Simone Luraghi. Entoteca Diapason

Simone Luraghi. Entoteca Diapason

Sommelier al lavoro
di Giordana Talamona
27 settembre 2010

Ci vogliono coscienza e conoscenza per capire il vino. In questa breve battuta si racchiude tutta la filosofia di Simone Luraghi dell’enoteca Diapason di Milano, una visione appassionata del mondo del vino.

Enoteca Diapason

Tratto da L'Arcante 14

Ci vogliono coscienza e conoscenza per capire il vino. In questa breve battuta si racchiude tutta la filosofia di Simone Luraghi dell'enoteca Diapason di Milano, una visione appassionata del mondo del vino. Sarà che quell'amore nato nel tempo l'ha portato addirittura a cambiare vita, lasciando un lavoro come assicuratore, o sarà forse perché ne condivide il sacro fuoco con la moglie, Tiziana Tassinari, conosciuta proprio durante un corso AIS. Parlando con lui si avvertono una competenza ed un trasporto fuori dal comune.

Come si è avvicinato a questo mondo?

Ho scoperto il vino relativamente tardi. Mio padre comprava la classica damigiana con un vino dal gusto talmente acido che mi faceva lacrimare gli occhi. La passione per il vino è arrivata col tempo, è cresciuta e ho voluto fortemente farla diventare un lavoro.

La passione è fondamentale in questo lavoro, vero?

Certamente! Talvolta mi capita di rimanere sconcertato incontrando persone che fanno questo lavoro senza la voglia di parlare, di capire, di confrontarsi col cliente o col produttore. Tutte cose che, al contrario, sono profondamente radicate in me: quando incontro un viticoltore, ho la curiosità di capire il suo mondo. Parli con chi ti spiega la propria filosofia, cos'è essenziale in questo lavoro, ciò che li manda a letto pacifici o irosi dopo una giornata di fatiche e, in fondo, capisci dentro di te il vero senso della vita.

Il sabato succede qualcosa di particolare nella sua enoteca.

Esatto, organizziamo degustazioni gratuite sia di vini che di cioccolato che ci permettono di selezionare i prodotti in vendita. L'obiettivo è creare un tavolo di discussione fra tutti i presenti, chiamati ad esprimere il proprio parere critico su quanto degustato. Solo i prodotti che ci convincono arrivano sugli scaffali della nostra enoteca. Naturalmente più le persone sono competenti, più il gioco si fa interessante.

Che idea si è fatto dei vini italiani?

Credo che si stia migliorando la qualità media dei prodotti. Prima era piuttosto facile trovare vini con poca pulizia, grezzi e pesanti, oggi i prodotti sono mediamente più fini ed eleganti. I francesi sono arrivati prima rispetto a noi, ma in poco tempo stiamo crescendo e colmando il divario.

Come è stata l'evoluzione di questo settore negli ultimi anni?

Molti produttori, negli anni scorsi, hanno seguito fortemente alcune tendenze commerciali, e purtroppo solo uno sparuto gruppo di viticoltori hanno proseguito con la propria filosofia. Così in poco tempo abbiamo assistito, personalmente con un certo orrore, all'abuso della barrique e all'utilizzo indiscriminato dei vitigni internazionali. Queste scelte hanno risposto a un mercato che cercava di avvicinare una nuova fetta di clienti, in molti casi neofiti del vino, con prodotti accattivanti, ma purtroppo tutti uguali.

E oggi?

C'è una maggiore attenzione ai vini del territorio e una riscoperta di alcuni vitigni autoctoni oramai quasi scomparsi. Inoltre è aumentata la conoscenza e l'attenzione del consumatore, che non si accontenta più come prima, che vuole capire quali siano le sfaccettature di un vitigno e in quante declinazioni possa esprimersi.

Cosa pensa dei vini naturali?

Ci crediamo molto e stiamo indirizzando la nostra selezione verso prodotti biologici e biodinamici. Il 40% dei nostri vini sono naturali, così come la nostra selezione di oli e cioccolati.

Qualche azienda si riconverte al bio solo per vendere di più?

Purtroppo sì, quando queste scelte non vengono fatte dal produttore, ma dal management o dal marketing delle aziende vitivinicole. Anche per questo ci teniamo ad un rapporto diretto e sincero coi produttori, li andiamo a trovare, vediamo da vicino come lavorano e questo ci dà la garanzia dei prodotti che selezioniamo.

Nel mare magnum di produttori, vini e vitigni quali consigli può dare da professionista a chi è un appassionato di vino?

Sono un professionista, è vero, ma anch'io sono un consumatore. Viaggio, cerco di conoscere realtà diverse e orientarsi non è facile. Diciamo che il prezzo non fa la qualità, ma banalmente non andrei sotto un minimo accettabile di 3 o 4 euro a bottiglia. Personalmente avrei paura a bere vini che si trovano a prezzi irrisori, magari a 0,99 centesimi alla bottiglia. Se ci sono costi fissi come bottiglia, etichetta e tappo, quanto vale il vino contenuto?

Simone Luraghi e Tiziana TassinariChi e':

Simone Luraghi è nato il 23 settembre 1973 a Milano ed è laureato in Scienze Politiche. E' diventato Sommelier AIS nel 2003. E' stato collaboratore del Movimento Turismo del Vino e ha curato la Rubrica del Gusto del mensile Maxim (Italia).

IL VINO LOMBARDO PREFERITO:

Lugana DOC

Perché chiedere ad un professionista del settore qual è il vino lombardo preferito, quello cioè che berrebbe a fine giornata, da solo o in compagnia? Perché il vino rappresenta il gusto, la personalità e il piacere per la vita. Sapere il loro vino d'elezione sarà come conoscere i nostri colleghi sommelier, sarà come diventare amici.

DIAPASON ENOTECA CON CIOCCOLATO

Via Lomellina, 48 - Milano - Tel. 02.70006550 - www.enotecadiapason.com - info@enotecadiapason.com - Apertura: lunedì dalle 15.30 alle 19.30, da martedì a sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30. Domenica chiuso.

L'enoteca ha una selezione di 600 vini tra italiani e internazionali, il 40% dei quali sono naturali, 200 distillati, 130 vini dolci, più un piccolo ma ricercato assortimento di birre italiane e belghe. Fiore all'occhiello dell'enoteca sono le oltre 200 tipologie di cioccolato e alcune interessanti specialità gastronomiche.

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I commenti dei lettori

domenico giudici
01 ottobre 2010 - 16 32
domenico giudici

complimenti dott.Luraghi.
sulla doc lugana ho divergenti pareri,sul degustare in compagnia sodo con lei ma preferirei delle "grandi bollicine". cordialita'.giudici.d.