Musica nuova in Oltrepò Pavese

Musica nuova in Oltrepò Pavese

In giro per cose buone
di Marco Gatti
01 novembre 2018

C’è aria di rinnovamento tra le vigne e i fornelli oltrepadani. L’impressione è che il racconto che critica e media stanno facendo sia datato. In Oltrepò Pavese è iniziata una nuova stagione

Pubblicato su Viniplus di Lombardia - N°15 Settembre 2018

C’è un cambiamento che sembra ancora sfuggire a chi frequenta in modo estemporaneo quel fazzoletto di terra di Lombardia ricco di storia e dall’immenso potenziale che è l’Oltrepò. La novità è che oggi in questa zona tra le più belle d’Italia, ci sono vignaioli e ristoratori illuminati, spesso giovani, che innamorati della loro terra, la vogliono onorare, e, aggiungiamo noi, già la onorano, facendo bene. Nel caso delle cantine, il numero delle eccellenze è sempre più significativo. Ed è ora di dire che qui sono di casa vini dal sangue blu, con Pinot nero, Bonarda, Riesling, spumanti e Buttafuoco, che hanno interpretazioni di caratura internazionale. E se giovani donne capaci e appassionate come Cristina Cerri e Ottavia Giorgi di Vistarino, con i loro pinot nero, riesling e spumanti metodo classico, stanno conquistando i palati degli intenditori di tutto il mondo e sono il simbolo di una generazione che vuole costruirsi un grande futuro, la sorpresa, forse più clamorosa, viene da quegli autentici campioni che, anche se inspiegabilmente, e ingiustamente, non ancora riconosciuti per quello che è il loro vero valore, stanno credendo in quel Buttafuoco che è giunto il momento di considerare “Il” grande rosso dell’Oltrepò Pavese, la bandiera e l’orgoglio del territorio, grande vino italiano. Sufficiente accostarsi al Luna Piena di Scuropasso di Pietra de’ Giorgi di Fabio Marazzi, vignaiolo che rivela di non essere solo grande “rossista”. Al Vigna Sacca del Prete di Giulio Fiamberti di Canneto Pavese che è di sorprendente complessità ed al Vigna Montarzolo di quel giovane dal talento smisurato che è Davide Calvi di Castana. O ancora, ai Buttafuoco Storico di due cantine di Canneto Pavese emergenti, il Bricco in Versira di Piovani, e quel Vigna Costera di Maggi che è di affascinante eleganza. Per capire che qui, la sfida di fare bene - rispettando la terra, e credendo solo e sempre nella qualità, sulla scia di maestri come Maga Lino, padre dello sdrafanico Barbacarlo, vino di inarrivabile grandezza e ancora oggi rosso tra i rossi più grandi del mondo, o come i fratelli Agnes, alfieri instancabili della Bonarda - oggi, è diventata progetto di vita e lavoro di molti.

Novità interessanti anche sul fronte ristorazione. Tra gli indirizzi simbolo della provincia, un tris d’assi, a trazione giovane. Bazzini (via Roma 11 – tel. 038588018) di Canneto Pavese (Pv), che i giovani titolari, appassionati e professionali, Mariella Mariotti e Riccardo Rezzani, dopo sapiente ristrutturazione, hanno trasformato in locale accogliente, luminoso, con il bianco che domina, con una saletta per chi vuol riservatezza, una sala più ampia e la formidabile terrazza da cui si gode di un panorama entusiasmante su colline e vigneti, con una cucina che rende onore al territorio, ma si spinge anche al di fuori della provincia, con piatti che si fanno ricordare come il Carnaroli mantecato con la zucchina ed i suoi fiori, gli spaghetti Felicetti al pomodoro e basilico (e chi fa più il piatto bandiera d’Italia?), i tortelli di borragine al pesto di basilico e fagiolini, e ancora la tagliata di manzo al sale rosa e rosmarino con caponata di verdure croccanti e la tarte tatin con gelato alla vaniglia. Cascina Vittoria (via Roma, 26 – tel. 0382923772) a Rognano (Pv), dove i fratelli Ricciardella, Marco, sommelier e volto noto dell’AIS, Giovanni, dopo i successi televisivi conosciuto come chef “Giò”, e Alessandro e Simone professionisti della sala, usando una definizione cara a Luigi Veronelli, dimostrano di essere veri “angeli matti”. Le materie prime che impiegano sono eccezionali. La cucina è uno spettacolo, con spazio anche alla cosiddetta pizza contemporanea, realizzata con le farine Petra® del sommo Molino Quaglia. E l’Hosteria La cave Cantù (via circonvallazione Cantù, 62 – tel. 03831912171) di Casteggio, indirizzo che è sintesi di bellezza, storia e gusto, le tre risorse su cui investire per preparare un futuro di successo dell’Oltrepò. L’ambiente è un incanto, con il ristorante che è ospitato all’interno della magnifica Certosa di Cantù, edificata nel Settecento dai monaci. La professionalità è alta, grazie al valore di Damiano Dorati, chef, e della sua compagna Maria, che dirige il personale di sala. La cucina è creativa, golosa, con piatti che conquistano come Carnaroli Riserva San Massimo mantecato al nero di seppia cozze croccanti concentrato di peperoni e olive, tiepido di faraona alle spezie composta di pesche al Moscato e indivia e cioccolato fondente Li Chu 64% ciliegie 2 volte e gelato al rhum.

Per l’Oltrepò e la provincia di Pavia è rinascimento del gusto!

Nella foto in alto: Giovanni e Marco Ricciardella Hosteria La cave Cantù di Casteggio di Cascina Vittoria di Rognao