Champagne, il vino dai mille volti

Champagne, il vino dai mille volti

Approfondimento Francia
di Ilaria Ranucci
10 ottobre 2022

In compagnia di Luisito Perazzo e di sei vini di grande personalità e impatto, per comprendere le mutevoli espressioni dello champagne e l’indiscusso potenziale.

L’incredibile varietà di espressioni è uno dei tratti distintivi dello champagne. Innanzitutto, per la diversità dei tre principali vitigni, dalla frutta rossa, spezia e grinta del pinot nero, alla mela ossidata e castagna del pinot meunier, fino alla nocciola, agrume, tostatura e mela cotogna dello chardonnay. Si va però molto oltre con la diversità geologica di una regione che è errato liquidare con l’equazione: champagne = gesso. L’articolazione delle zone e dei villaggi aggiunge complessità ed è, da tempo, anche consolidata in una classificazione per qualità non sempre ancora attuale. Infine, non si devono dimenticare i diversi stili e che ogni produttore sviluppa il proprio, in alcuni casi - anche tra quelli dei vini degustati a Enozioni - rompendo gli schemi e creando nuovi paradigmi.

Luisito PerazzoParlare in poco più di un’ora degli stili produttivi in Champagne è ambizioso, ma indubbiamente un relatore come Luisito Perazzo e sei vini di grande personalità e impatto sono stati la carta vincente.

Siamo partiti con LesVignes de Montgueux di Jacques Lassaigne, produttore che lavora in biodinamica. Un Blanc de Blanc da chardonnay, fermentato in rovere con 48 mesi di tirage, tipicamente prodotto con assemblaggio prevalente di due annate. Ammandorlato al naso, allo stesso tempo dolce di frutta gialla, è il tutto accompagnato dalla tostatura. Cremoso al primo assaggio, arrivano poi sapidità e un’acidità a tratti sprezzante.

Entre Ciel et Terre 2013 di Françoise Bedel ci ha presentato un carattere decisamente diverso, puntando molto sul meunier che rappresenta l’80% dell’uvaggio. Un altro vino biodiamico e fermentato in rovere, con ben 54 mesi di tirage, che ha espresso in pieno la nota di mela ossidata del meunier, oltre ad agrume, minerale, foglia, cedro candito, coriandolo. Saporito in bocca, con una bella struttura e molta energia. Nessun segno di stanchezza a quasi quattro anni dalla sboccatura.

Una vigna di circa 60 anni, niente meno che ad Avize, ci ha regalato il quarto vino, Mycorhize di De Sousa, un produttore biodinamico con uno stile molto polarizzante. Il vino fermenta in barrique ed è prodotto con una stratificazione di annate. 100% chardonnay, 36 mesi di tirage. Il naso rivela il vitigno bianco, frutta a pasta gialla, pesca, lana strigliata, zagara, zenzero, brioche, crema pasticcera, cera. Un vino accondiscendente con grande connubio acido-sapido, che riflette il cru di origine, di grande sapidità.

I viniIl quinto vino è stato, per nostra fortuna, un V.O. di Jacques Selosse in notevole stato di grazia. Altro produttore biodinamico che ricava questo vino da vigne in media di 45 anni. Fermentazione in barrique e 48 mesi di tirage per un vino che ti travolge senza fatica, con tutti i tratti espressivi dello chardonnay di cui è composto. Intrigante e articolato, con piacevolissime note balsamiche. Un vino che Luisito ha descritto come «severo, ma che sorride spesso. Profondo e materico».

Infine, una bottiglia purtroppo “tappata” ci ha concesso una “doppia dose” di Tarlant, un produttore molto rigoroso nella vinificazione, di cui abbiamo apprezzato, prima, La Vigne d’Or 2004, e poi, una bottiglia molto felice della Cuvée Louis, della rimarchevole annata1996. La Vigne d’Or è un meunier da vigne di circa 65 anni, con ben 216 mesi di tiraggio e dosaggio zero. Si è presentato al naso con sentori tipici del meunier evoluto: fiori secchi, frutta macerata, zucchero caramellato, smalto, etere, ceralacca. All’assaggio, una struttura da rosso importante, a metà tra salato e amaro. Molto potente. Cuvée Louis 1996, infine, ha confermato l’eccellenza dell’annata, con il perfetto equilibrio, l’integrità e l’evoluzione dei profumi di sottobosco, foglia, marzapane, zucchero di canna, champignon.

Un finale da ricordare per una carrellata di champagne diversi ma con in comune una indiscussa qualità. Una degna chiusura per una degustazione da ricordare.