Alsazia, l’avvincente complessità di una terra di confine

Alsazia, l’avvincente complessità di una terra di confine

Approfondimento Francia
di Marco Agnelli
23 novembre 2020

Per il primo appuntamento della nuova serie di “Annessi e Connessi”, Nicola Bonera ha raccontato una delle più affascinanti terre vinicole d’Oltralpe, generalmente considerata come un avamposto bianchista: l’Alsazia.

Da sempre terra di confine, da sempre chiamata a trovare una propria dimensione identitaria tra Francia e Germania, l’Alsazia è il territorio scelto per inaugurare la nuova edizione della rassegna online Annessi e Connessi riservata ai soci di AIS. Nicola Bonerafornisce immediatamente le coordinate entro le quali ci muoveremo. Ci troviamo in una striscia di terra lunga 170 chilometri, protetta a ovest dai monti Vosgi e a est dal Reno, un fiume che riflette la luce del sole, insieme con il suo affluente Ill. Con una piovosità piuttosto contenuta, pari a 550 mm medi annui, l’Alsazia è da sempre considerata come un avamposto bianchista. Ad oggi, su una superficie complessiva vitata di 15500 ettari, il 90% circa è coltivata con varietà a bacca bianca, sebbene negli ultimi anni vi sia stato un deciso incremento del pinot nero, di fatto l’unico vitigno a bacca rossa della regione.

L’origine geologica dell’Alsazia risale a circa 300 milioni di anni fa, quando la spinta sotterranea innalzò la crosta terrestre. Nell’era secondaria, 150 milioni d’anni fa, si verificò la stratificazione di grés, calcare, marne e altri tipi di calcare. 50 milioni di anni fa, infine, in era terziaria, dapprima vi fu un nuovo innalzamento della crosta e successivamente un drastico crollo che diede origine all’attuale conformazione della regione, con i monti Vosgi a ovest e la valle del Reno a est. Oggi, la maggior parte dei villaggi vinicoli sono costruiti su diverse formazioni, abbracciando in questo modo un mosaico di suoli straordinariamente abbondanti e diversi.


Il relatoreMuovendoci da ovest verso est si possono Individuare tre principali macroaree: le formazioni in pendenza verso i Vosgi, le formazioni pedecollinari e i terreni di pianura, che danno vini da consumare tendenzialmente più giovani.

Le peculiarità della realtà vitivinicola alsaziana sono molteplici. Innanzitutto, è la seconda regione francese per numero di bottiglie di vino effervescente rifermentato in bottiglia, dopo la Champagne. A differenza di altre regioni francesi, poi, il numero di bottiglie destinate all’esportazione è ridotto: non più del 25%. L’Alsazia è addirittura la prima regione francese per vendita di vino in cantina. Questo, in definitiva, significa non solo che la maggior parte delle bottiglie prodotte sono destinate al mercato interno, ma che vi è, in ultima istanza, una notevole quota costituita da acquirenti diretti.

La AOC Alsace è stata istituita 1962 e comprende l’intera regione, con oltre il 70% dei vini prodotti. Dal 2011 sono state introdotte le menzioni comunali (13) e i lieux-dits. Si aggiungono poi la AOC Crémant d'Alsace e le AOC Alsace Grands Crus. Ciascuno dei 51 Grands Crus è una AOC a sé stante, con un proprio disciplinare.

Passando ai vini della regione e ai loro possibili abbinamenti, Bonera ci invita a consultare il bellissimo sito https://www.vinsalsace.com interamente dedicato alle meraviglie vitivinicole alsaziane da cui, anche lui, ha beneficiato per preparare la lezione.

Crémant d’Alsace - Costituisce una AOC riconosciuta nel 1976. Questa tipologia, un Metodo Classico, rappresenta circa un quarto della produzione alsaziana. Sosta, per legge, almeno nove mesi sui lieviti. Viene prodotto utilizzando principalmente riesling, pinot bianco, pinot grigio, pinot nero, auxerrois e chardonnay. È prevista anche una versione rosé. Descrittori tipici del Crémant d’Alsace sono fiori bianchi e frutta a guscio.

Con le menzioni Edelzwicker e Gentil si indicano assemblaggi di vitigni a bacca bianca che possono essere vinificati insieme o separatamente. Con la prima non è obbligatorio riportare in etichetta l’indicazione dei vitigni, la loro percentuale e neppure l’annata, mentre con la seconda - che si colloca a un livello qualitativo più alto - il blend deve contenere almeno il 50% di riesling, moscato, pinot grigio e/o gewurztraminer e il resto sylvaner, chasselas e/o pinot bianco, ognuno vinificato separatamente e, singolarmente, aver diritto all’AOC Alsazia.

Abbiamo poi, nella AOC Alsace, i vini da monovitigno.

Sylvaner d’Alsace - Punta sulla freschezza e sulla leggerezza, ideale per accompagnare frutti di mare, pesce e salumi. Il suo bouquet evoca note fruttate e floreali di agrumi, fiori bianchi o erba appena tagliata.

Pinot Blanc d’Alsace - Corpo esile, acidità garbata, tenero e delicato. Coniuga in perfetto equilibrio freschezza e morbidezza. Da mettere alla prova su un buffet campagnolo, torte di formaggio, fritto di fiume e rane.

Pinot Noir d’Alsace - È la grande scommessa degli ultimi anni. Alcuni produttori stanno ottenendo risultati rimarchevoli, talvolta eccellenti, specialmente nelle versioni riserva da parcelle singole. Bella freschezza, buon corpo, parte aromatica intrigante. Aromi di frutti rossi. Affinato in barrique nelle versioni più importanti. Si accompagna a carni rosse, selvaggina, salumi e formaggi caprini.


AlsaziaGewurztraminer d’Alsace -Caratterizzato da una componente aromatica potente, corposo e generoso. I suoi descrittori tipici spaziano tra frutta esotica, fiori e spezie. Ideale su piatti di cucina esotica e su tutte le preparazioni profumate e piccanti. N.B. In l’Alsazia in etichetta si trova proprio scritto “Gewurztraminer” con la “u” e non con la “ü”.  

Pinot Gris d’Alsace - Vino di struttura, ampio e carnoso, sviluppa note fumé e aromi di sottobosco, frutta secca e pane fresco. Acquista fascino ed espressività con il trascorrere degli anni. Eccellente il suo abbinamento con il foie gras, sia spadellato sia in terrina.

Riesling d’Alsace - Ha tutti gli elementi per essere vino di grande freschezza, tuttavia è la componente minerale che prevale e che, in funzione della tipologia dei terreni su cui il vitigno cresce, spazia tra pietra focaia e idrocarburi. Perfetto sulla cucina tradizionale alsaziana.

Muscat d’Alsace - Realizzato sempre in versione secca, emana un profumo di uva fresca, talvolta accompagnato da sottili note floreali. Proposto spesso come aperitivo, è il migliore abbinamento per gli asparagi.

I Grands Crus sono realizzati con le sole quattro uve nobili: riesling, muscat, pinot gris, gewürtztraminer (con qualche eccezione consentita dai rispettivi disciplinari). Sebbene i Grands Crus mantengano talvolta alcune delle caratteristiche di partenza del vitigno, sono soprattutto caratterizzati dalla grandezza del loro terroir, che spesso trascende le caratteristiche del varietale.

Vendanges Tardives e Sélection de Grains Nobles - Rappresentano una piccola nicchia nel panorama vinicolo alsaziano. I primi sono prodotti con uve raccolte dopo qualche settimana dalla vendemmia regolare, a volte attaccate da Botrytis Cinerea, mentre i secondi provengono sempre da uve attaccate dalla botrite, con una permanenza in pianta superiore e un livello di concentrazione più elevato.

La serata si chiude con un brindisi a distanza con Alsace Grand Cru Saering Muscat 2013 di Dirler - Cadé, un grande finale per questo riuscitissimo primo appuntamento della rassegna!