Bordeaux: tra potenza e fascino – Parte seconda

Bordeaux: tra potenza e fascino – Parte seconda

Approfondimento Francia
di Susi Bonomi
22 giugno 2020

Prosegue l’affascinante viaggio nel territorio di Bordeaux con la seconda parte del racconto della lezione condotta da Luisito Perazzo all'esordio dell’iniziativa “Annessi e Connessi”

Dopo aver raccontato di storia e classificazioni (vedi qui Parte prima) prosegue il viaggio nel bordolese con Luisito Perazzo per scoprire le diverse denominazioni regionali, sub-regionali e comunali, i vitigni che meglio si sono adattati nel tempo e le principali caratteristiche che dovremmo ricercare nei vini di Bordeaux.

I vitigni rossi coltivati nella Regione viticola sono sei: merlot (circa 62% della superficie vitata), cabernet sauvignon (25%), cabernet franc (12%); petit verdot, malbec e carmenère (1% in totale). Fra le peculiarità, il merlot – più morbido - stempera il carattere irruento del cabernet sauvignon, uva nobile che nei vini esalta sempre il frutto e riflette bene il terreno e l’ambiente pedoclimatico, mentre il cabernet franc aggiunge complessità aromatica esprimendosi attraverso le tipiche note vegetali.

I vitigni bianchi sono nove: sémillon (54%÷80%), sauvignon blanc (variabile, ma in ascesa), muscadelle (7%) i principali; colombard, chenin blanc, merlot blanc, ugni blanc, ondenc e mauzac in quantità decisamente minori. Il sémillon, facilmente botritizzabile, dà profumi di frutta candita, spezie dolci, ma talvolta ha un’acidità contenuta che invece è generosa nel sauvignon “Bordeaux” come è detto in questa zona il sauvignon blanc, estremamente differente da quello della Valle della Loira, in grado di interpretare magnificamente il terreno come nei Sancerre e Pouilly-Fumé. Fruttato, seppur con un carattere vegetale, eccezionale nelle Graves, nel bordolese è semplicemente se stesso, libero di esprimere pienamente il suo carattere varietale.

Addentrandoci nel territorio scopriamo come muoverci fra i vari comuni. Nella prima parte della serata, Luisito aveva già evidenziato come le due rive della Garonna sono estremamente differenti dal punto di vista pedoclimatico. Sulla riva di sinistra si collocano il Médoc, le Graves e Sauternes mentre sulla riva destra, anche rispetto alla Dordogna, si trovano Libournais, Blayais e Bourgeais. Fra Garonna e Dordogna, si posiziona la regione dell’Entre-Deux-Mers, come dice il nome stesso. Andiamo a scoprire cosa li caratterizza.

 
Le zone produttive di BordeauxLa riva sinistra

Médoc

Un totale di 15300 ettari (52% a cabernet sauvignon), ha due AOC sub-regionali: a nord, il Médoc vero e proprio (originariamente chiamato Bas Médoc) con 650 proprietari, 130 châteaux, produzioni artigianali, Cru Bourgeois e Cooperatives, per un totale di 37 milioni di bottiglie. A sud, l’Haut-Médoc all’interno del quale si trovano anche sei AOC comunali che, come le due sub-regionali, sono valide solo per i vini rossi:

  • Saint-Estèphe: 5 châteaux, prevalenza di merlot – Robusto, tannico, longevo
  • Pauillac: 3 Premiers Crus Classés, 18 châteaux, molto cabernet sauvignon – Potente, longevo, evolutivo
  • Saint-Julien: 11 châteaux e 85% di Cru Classé - Fine ed elegante
  • Margaux: 1300 ha, 1 Premier Cru Classé, 21 châteaux – Setoso, raffinato e aristocratico
  • Listrac-Médoc e Moulis: nessun Cru classé

Graves e Sauternes

5000 ha in totale, è il territorio che ha reso famoso il Bordeaux: il clairet è nato qui. Unica zona in cui vi è dicotomia fra grandi vini rossi e grandi vini bianchi secchi, con 6 Appellations:

  • Graves: vini rossi e bianchi secchi, in tutta la regione – Minerale e affumicato
  • Graves Supérieures: solo vini bianchi con residuo zuccherino, dall’abboccato al dolce, in tutta la regione
  • Pessac-Léognan: 10 comuni, 1300 ha, 15 Crus Classés (per i bianchi, per i rossi o per entrambi)
  • Sauternes
  • Barsac
  • Cérons

Sauternes e Barsac sono denominazioni famose per i vini dolci, a prevalenza sémillon, in cui le caratteristiche sensoriali sono dominate dalla presenza, negli acini, di Botrytis Cinerea, la famosa muffa nobile. Per conferire il suo caratteristico sentore al vino, si sceglie di effettuare una vendemmia detta trie (raccolta effettuata con diversi passaggi nel vigneto per selezionare gli acini botritizzati al punto giusto). Le rese sono bassissime: 15-40 hl/ha. Il vino più famoso? Il Premier Cru Supérieur Chateau d’Yquem, l’unico in grado di reggere invecchiamenti decennali. Dolci sono anche i vini con le denominazioni Cérons.

Presenti nella stessa zona, ma sulla riva destra della Garonna, vi sono altre AOC di vini dolci ottenuti con le tre principali uve bianche botritizzate: Cadillac, Loupiac e St. Croix du Mont, molto famose al tempo degli inglesi.  

La riva destra

Libournais

Feudo del merlot (dal 60 al 90%), con 14 AOC, è la regione del Libournais che, con un clima più fresco rispetto alla rive gauche, produce vini più fruttati, docili, meno austeri, più piacevoli ed eleganti. In alcuni cru di St. Émilion e Pomerol si tornano ad avere vini leggendari, molto longevi. La produzione è quasi esclusivamente dedicata ai vini rossi.


St. Emilion

Saint-Émilion

È la più antica regione viticola bordolese, con 5500 ha coltivati in prevalenza a merlot e cabernet franc. Ha due denominazioni: St. Émilion, un vino rosso semplice proveniente dalle Cooperatives e St. Émilion Grand Cru, che ha solo 0,5% di alcol in più rispetto al base, ma nulla più. Il livello qualitativo sale con i Grand Cru Classé, rivisti ogni anno, mentre sul gradino più alto della qualità si hanno i Premier Grand Cru Classé “A” e “B”, rivedibili ogni 10 anni. Nel 1958 si avevano 13 Grand Cru Classé (2 “A” e 11 “B”) mentre ad oggi, secondo la classificazione del 2012, sono 18 di cui 4 di tipo “A”. A St. Émilion i terreni e i vitigni che vi insistono sono molto variabili: a nord-ovest, calcarei, a prevalenza cabernet mentre a sud, argillosi, con il merlot a farla da padrone. All’interno della denominazione, inoltre, possono essere identificate anche 4 sottozone: Plateau, Côtes, Graves e Sables, ma si tenga conto che la frammentazione e la complessità dei terroirs è ancora maggiore, poiché giocano tantissimi fattori a produrre vini dai profili sensoriali molto variegati. Ed è questo il motivo per cui si rende necessaria una revisione annuale dei Grand Cru Classé. Nel nord-est, infine, si hanno Appellations satellite come Lussac, Montagne, St. Georges(zona migliore) e Puisseguin in cui gli indipendenti e le Cooperatives fanno vini ottimi a prezzi abbordabili.

Pomerol

Fino alla gelata del 1956 a Pomerol imperversavano i vitigni bianchi che davano vini mediocri. Ma la perdita quasi totale della vigna fece la fortuna di questa zona perché quando si decise di reimpiantarla si scelse di puntare sul merlot, con alte densità d’impianto e basse rese per ettaro. Da allora le cose sono decisamente cambiate e oggi si producono vini fra i più fini e longevi al mondo con espressioni di altissimo livello come Château Pétrus, riconosciuto come miglior vino del mondo, ma anche Le Pin, uno dei più famosi Vins de Garage che strappa talvolta prezzi più alti di Pétrus stesso. Uno degli aspetti più interessanti a Pomerol è il sottosuolo a strati ferrosi chiamato Crasse de Fer con la presenza di argilla che garantisce la perfetta maturazione delle uve assicurando ai vini struttura con tannini vellutati, molto fruttati e speziati da giovani, con una tipica nota di tartufo in evoluzione.

Spostandosi a sud troviamo i Premieres Côtes de Bordeaux AOC (vini bianchi e rossi, in ascesa) mentre nell’estrema parte orientale si incontrano le AOCs Côtes de Castillon (rossi) e Bordeaux-Côtes de Francs (bianchi secchi, dolci e rossi). A ovest le AOCs Fronsac e Canon Fronsac (solo rossi) apprezzati alla Corte di Versailles.

Blayais e Bourgeais

Bourg è una cittadina difronte a Bordeaux, circondata da vigneti e conosciuta fin dai tempi dei Romani mentre Blaye, oggi nota per il caviale, forniva in passato vino bianco da ugni blanc destinato al Cognac. Entrambe le zone sono diventate mete turistiche per l’acquisto di buoni vini, bianchi e rossi, a prezzi bassi, sotto le AOCs Côtes de Bourg e Premieres Côtes de Blaye (vini bianchi e rossi), e Côtes de Blaye (bianchi con un minimo del 60% di colombard).


Entre-deux-MersEntre-deux-Mers

È la più vasta zona del bordolese. Entre-deux-Mers AOCprevede solo vini bianchi secchi la cui qualità sta crescendo con l’introduzione di fermentazioni a freddo e forme d’allevamento alte, mentre i rossi escono con le etichette Bordeaux e Bordeaux Superieur.

Altre Appellations sono:

  • Côtes de Bordeaux Saint-Macaire (vini bianchi secchi e dolci)
  • Haut Benauge (vini bianchi secchi e dolci)
  • Entre-deux-Mers Bordeaux (vini bianchi dolci)
  • Graves de Vayres (vini rossi)
  • Sainte-Foy-Bordeaux (vini dolci)

La teoria finisce qui ma, come ogni serata sul vino che si rispetti, non può terminare senza degustazione. Soprattutto, chi ha parlato così tanto, ha bisogno di dissetarsi. E allora, dopo un attimo d'assenza, davanti allo schermo ricompare Luisito con un calice di vino dal colore giallo paglierino, di media intensità, con note fruttate e vegetali. Piacevole in bocca, agrumato, snello e dal buon equilibrio. Certo, avendo a disposizione la stessa bottiglia, l’avremmo assaggiato con piacere pure noi. Ma, purtroppo, stavolta dobbiamo fidarci e possiamo solo immaginarlo.


Se qualcuno conosce Luisito sa che limitarlo a degustare un solo vino non gli dà particolare soddisfazione. E così seguono altre bottiglie e altre degustazioni. Alla fine rimarranno sul campo di battaglia ben 6 Bordeaux, in attesa di tempi migliori in cui ci ricongiungeremo per fare un brindisi tutti insieme. 

Vini selezionati e degustati (da Luisito)

  • Bordeaux Blanc Monopole 2018 – Kressmann (sauvignon blanc 100%)
  • Bordeaux Blanc 2012 – Chateau Pierrail (sauvignon blanc, sauvignon gris)
  • Saint-Estèphe Cru Bourgeois 2014 – Chateau La Commanderie
  • Haut Médoc Gran Vin 1982 – Chateau Larose Perganson
  • Pomerol 1995 - Chateau La Conseillante
  • Sauternes 1994 - Chateau de Malle