Intervista al Presidente Ais Terenzio Medri

Intervista al Presidente Ais Terenzio Medri

Interviste e protagonisti
di Paolo Pirovano
15 settembre 2008

L'intervista, a cura di Paolo Pirovano, al Presidente Ais Terenzio Medri. Il punto della situazione e le prospettive per il futuro...

Sei mesi intensi, ricchi di eventi e di manifestazioni, faticosi ma alla fine gratificanti. Il 2008 è giunto al giro di boa: è dunque tempo di bilanci. Non fa eccezione l’Associazione italiana sommeliers che continua a crescere e a riscuotere interesse. Un interesse confermato dalla vasta eco mediatica e televisiva che contraddistingue ormai le manifestazioni targate Ais e World sommelier association. “L’Ais è in un periodo destinato a segnare la sua organizzazione e la sua attività, oserei dire una svolta epocale”, afferma il presidente nazionale dell’associazione Terenzio Medri. “E’ un passaggio che realizza il primo punto del programma del mio secondo mandato e cioè l’apertura al mondo, l’internazionalizzazione dell’Associazione. Ciò che solo un anno fa era intenzione e timido inizio oggi è realtà concreta, operatività in atto, grazie alla nascita della ‘Worldwide Sommelier Association’, l’Associazione dei sommelier nel mondo, il consesso internazionale promosso da Ais. E’ un progetto di straordinaria importanza il cui obiettivo principale è la valorizzazione delle produzioni nazionali, oggi mortificate in gran parte a causa di lacune di conoscenza e di professionalità. Dopo pochi mesi di vita la Wsa può vantare centomila associati in tutto il mondo: devo anche aggiungere che sono molti i Paesi in lista di attesa che chiedono di entrare e di cui stiamo attentamente analizzando tutte le credenziali. E’ una questione di serietà, a garanzia di chi deve ancora fare il suo ingresso e di chi lo ha già fatto”.

Tre le manifestazioni che avete organizzato: la vetrina delle eccellenze italiane a New York, il campionato europeo a Londra e il concorso mondiale di Roma.
“Sono stati eventi che hanno avuto adesioni entusiaste: questo dimostra che i nostri programmi fondati su cultura professionalità, suscitano interesse e creano aggregazione a ogni latitudine”.

Dunque è soddisfatto?
“Sì, ma la mia filosofia di vita mi impone di alzare sempre il tiro. Occorre migliorare, cercare le novità, creare i presupposti per altri orizzonti. La nuova dimensione planetaria ci ha caricati di nuove responsabilità che richiedono maggiore dedizione e preparazione”.

E a proposito di preparazione la vostra didattica ha ormai definitivamente varcato i confini…
“Diciamo che la i nostri corsi di formazione, sempre più richiesti all’estero, sono stati il volano dell’internazionalizzazione. La didattica dell’Ais, unanimamente riconosciuta come la migliore in circolazione per il suo altissimo livello di contenuti e di metodologia, ha fatto sì che siano ormai all’ordine del giorno i contatti in Europa, ad esempio con le Camere di Commercio e gli Istituti Italiani di Cultura, alcuni già consolidati come in Germania (Dortmund, Amburgo, Berlino, Monaco), Inghilterra, Belgio e Lussemburgo, altri più recenti (Olanda, Finlandia, Russia). A Washington è partito il corso di secondo livello presso l’Ambasciata Italiana. L’Ambasciatore Giovanni Castellaneta ha organizzato, in occasione della presenza della delegazione Ais nella capitale, una serata di gala nella sede dell’Ambasciata, con gli onori solitamente riservati ai capi di Stato. A Los Angeles un anno fa è partito il corso in lingua inglese così come in altre mertropoli statunitensi. Proseguono i corsi a Santo Domingo e a Porto Rico, si è tenuto con grande interesse degli operatori e delle autorità locali quello a Bangkok, in Thailandia. I nostri testi didattici sono già tradotti in inglese e tedesco, prossimamente usciranno in spagnolo e grazie alla collaborazione di Buonitalia sono già stati pubblicati quelli in lingua
giapponese”.


Secondo alcuni dati statistici quello dei corsi è un fiore all’occhiello dell’Ais anche in Italia.
“Nel 2007 i nostri corsi hanno registrato un incremento significativo, in modo particolare nei primi livelli. Il numero dei partecipanti è aumentato di circa 1000 presenze rispetto al 2006, in gran parte di giovani. E’ una tendenza che si sta confermando anche nel 2008: il
merito va ai presidenti regionali e ai delegati delle città che offrono corsi molto seguiti.
Chi esce da queste lezioni è entusiasta, lo dice a parenti ed amici che corrono ad iscriversi. Il passaparola è la migliore pubblicità”.


I corsi hanno portato nuove iscrizioni
“Voglio dare dati certi: nel 2007 abbiamo iscritto diecimila nuovi associati. Sul numero totale fra i 30 e i 45 anni rappresentano il 38%. Siamo, dunque, riusciti a penetrare in
quel mondo giovanile che altri rincorrono vanamente”.


Parliamo delle conquiste: il sommelier per la prima volta è stato riconosciuto a livello contratttuale.
“La nostra insistenza sulla qualificazione del sommelier è stata premiata. Grazie ad un’azione nei confronti del Ministero competente, il sommelier operatore della ristorazione è stato inserito come nuovo profilo professionale nel contratto di lavoro del turismo al terzo livello retributivo. Stiamo ora lavorando per definire anche il nuovo profilo di maitre sommelier, figura di secondo livello con compiti manageriali di direzione nella ristorazione”.

Però non vi fermate qui…
“Il nostro obiettivo è ancora più ambizioso: vogliamo ottenere con un’apposita legge
il riconoscimento professionale giuridico della figura del sommelier per renderlo un vero e proprio ambasciatore del vino e dell’agroalimentare italiano nel mondo. Esiste già, a tale proposito, una proposta di legge di cui è iniziato l’iter”.


Lei si è sempre battuto per l’unità dell’Ais, che non significa mancanza di dibattito e di
confronto.

“Sì perché solo un’associazione unita può affrontare le sfide del presente. Un’unità viva, dinamica, capace di valorizzare le realtà particolari, le singole persone, e porle in sinergia all’interno della rete nazionale, è ciò che ci contraddistingue. Ho personalmente dedicato tempo ed energie, con umiltà e passione, a costruire questa unità fra noi attraverso il confronto costante, il dialogo ravvicinato con i Presidenti regionali, i delegati, gli associati, valorizzando gli esempi positivi e intervenendo in situazioni di empasse e difficoltà. E continuerò a farlo ritenendolo un servizio essenziale che come Presidente sono chiamato a svolgere. Questo significa superare incomprensioni e divisioni. L’Ais non vuole imitare i cattivi esempi di una certa politica basata su veti incrociati e sullo scontro fra parti contrapposte, nella quale chi arriva al potere emargina l’avversario e distrugge ciò che quest’ultimo ha fatto in precedenza. L’Ais è un’altra cosa. Non vede avversari da combattere in chi all’interno dell’associazione ha opinioni e sensibilità diverse. Cerchiamo sempre con coraggio e buona volontà la via del dialogo che ci consente di capire le ragioni dell’altro e di valorizzarne talenti e competenze”.

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