Rodano. Identità dall’articolata fisionomia ampelografica

Rodano. Identità dall’articolata fisionomia ampelografica

Approfondimento Francia
di Giovanni Bordin
30 novembre 2020

Continua la rassegna Annessi e Connessi con la scoperta della Valle del Rodano, in compagnia di Artur Vaso: un territorio bellissimo, variegato e sfaccettato con un patrimonio considerevole di vitigni.

La Valle del Rodano è sempre stata una via di grande passaggio, una strada di collegamento tra il Mediterraneo e l’Oceano Atlantico. L’influenza della Chiesa, il ricco patrimonio architettonico e la storia di un fiume fanno di questa zona un luogo affascinante. Nessun’altra parte di Francia può vantare tutte queste caratteristiche.

Nella Valle del Rodano la vite si coltiva da più di 2000 anni: nel IV secolo a.C. alcune popolazioni in fuga dalla Turchia e dalla Grecia, a causa delle invasioni persiane, arrivarono in questa terra. Poi i Galli, che fondarono la città di Lione, proseguirono la coltivazione della terra. Durante l’Impero Romano, le truppe di legionari romani risalirono il grande fiume, costruendo città, acquedotti e terrazzamenti, utilizzati per secoli dall’agricoltura.

Nel Medioevo fu l’influenza della Chiesa a mantenere in vita la viticoltura, fino ad arrivare al XIV secolo con la presenza di ben 7 Papi che, con lo Scisma d’Occidente, fissarono la loro sede nella città d’Avignone. Papa Clemente V (1305 – 1314), il cui fratello era proprietario di un’azienda produttrice vino a Bordeaux, cominciò a impiantare molti ettari di vite nei territori vicino al fiume. A lui succedette Papa Giovanni XXII (1316 – 1334), già vescovo di Avignone con il nome di Jacques Duèse, che iniziò i lavori per la costruzione del Palazzo dei Papi nella città, facendola di fatto diventare un punto nevralgico per il commercio e il pellegrinaggio.


Il relatoreNel 1731 la città di Tavel e l’area circostante furono regolamentate e apparsero le lettere CDR (Coste du Rhône) sulle grandi botti nelle cantine mentre nel XIX secolo la Coste du Rhône divenne Côtes du Rhône, estendendosi ai vigneti situati sulla riva sinistra del Rodano. Anche qui, purtroppo, arrivò la fillossera e i conseguenti anni bui, ma per fortuna la ripresa iniziò il 4 ottobre 1923 con la nascita del Sindacato dei proprietari e viticoltori di Châteauneuf-du-Pape, per la difesa delle appellazioni d’origine, il punto d’inizio per le AOC francesi e per la fondazione dell’INAO. Il 15 maggio 1936, il Presidente della Repubblica francese Albert Lebrun firmò i decreti delle prime 6 Appellation d’Origine Contrôlée: Arbosis, Tavel, Cognac, Cassis, Monbazillac e Châteauneuf-du-Pape.

La Valle del Rodano può essere divisa geograficamente in due aree molto diverse. A nord abbiamo il Massiccio Centrale con terreni argillosi, sassosi e granitici, solo il 10% della produzione totale e la concentrazione di tutti i crus principali. A sud la fanno da padrone les galets, ciottoli che di notte rilasciano il calore del sole e allontanano le malattie della vite, sopra un fondo calcareo, risultato di depositi fluviali e marini.

Anche il clima è diverso: a nord fresco, temperato e continentale; a sud vi è una netta influenza mediterranea con la presenza del vento Mistral che soffia circa 120 giorni l’anno, purificando l’aria, rendendo mite l’inverno e donando sanità alle uve.

Nella regione della Valle del Rodano, i vigneti sono caratterizzati da piante molto basse e distanziate con rese molto contenute. Grenache noir, mourvèdre e picpoul noir sono le tre varietà coltivate principalmente a gobelet, ma sono anche impiegati il cordon de royale il guyot.


La coltivazioneDue correnti di pensiero fanno classificare i produttori in tradizionalisti e innovatori. I primi utilizzano il grappolo intero senza diraspatura, arrivando a produrre vini ricchi di tannini che donano immensa struttura al vino. I secondi utilizzano grappoli completamente diraspati producendo vini più rotondi e gentili.

Anche i vitigni impiegati si differenziano tra nord e sud. Nel settentrione si ha una prevalenza di syrah e grenache quali vitigni rossi e clairette blanche, marsanne, roussanne e viognier per le uve a bacca bianca. A sud le varietà sono molteplici: grenache, syrah, mourvèdre, carignan, calitor, cinsault, calirette rose, counoise, grenage gris, marselan, muscardin, muscat noir, picpoul noir, terret noir e vaccarèse per i vitigni rossi mentre quelli a bacca bianca sono grenache blanc, clairette blanche, marsanne, roussanne, maccabeo, muscat blanc, picardan, picpoul blanc, ugni blanc e rolle.

Tra i più significativi abbiamo:

Grenache, originario della penisola iberica, ha trovato la sua terra d’elezione per la produzione dello Châteauneuf-du-Pape. Conferisce al vino potenza e la capacità di sfidare il tempo. Per raggiungere l’equilibrio, i viticoltori di solito lo assemblano con mourvèdre, syrah e cinsault.

Syrah, varietà a bassa resa, apporta un carattere speziato e deliziose note di viola. Produce vini colorati, strutturati, tannici e di media acidità.

Mourvèdre, dalle origini misteriose, regala vini molto colorati, potenti, corposi e strutturati, ampi, tannici e di grande finezza.

Viogner, arrivato probabilmente dalla Dalmazia, trova il suo luogo d’elezione a Condrieu e Château Grillet. Dà vini ricchi in alcol e rotondi che sviluppano intensi aromi floreali di violetta e acacia. Negli anni raggiunge le complesse sfumature di miele, muschio, pesca e albicocca.

La Valle del Rodano è la seconda regione francese in termini di produzione vinicola dopo Bordeaux. La viticoltura biologica occupa circa il 10% del totale vitato e vine esportata circa metà della produzione quasi esclusivamente verso i mercati americani, inglesi e belgi.

Le appellazioni della Valle del Rodano sono: Côtes du Rhône, Côtes du Rhône Villages, Crus des Côtes du Rhône, Vins doux naturels e Vallèe du Rhône.


La piantinaLa Vallèe du Rhône settentrionale è suddivisa in 12 appellazioni e 8 crus: Coteaux de Die, Crèmant de Die, Côte Rôtie, Condrieu, Château Grillet, Saint Joseph, Crozes Hermitage, Hermitage, Cornas, San Péray, Clairette de Die e Châtillon en Diois.

La Vallèe du Rhône meridionale è suddivisa in 17 appellazioni e 9 crus: Vacqueyras, Clairette de Bellegarde, Costières de Nimes, Girandas, Châteauneuf-du-Pape, Lirac, Tavel, Grignan les Adhémar, Ventoux, Luberon, Côtes du vivarais, Pierrevert, Duché d’Uzés, Beaumes de Venise (VDN Muscat de Beaumes de Venise), Vinsobres, Rasteau sec, (VDN Rasteau) e Cairanne.

La Côtes du Rhône conta poco più di 30.000 ettari vitati, la maggior parte con vitigni a bacca rossa. La resa per ettaro è fissata al massimo di 42 hl e l’export incide per poco più del 30% sul prodotto finale. I vigneti si estendono per oltre 200 km, da Vienne ad Avignone, e la denominazione comprende 171 comuni in 6 distinti dipartimenti: Ardéche, Drôme, Gard, Bouches du Rhône, Loire e Vaucluse. I principali vitigni sono: grenache noir, syrah e mourvédre, a bacca rossa; grenache blanc, clairette, marsanne e viognier, a bacca bianca.

I Crus des Côtes du Rhône settentrionale sono molteplici. La Côte Rôtie adagiata sulla riva destra del Rodano, a pochi chilometri da Lione, è la denominazione più settentrionale della Valle del Rodano, composta da 319 ha. Poi abbiamo Condrieu, con 200 ettari vitati, il cui vigneto si sviluppa su 7 comuni: Condrieu, St. Michel sur Rhône, Vérin, Chavanay, Saint Pierre de Boeuf, Malleval e Limony. I 4 comuni più a sud possono anche rivendicare l’AOC Saint Joseph. I terreni sono principalmente granitici e i declivi terrazzati sono molto rapidi e il viognier è praticamente l’unica uva che dona morbidezza e generosità. Château Grillet, letteralmente “alla griglia” o “bruciata dal sole”, tra i comuni di Vérin e St. Michel sur Rhône, è un piccolo appezzamento di soli 3 ha e produce esclusivamente vini bianchi, 100% viognier. Saint Joseph, anticamente chiamato “Vin de Mauves”, è sito sulla riva destra del fiume Rodano a livello del 45° parallelo, di rilevante ampiezza, per una lunghezza di 50 km e oltre 1300 ha quasi tutti a bacca rossa: syrah, roussanne e marsanne. Crozes Hermitage, sulla riva sinistra del Rodano, è il più grande vigneto delle denominazioni settentrionali e si estende su undici comuni della Drôme. La sua storia è strettamente legata a quella della vigna del Hermitage, 1763 ha e rese massime fissate a 43 hl/ha, terreni di ghiaia laminata con argilla rossa. Hermitage, il cui vigneto si estende su tre comuni della Drôme sulla riva sinistra del Rodano. Qui il clima è di netta influenza mediterranea e i vini rossi sono a base syrah con aggiunte massime del 15% di roussanne e marsanne. Cornas, un anfiteatro naturale di 150 ha situato sul versante orientale del Massiccio Centrale. Saint Péray, 100 ha tutti a vitigni a bacca bianca; il 15% dei vini prodotti sono spumanti o vini frizzanti.


Il paesaggioSe passiamo ai Crus des Côtes du Rhône meridionale, il primo che incontriamo è Vacqueyras, in provenzale “Valle delle Pietre”. Già nel 1414 è nota la presenza di viti nel villaggio facente parte del dipartimento di Vaucluse. 1438 ha quasi tutti coltivati a bacca rossa: grenache, mourvèdre e syrah. Gigondas; nel 1971 fu il primo Côtes du Rhône Village a diventare cru. I suoi vigneti sono per la prevalenza coltivati a bacca rossa, soprattutto grenache. Il clima è mediterraneo, secco e caldo, con presenza del Maestrale. Châteauneuf-du-Pape, nel dipartimento del Vauclusse, si estende su un’area di produzione collocata su una collina alta 120 m s.l.m., nel cuore della pianura del Comtat Venaissin, a metà strada tra le città di Avignone e Orange. Il censimento del 2019 fissa a 3145 gli ettari vitati, suddivisi in 5 comuni. Il 30% della superficie dell’AOC è condotta in biologico, in costante aumento. Lirac, sulla riva destra del Rodano a nord-ovest di Avignone, ha il vigneto che si estende su terrazzamenti e pendii soleggiati: qui si arriva addirittura a 2700 ore di sole all’anno. Tavel, in cui si produce il vino rosato forse più famoso al mondo. Superficie vitata di 904 ha con grenache, cinsault, bourboulenc, clairette, mourvèdre, picpoul, syrah, carignan e calitor. La vinificazione avviene solo per macerazione a freddo, segue la fermentazione alcolica a temperatura controllata e talvolta svolge la fermentazione malolattica. Vinsobres, “vino sobrio”, con vigneti arroccato a un’altitudine che va dai 200 ai 450 m s.l.m., dà solo vini rossi da grenache, syrah e mourvèdre.. Cairanne, 846 ha vitati con rese massime fissate a 28 hl/ha, produce vini rossi e bianchi con l’uso dei vitigni più diffusi. Beaumes de Venise, 660 ettari vitati, gode di un clima decisamente mediterraneo e ha un paesaggio che ricorda la Toscana, con le dolci colline e la presenza di ulivi. Rasteau, arroccato su una collina di 200 m s.l.m., si trova di fronte alle Dentelles de Montmirai. Ha una superficie vitata è di 953 ha e si produce esclusivamente vino rosso da grenache, syrah e mourvèdre.

VDM Muscat de Beaumes de Venise, con il vigneto che si estende su terrazze centenarie anticamente popolate da ulivi. Qui il vitigno principe è il muscat à petits grains blanc e noir.

Vins Doux Naturel de Rasteau: solo 6 ettari e rese massime di 27 hl/ha, prodotto con grenache noir minimo al 90%, grenache blanc e gris a complemento.

Côtes du Rhône Villages: 95 comuni distribuiti in quattro dipartimenti: Ardèche, Drôme, Gard e Vaucluse. L’AOC è composta da 22 nomi geografici grazie al decreto del 2 novembre 1966, poi integrato. Un totale di 9005 ha e un prodotto di forte esportazione.

E infine troviamo la Vallèe du Rhône, distribuita su entrambe le rive del fiume Rodano. Sul lato sinistro identifichiamo Grignan lès Adhémar, Ventoux, Luberon, Châtillon en Dios, Clairette de Die, Coteaux de Die e Crémant de Die. Sulla riva destra incontriamo Côtes du Vivarais, Ducato di Uzès, Clairette de Bellegarde e Costières de Nimes.

Chiudiamo questo giro virtuale nella Valle del Rodano con una voglia immensa di partire e visitare questa parte di Francia, zona di elezione per grandi vini. Un grazie ad Artur Vaso per queste fantastiche ore passate davanti ad uno schermo, affascinati da una moltitudine di storie e aneddoti.