Casa Virginia che al palato esprime una gradevole nota salina e tannini eleganti.

Il passato prossimo della seconda batteria copre lo scorso decennio. Si riconferma la luminosità dei vini nel calice che smette i toni scuri per riprendere il rosso rubino pieno screziato da riflessi granato.
I toni olfattivi del Valcalepio Rosso DOC Rosso Riserva Rossa Passione 2013 di La Collina giocano in eleganza tra le freschezze; il sorso è sapido e dotato di ottima acidità. Tannino finissimo, grinta e struttura per questo vino cabernet sauvignon e petit verdot in pari misura.
L’assemblaggio del IGP Rosso Luna Rossa 2014 di Caminella prevede invece un 5% di pinot nero; il naso, scuro e concentrato, ritorna sentori di the e di arancia. Eleganza nella struttura con un tannino ancora ben presente conseguenza di un’annata difficilissima.
Un vino equilibrato e dalla grande aromaticità anche gustativa, con tannini settili e acidità reattiva, è il Valcalepio DOC Rosso Forte Terra 2017 di Le Corne. Nessuna surmaturazione o appassimento delle uve per un prodotto dall’estrema versatilità negli abbinamenti.
Vendemmia tardiva e 18 mesi in barrique di cui l’80% nuove per il l’IGP Bergamasca Rosso Patrizio Magri 2017 di Eligio Magri che esprime note olfattive di prugna e di erbe officinali. Morbido al sorso, mantiene buona freschezza.

Il servizio dei sommelier di AIS LombardiaL’ultima batteria è dedicata invece alle anteprime, protagonisti del banco di assaggio e della manifestazione.
Merlot e cabernet sauvignon in pari percentuale per il Valcalepio DOC Rosso VR18 2018 di Castello di Grumello e sosta di 18 mesi in botte grande. Un vino dalla grande eleganza giocata su note mentolate, di erbe officinali, di the nero affumicato. Eleganza anche in bocca; tannino morbido, finale goloso.
Giovane, fresco e fragrante l’IGT Bergamasca Rosso Mastrorigo 2019 di Iris così come lo sono i proprietari, giovani e appassionati. Un vino diritto, dal tannino fittissimo che, composto per il 90% da merlot, resta in macerazione sulle bucce per oltre 30 giorni.
Le uve, cabernet sauvignon e merlot, per l’IGT Bergamasca Rosso Uroboro 2020 di Valba restano in appassimento per 20 giorni. Un vino dal grande volume gustativo con un bel finale di frutta nera e liquirizia che completano e arricchiscono il naso dove prevalgono sentori di frutta rossa croccante.
Ancora giovanissimo il Valcalepio DOC Rosso Rosso del Lupo 2021 di Tosca che al naso dimostra il suo essere coltivato a quote più alte, nella zona di Pontida. Fragola di bosco, rosa canina, ibiscus al sorso divengono freschezza; tannino sottile su un vino che, complessivamente, risulta ancora un po’ scontroso.