Nuovo Mondo. Il gusto dell'esplorazione nella degustazione

Nuovo Mondo. Il gusto dell'esplorazione nella degustazione

Enozioni a Milano 2024
di Danilo Nervetti
04 marzo 2024

Oceania, Africa, le Americhe. Un fantastico viaggio in tre continenti dove investimenti, ricerca e innovazione hanno generato tradizione ed esperienza.

Da una nebbiosa Milano di fine gennaio veniamo catapultati a migliaia di chilometri di distanza. Guido Invernizzi, in veste di appassionato viaggiatore e grande esperto dei vini del Nuovo Mondo, ci accompagna in un fantastico viaggio che attraverserà tre continenti. Partiremo dall’Australia e proseguiremo in Nuova Zelanda, voleremo in Argentina, ci sposteremo in Sud Africa e concluderemo il viaggio negli Stati Uniti d’America. Paesi non più unicamente associati a concetti di flessibilità e innovazione, ma con una tradizione e un’esperienza enologica sempre più consolidata.

Guido InvernizziIl viaggio inizia dalla terra dei canguri. Siamo nel piccolo distretto di Margaret River, nella parte sud-occidentale dell’Australia a sud di Perth. Il clima ripropone alcuni caratteri simili a quello di Bordeaux. La vite deve sapersi adattare a un suolo difficile di granito e sasso.

Margaret River Sauvignon Blanc-Sémillon 2016 - Cape Mentelle

Cape Mentelle, fondata nel 1970, è senza dubbio considerata una delle aziende più rappresentative del panorama enologico australiano. Vitigni: 58% sauvignon blanc, 42% semillon. La fermentazione avviene in acciaio ad eccezione di un 5% di uve fermentate in barrique di rovere francese. Dopo l’assemblaggio affina 4 mesi sulle fecce. Colore vivo. Al naso note di caramelline al limone, mielate e di frutta secca che cominciano a virare verso il tropicale. Nonostante l’annata 2016, in bocca risulta ancora “un bambino” con davanti un lungo avvenire. Grande acidità e sapidità. Note di lime e agrume. Equilibrato e persistente. Un vino ben fatto. 

Ci spostiamo nell’estremo lembo meridionale del mondo enologico, la Nuova Zelanda. È nell’Isola del Sud che si esprime il meglio della produzione vinicola in particolare nella zona di Marlborough. Il clima soleggiato e fresco al tempo stesso, le elevate escursioni termiche e i terreni alluvionali su strati di ghiaia esaltano le caratteristiche del sauvignon blanc che occupa oltre il 50% della superficie vitata neozelandese.

Pioneer Block 3 43 Degrees Sauvignon Blanc 2018 - Saint Clair

La cantina Saint Clair nasce nel 1978, quando la Nuova Zelanda e l'area vinicola del Marlborough erano sconosciuti ai più. I numeri in etichetta, “3 43” Degrees, rappresentano l’angolo di inclinazione espositiva del vigneto che si trovano a 30 metri s.l.m. di fronte all’Oceano Pacifico, sono protette a chioccia dalle alture alle spalle. Giallo paglierino intenso in cui si evidenziano le prime note dorate. Al naso emerge la frutta tropicale con note di frutto della passione, mango, litchi e papaya. Sullo sfondo note mentolate e balsamiche. In bocca emerge una nota di albedo di pompelmo seguita da una più dolce di caramella ai frutti tropicali. Grande sapidità accompagnata da una bella acidità. Vino strepitoso.

Riprendiamo il nostro aereo immaginario e voliamo nella Repubblica Sudafricana. Siamo nel distretto di Wellington che dista solo 45 minuti da Città del Capo. Il clima è più fresco di quanto si potrebbe supporre grazie alla corrente fredda del Benguela proveniente dall’Antartico. Inoltre, spira costantemente un vento, il “Cape Doctor”, che contribuisce a rendere la vite sana. I terreni variano molto e sono principalmente composti da arenaria, granito e scisto.

De Slange Rivier Shiraz 2010 - Linton Park

Il vino è prodotto dall’azienda Linton Park che, nonostante la qualità eccellente dei propri vini, non ha più riaperto i battenti dopo la pandemia di Covid. Il microclima è particolarmente fresco. I vigneti sono tra i più alti del Sudafrica con temperature medie di 6 °C in meno rispetto all’intera denominazione di Wellington. L’età media delle viti è di 30 anni.  La vendemmia, manuale, cade in gennaio. Affinamento di 12 mesi in botti di rovere americano e francese. Il vino è abbastanza limpido (presenti delle particelle in sospensione) dal colore rubino tendente al granato. Consistente. Naso fine di frutta matura con note di ciliegia, prugna secca della California e di cacao. In evidenza una nota speziata, quasi pepata, che si avverte anche in bocca, e di oliva nera o oliva al forno. L’ alcol è molto ben gestito. Fresco ed equilibrato. Vino che, nonostante i 13 anni di vita, ha ancora tanto da esprimere.

E ora atterriamo in Argentina dove troviamo le vigne più alte del mondo e, paesaggisticamente, le più belle. Da un punto di vista geologico e pedoclimatico risulta essere il miglior paese al mondo. Spesso i viticoltori argentini usano dire che se avessero la stessa abnegazione di un australiano o neozelandese produrrebbero un vino di qualità insuperabile. Il 70% della produzione si concentra a Mendoza. Il malbec è il vitigno a bacca nera più coltivato e in questi ultimi anni è diventato la bandiera dell’enologia argentina.

Malbec Estate Premium 2011 - Alta Vista

La cantina Alta Vista, di proprietà francese, è stata ristrutturata nel 2003. Tutte le vigne si trovano oltre i 1.200 metri di altitudine, fino ad arrivare a una quota massima di 1.700 metri.  La vinificazione avviene in vasche di cemento. L’affinamento, che dura circa dodici mesi, viene fatto per metà del vino in botti di rovere francese leggermente tostate mentre l’altra metà resta nelle vasche di cemento. Dopo l’assemblaggio e l’imbottigliamento il vino riposa ancora quattro mesi in cantina prima di essere immesso sul mercato. Rosso rubino intenso. Al naso risulta elegante con sentori fruttati di frutti rossi e prugna che lasciano spazio a piacevoli cenni di tabacco e pepe nero per chiudere con cenni di erbe balsamiche. In bocca si ripresenta la nota di tabacco. Perde un po' in acidità ma risulta ancora fresco. Persistente. Il tannino emerge più come nota amaricante che astringente.

Concludiamo il nostro viaggio negli Stati Uniti d’America. Prima tappa in California che rappresenta l’85% della produzione statunitense. Siamo in Napa Valley. Le condizioni climatiche sono influenzate dall’Oceano Pacifico. Il clima risulta fresco e le escursioni termiche tra il giorno e la notte possono raggiungere i 10-12 °C. Qui trova il suo habitat ideale il cabernet sauvignon.

Napa Valley Cabernet Sauvignon 2009 - Robert Mondavi

Robert Mondavi, figlio di emigrati italiani, ha lasciato il negozio di frutta e verdura dei genitori aprendo la sua cantina nel 1966. Generoso e molto amato, è morto nel 2008 all’età di 95 anni. Dopo una lunga macerazione il mosto è vinificato e poi matura per 17 mesi in botti di rovere francese. Colore rosso rubino intenso tendente al granato. Naso magnifico che esplode con succulente ciliegie nere, prugne e sentori di cuoio. In bocca seducenti note di spezie, frutti di bosco e lavanda. Il tannino risulta setoso e vellutato. Gran vino.

Ed eccoci alla seconda e ultima tappa nei territori dell’America del Nord. Siamo nel “the Beaver State”, lo “Stato dei Castori” ovvero l’Oregon. Il clima, paragonabile a quello della Borgogna, è più fresco e piovoso rispetto a quello californiano. Il vitigno più coltivato non può essere che il pinot nero. La regione più importante è la vallata di Willamette. Qui si usa dire «French soul, Oregon soil» ovvero «anima francese, suolo dell’Oregon».

Willamette Valley Pinot Noir Evenstad Reserve 2002 - Domaine Serene 

Domaine Serene è l’emblema del pinot nero in Oregon. Cantina fondata nel 1989 con l’intento di riprodurre la Borgogna in terra americana. Affinamento di 16 mesi in barrique, di cui il 57% nuove e il resto di secondo passaggio. Colore granato. Al naso, dopo 21 anni, si percepiscono ancora note di piccoli frutti rossi: ribes, mora e lampone. Il legno conferisce delle note leggermente vanigliate e boisé. Assoluta corrispondenza tra naso e bocca. Al palato risulta fine e vellutato. Persistente. Nonostante l’età mantiene una buona acidità e croccantezza. Un vino di elevata qualità.