Destinazione Loira. Itinerario nel vigneto più lungo di Francia

Destinazione Loira. Itinerario nel vigneto più lungo di Francia

Approfondimento Francia
di Sara Missaglia
15 marzo 2021

Dalla rassegna Annessi e Connessi promossa da AIS Lombardia si parte per la Loira, risalendo il lungo fiume guidati da Artur Vaso che ci accompagna tra le denominazioni e i vitigni che hanno reso famosi i vini della regione in tutto il mondo.

Se non fosse un “normale” venerdì sera e non fossimo collegati attraverso una piattaforma digitale, potremmo essere in una fiaba: la Loira è infatti terra di châteaux, abbazie, vini e ambientazioni senza tempo. Artur Vaso ci porta là, dove tra Medioevo e Rinascimento potremmo vivere in epoche fiabesche, con la compagnia di vini che hanno in sé storia e cultura.

Ci troviamo al 47° parallelo, un po’ più a sud rispetto alla Champagne, molto vicini all’Atlantico: dal Massiccio Centrale a ridosso della Borgogna del Beaujolais sino all’Oceano, la Loira è la zona vitivinicola più estesa della Francia e la terza del Paese in termini di ettari vitati, con la parte centrale classificata come Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Il relatoreSiamo in una regione viticola dal clima atlantico e continentale, con escursioni termiche soprattutto in estate che accentuano l'intensità olfattiva del vino. Un gran numero di microclimi, diversi a seconda delle zone, con influenze marcate per effetto delle brezze e dei venti che giungono da Nord.

Prima dei vigneti, il grande protagonista è il fiume Loira, che traccia una geografia molto particolare e che testimonia varietà geologiche e climatiche uniche, attorno alle quali si sviluppano produzioni con caratteristiche molto diverse. Il fiume è un fil bleuche lega i numerosi areali attraverso la bellezza, tra castelli e abbazie dai poteri forti che hanno giocato un ruolo importante nella storia del vino: dal V al X secolo la viticoltura è infatti dominio di monaci e vescovi che mantengono la vite, curano i vigneti e contribuiscono a dare un impulso alla coltivazione e al commercio: il fiume Loira è partner fondamentale, in quanto principale arteria e via di comunicazione del regno.

Le abbazie e i castelli facevano vini di qualità, in particolare tra il XVI e il XVII, secoli in cui la Loira diventa il primo porto vinicolo della Francia, con Nantes che gioca un ruolo centrale nel commercio del regno: sale, pesce, grano, materiali e, naturalmente, vino. Nel 1885 la produzione si arresta bruscamente e viene quasi azzerata: la fillossera riduce al solo 10% rispetto al passato la produzione, e solo un lavoro di scelta e di selezione dei vitigni all’interno di un attento processo di controllo consente di recuperare in qualità ed espressione, senza cedere a produzioni massive.

I vigneti della LoiraQuattro macroaree come Nantes, Anjou-Saumur, Touraine e Centre-Loire per quello che può essere a buon diritto considerato il più lungo vigneto d’Europa. I corsi d'acqua che si snodano intorno al fiume Loira, il clima prevalentemente atlantico e continentale, la presenza di suoli e sottosuoli molto diversi e di grande complessità geologica impattano inevitabilmente sui vini, più complessi e impegnativi rispetto ad altri vini da medesimi vitigni di altre zone del mondo. 1.020 chilometri di rete idrografica generata dal fiume, che gioca un ruolo essenziale nell’identità e nella peculiarità dei vini: il patchwork geologico fa riferimento a gneiss, micascisti, graniti, gessi tufacei, sabbie e ghiaia depositata dal fiume stesso, argille, silex, marne del Kimméridgien, calcare e arenarie. Il legame con ilterroir è quindi fondamentale e identitario: il terreno calcareo e gessoso assorbe calore e consente all'uva di maturare più facilmente, conferendo ai vini eleganza, profumi e freschezza.

Gli spessi strati di marne e rocce sedimentarie, composte da calcare e argilla, si alternano a calcare di epoca giurassica e regalano, soprattutto al sauvignon blanc, struttura e complessità: note floreali di fiori bianchi e di rosa, accompagnate da sentori agrumati di cedro e pompelmo, su uno sfondo vegetale e di fumé. In presenza delle marne i sentori minerali diventano invece protagonisti. Dove si trovano silice, argilla e conglomerati silicei i vini necessitano di più tempo per esprimersi: vini complessi e di carattere, ricchi di elementi che hanno bisogno di periodi evolutivi più lunghi per gestire la ricchezza strutturale, alla ricerca di equilibrio.

La produzione di vini nella valle è relativa a diverse tipologie: bianchi, rossi, rosati, spumanti e vini dolci. 51 appellazioni molto diverse tra loro, con i bianchi che rappresentano il 44,2% della produzione, i vini rosati il 25,2%, i rossi il 18,2% e gli spumanti il 12,4%. Vini a base di sauvignon blanc e chenin blanc rendono la valle della Loira famosa e apprezzata anche all’estero, in particolare negli Stati Uniti, che assorbono una gran quota della produzione; interessante è, comunque, anche la produzione di vini a base di cabernet franc e gamay. Si tratta, per la quasi totalità, di vinificazione in purezza. La regione è inoltre nota per il Muscadet da uve melon de Bourgogne.

Le AOC più importanti evocano vini tra realtà e leggenda: Sancerre, Pouilly-Fumé, Vouvray, Savennières, Quarts de Chaume, Montlouis, Anjou-Saumur, Touraine, Muscadet, raggiungendo la costa oceanica nei pressi della città di Nantes.

I viniLe AOC Sancerre e Pouilly-Fumé sono legate alla produzione forse dei migliori vini al mondo da uve sauvignon blanc: la matrice olfattiva affumicata, i sentori di pietra focaia, la marcata acidità in presenza di grande finezza ed eleganza, queste le principali caratteristiche. Sancerre è l’unica realtà che consente la produzione di bianco, rosso e rosato con caratteristiche village. Nell’areale che fa capo a Touraine, di buon livello è la produzione di vini anche rossi, soprattutto a base di cabernet franc e di gamay. I bianchi più noti appartengono invece alla denominazione Vouvray, con impiego di chenin blanc vinificato in purezza. Anjou-Saumur è un areale celebre in particolare per i vini rosati, talvolta con un residuo zuccherino più marcato, e lo chenin blanc della denominazione Savennières regala vini caratterizzati da freschezza e mineralità, con buona possibilità di evoluzione. Molto conosciuto e apprezzato è il Rosé d’Anjou, prevalentemente da uve grolleau.

Il viaggio di Artur si chiude con un’incursione nel Muscadet e nell’area intorno a Nantes, non lontano dalla costa Atlantica. Il Melon de Bourgogne, conosciuto a livello locale come Muscadet, è il vero protagonista: si tratta per lo più di un vino diretto, semplice, immediato, gradevole e dissetante, perfetto in abbinamento con i piatti della zona a base di crostacei, soprattutto ostriche.  Nome e origine del vitigno sono legate alla forma della foglia che ricorda il melone, e al territorio da cui proviene. Si tratta di un incrocio tra pinot nero e gouais blanc, vitigno oramai estinto. Nel Muscadet viene prodotto anche il Gros Plant, un vino beverino ottenuto da uve folle blanche.

Degustazione:

Sancerre AOC Harmonie 2015 - Domaine Vincent Pinard (Bué): il colore è delicato, con la lucentezza che domina. I terreni ci riportano a marne e calcare: il naso è esplosivo, con note agrumate, pesca e frutta a polpa bianca. In bocca l'ingresso è vibrante di acidità: l'annata 2015 si rivela molto fresca. La percezione minerale, sapida, a tratti salata, è marcata, evidente, piacevolissima. Gradevoli se degustati giovani, con una verticalità che stupisce, sono vini che acquistano complessità lasciandoli in bottiglia per qualche anno.