Il giardino aromatico di Forteto della Luja

Il giardino aromatico  di Forteto della Luja

L'aromatico italiano
di Massimo Zanichelli
29 maggio 2025

Tra i boschi della più piccola denominazione italiana si nasconde un piccolo paradiso che produce raffinati vini aromatici.

Nascosto in un angolo del Monferrato Astigiano, Loazzolo, un borgo di 300 abitanti su una collina a quasi 500 metri di altitudine, è la più piccola denominazione italiana: circa 3 ettari vitati sui 150 complessivi del comune. E anche la più severa: sono ammessi solo vigneti di collina con almeno 8 anni d’età per una resa massima di uva non superiore ai 50 quintali per ettaro. Qui, dove la vigna, spesso delimitata da muretti a secco, si ritaglia piccoli spazi ripidi in mezzo ai boschi e davanti a esposizioni solatie, nasce una Vendemmia Tardiva di moscato bianco che ha trovato in Giancarlo Scaglione il suo pionieristico interprete. Il Piasa Rischei, il “sorì di Rischei” che ha reso celebre Loazzolo, nasce esattamente trent’anni fa, nel 1985, da un ettaro di vigna del 1937, scalato su terrazze con pendenza del 45% e lavorato con un cavallo avelignese da tiro. Le uve, raccolte tra fine settembre e inizio novembre, vengono in parte fatte appassire sulle stuoie all’interno di una casetta costruita con murature a secco. Fermentazione e affinamento avvengono in barrique, dove il vino matura per due anni. Il 2022 ha colore giallo intenso, profumi di miele, canditi, caramella d’orzo, spezie fumé, palato denso, ricco, balsamico. È diventata famosa anche l’etichetta a nastro che avvolge la mezza bottiglia, dove tutto è scritto in lettera, anche l’annata.

La produzione a base di moscato bianco, curata da Giovanni e Silvia Scaglione, i figli di Giancarlo che rappresentano l’ottava generazione di famiglia, non si ferma qui. C’è il classico Moscato d’Asti, nella fattispecie il Canelli Moscato Piasasanmaurizio, che nel 2024 ha colore dorato, profumo balsamico, gusto maturo, dolce, polposo, dal finale in crescendo di salvia, lavanda, pesca e agrumi. E c’è il più recente Piemonte Moscato Pasucrà, che nel 2020 è stato il primo Moscato fermo e secco del Piemonte a denominazione d’origine: nel dialetto locale pasucrà significa infatti “non dolce” e si ispira alla tradizione contadina del “filtrato dolce” che piano piano, con il passare del tempo, diventava più secco. Questo nasce invece secco da subito e lascia letteralmente secco (nel senso di stupefatto) chi vi si avvicina: il 2023 è limpido nel colore, sprigiona un cespuglio di erbe aromatiche al naso (timo, alloro, menta), intriganti, sopraffini sentori floreali e balsamici, un palato giocato sulla sottrazione aromatica (con trionfo finale di pesca bianca): l’incessante sapidità finale è tutta piemontese, tutta marnoso-calcarea. Un bianco dal tratto irresistibile e sfumato, dalla beva invitante, anche a distanza di giorni dalla stappatura. 

Chiude questa sinfonia aromatica il Piemonte Brachetto Passito Pian dei Sogni, un vino di cui si parla troppo poco. Nasce da uve vendemmiate tardivamente e fatte appassite per un breve periodo. La fermentazione nel rovere, dove poi completa la maturazione, dura più di un anno. Il colore è un granato intenso con bordi rubino, l’olfatto è fresco e arioso: lampone, rosa, tamarindo, prugna, rosmarino. Il sorso è denso, felpato, persistente di prugne sciroppate, noce moscata, sottobosco e chiodi di garofano in ritmata souplesse. Il nome non mente: è un vino che fa sognare per il suo profilo sensoriale e per il contesto dove nasce, quello del Forteto della Luja, ovvero il bosco (in piemontese, forteto) del rio Luja che scorre sotto la proprietà. Eletta Oasi del WWF per la Biodiversità, la tenuta della famiglia Scaglione è stata la prima cantina piemontese ad alimentarsi con energia solare attraverso ventidue pannelli fotovoltaici e ospita una riserva protetta chiamata Bosco della Luja. Lo stato di salubrità di questa campagna è visibile nelle ventuno specie di orchidee selvatiche che crescono in mezzo ai vigneti: non coltivabili, nascono spontanee solo all’interno di un ecosistema incontaminato. Venirci in primavera è come respirare un angolo di paradiso.