Riesling Oltrepò

Riesling Oltrepò

Degustando
di Riccardo Modesti
13 dicembre 2007

Di grande attualità la degustazione di vini oltrepadani a base riesling renano e italico. Anche per questo vino arriva un nuovo impulso dalla modifica del disciplinare della doc oltrepò.

Il “caveau” dell’Oltrepò Pavese è, per antonomasia, ricco di produzioni tutte da scoprire: una di queste è quella costituita dai vini bianchi fermi basati sui vitigni riesling italico e riesling renano. Secondo la recentissima modifica del disciplinare di produzione della denominazione Oltrepo Pavese, essi possono fare riferimento a due diverse tipologie: Riesling, se prodotti con almeno l’85% di una o entrambe le varietà, che è prevista anche nelle versioni Frizzante e Spumante, quest’ultimo solo da rifermentazione in autoclave; Bianco, nel caso in cui la percentuale scenda non al di sotto del 60%. Con la stessa modifica sono state inoltre soppresse le tipologie Riesling Italico e Riesling Renano, facendo dunque sì che d’ora in avanti si parli solo di Riesling.

Proprio l’Oltrepo Pavese Riesling è stato oggetto del periodico appuntamento di assaggio che riunisce i degustatori ufficiali, svoltosi lo scorso 7 settembre presso la sede dell’Ais Lombardia di Via Castaldi: come nelle altre occasioni in cui i vini oltrepadani sono stati protagonisti, la presenza di Carlo Alberto Panont, direttore del Consorzio tutela Oltrepò Pavese - che ringraziamo come sempre per la preziosa collaborazione nella raccolta dei campioni -, è stata utile per fornire un inquadramento generale sull’argomento.

Due vitigni per un vino, dunque: soprattutto due vitigni che, pur condividendo lo stesso nome, presentano non solo caratteristiche morfologiche ed enologiche molto diverse tra loro, ma anche un immaginario collettivo a loro legato ben preciso. Inutile negare che basta pronunciare la parola riesling per far correre la mente e i sensi verso i grandi vini tedeschi, alsaziani e austriaci, tutti a base di riesling renano e che si caratterizzano sovente per longevità, intensità gustativa e ampiezza aromatica da veri fuoriclasse. Viceversa, il riesling italico ben difficilmente solletica l’appassionato: colline oltrepadane a parte, esso è diffuso soprattutto in Europa Centrale. In Austria è coltivato su oltre 4.000 ettari e utilizzato per produrre sia vini freschi e fruttati che vini dolci da vendemmie tardive molto interessanti. tale esperienza insegna dunque che anche questa

varietà può fornire risultati adeguati se gestita nelle condizioni agronomiche e pedoclimatiche adatte: se esse non vengono soddisfatte il risultato è tutt’altro che indimenticabile, poiché il risultato è un vino neutro e poco caratterizzato. Sul motivo per cui questo riesling sia italico non c’è ancora certezza: a parte un filone di pensiero che lo vorrebbe di provenienza francese, il fatto che in Ungheria lo si chiami Olasz Rizsling (olasz=italiano) ne lascerebbe supporre un’origine, o quanto meno un passaggio, dalle nostre parti. Il suo nome in lingua tedesca, welschriesling (welsch=straniero), non lascia invece dubbi sulla volontà di marcare la differenza rispetto a ciò che in Germania viene semplicemente chiamato riesling.

Considerando le iscrizioni all’albo vigneti della Cciaa di Pavia - aggiornate al 31/12/2006, e quindi antecedenti alla modifica del disciplinare - risulta evidente che con i suoi 1.380 ettari, contro 104, il giocatore chiave sia il riesling italico. Il totale complessivo di circa 1.500 ettari non rappresenta però solo il 13% del territorio vitato oltrepadano ma anche la zona a Riesling - tout court - più estesa sul territorio nazionale.

Il matrimonio tra le colline dell’Oltrepò Pavese e il riesling italico - come ha spiegato Panont nella sua introduzione di carattere storico - è lungo quasi quanto quello con il pinot nero: risale infatti al periodo a cavallo tra i secoli XIX e XX la prima diffusione significativa del vitigno, avutasi prevalentemente in Valle Scuropasso, seguita da una seconda nell’immediato secondo dopoguerra nelle zone di Montecalvo Versiggia e Oliva Gessi.

Proprio Oliva Gessi, insieme a Montalto Pavese, Calvignano e Corvino San Quirico, sono considerate le terre da bianco per antonomasia, grazie alla presenza di suoli caratterizzati da una matrice argillosa con affioramenti calcarei e gessosi. Sono comunque parecchie le aziende oltrepadane che presentano un Riesling nella propria carta dei vini, interpretato secondo la propria sensibilità e il proprio obiettivo enologico.

Va da sé che l’eterogeneità non manca di certo, frutto non solo della differente localizzazione dei vigneti e della loro conduzione, ma anche della quantità e della qualità di riesling impiegata: nonostante ciò non si può sottacere la presenza di etichette che, nel corso degli anni, stiano fornendo risultati costanti e di alto profilo qualitativo.

L’eterogeneità nei vini non è però sempre un limite, anzi: secondo Panont, infatti, la possibilità di utilizzare entrambi i riesling permette di avere vini anche diversi tra loro e con profili gustativi e olfattivi che possono spaziare dai toni minerali tipici del renano a

quelli più freschi e fruttati dell’italico e, soprattutto, presentare una chiara diversità sul mercato sia rispetto ai pinot e chardonnay che ai trebbiani nelle loro diverse declinazioni. Comunque, la strada che il Consorzio sta tentando di percorrere con il territorio è quella

di privilegiare la produzione di vini caratterizzati da ricchezza di frutto e con passaggi in legno, se necessari, ben dosati.

Per il momento la differenza in termini qualitativi, ma non sempre come vedremo, la fa l’uso del riesling renano: per quanto riguarda l’italico la sensazione è che, a parte alcune

eccezioni, manchi ancora l’approccio giusto da parte del viticoltore verso una varietà che per anni ha significato soprattutto vini frizzanti e basi spumante, oltre al fatto che se viene piantato in condizioni pedoclimatiche inadatte alcune caratteristiche negative

risultano amplificate.

Detto tutto ciò, i 29 campioni in degustazione, suddivisi su due gruppi di sei degustatori ciascuno, hanno ottenuto un risultato di insieme davvero soddisfaciente. Sono stati infatti ben 9 i campioni che hanno conseguito almeno 80/100, mentre sono stati 14 quelli che hanno totalizzato un punteggio compreso tra 75/100 e 80/100. Il fatto che i primi due vini della classifica siano ottenuti da riesling italico in purezza la dice lunga sul fatto che, forse, anche questo ennesimo luogo comune che riguarda la vitivinicoltura oltrepadana sia da rivedere. Molto positivo, in conclusione, il giudizio finale sulla campionatura da parte del gruppo di degustatori ufficiali intervenuti, alcuni dei quali hanno espresso tutta la propria soddisfazione per alcuni assaggi davvero interessanti.



Il Panel di Degustazione

Sebastiano Baldinu, Giuseppe Biggica, Elia Bolandrini, Davide Bonassi, Alessandro Caccia, Carlo Cecotti, Zaccaria Foglio, Luciana Libera, Cornelio Milani, Riccardo Modesti, Tito Nasi, Nicola Nebbia.



Azienda: Cà DEL GE’

Nome del vino: OP Riesling Italico, 2006

Vitigno: riesling italico 100%

Punteggio: 85/100



Azienda: MARCHESI DI MONTALTO

Nome del vino: OP Riesling Monsaltus, 2005

Vitigno: riesling italico 100%

Punteggio: 83/100



Azienda: CONTE VISTARINO

Nome del vino: OP Riesling Renano 7 giugno, 2006

Vitigno: riesling renano 100%

Punteggio: 83/100



Azienda: ISIMBARDA

Nome del vino: OP Riesling Vigna Martina, 2006

Vitigno: riesling renano 100%

Punteggio: 82/100



Azienda: Cà DI FRARA

Nome del vino: OP Riesling Apogeo, 2006

Vitigno: nd

Punteggio: 82/100



Azienda: VERDI BRUNO

Nome del vino: OP Riesling Vigna Costa, 2005

Vitigno: nd

Punteggio: 82/100



Azienda: FRECCIAROSSA

Nome del vino: OP Riesling Gli Orti, 2006

Vitigno: riesling renano 100%

Punteggio: 81/100



Azienda: TORTI PIETRO

Nome del vino: OP Riesling Italico, 2006

Vitigno: riesling italico 80%, riesling renano 20%

Punteggio: 81/100



Azienda: TRAVAGLINO

Nome del vino: OP Riesling Campo della Fojada, 2006

Vitigno: nd

Punteggio: 80/100



HANNO INOLTRE OTTENUTO UN PUNTEGGIO COMPRESO TRA 75/100 E 79/100:

Bisi, Fattoria Cabanon, Cantina di Broni, Cascina Gnocco, Fattoria il Gambero, Fiamberti, Guerci, Monterucco, Riccardi Giuseppe, La Tenuta Comaschi, Torrevilla, Vanzini.

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