Da Villa Crespia a Muratori

Da Villa Crespia a Muratori

Attualità
di Florence Reydellet
17 luglio 2023

Villa Crespia diventa Muratori e si presenta a Milano. Un legame ancora più forte con il nome della famiglia, da tre generazioni al timone dell’azienda franciacortina.

Nata nel 1999, Villa Crespia affronta oggi un passaggio decisivo all’interno della sua storia: il cambio di nome e, allo stesso tempo, un nuovo approccio in vigna e in cantina con l’arrivo di un enologo di fama mondiale.  L’azienda franciacortina, diretta oggi da Michela Muratori, terza generazione della famiglia, ha scelto AIS Milano, dopo la presentazione all’ultima edizione del Vinitaly di Verona, per illustrare questa importante novità.  

Da Villa Crespia a Muratori, il cognome della famiglia: il passaggio sembra facile ma, come si sa, tutte le operazioni di rebranding sono sempre molto delicate da gestire. Non solo: oltre al nome, dalla vendemmia 2020 è stato affidato a Riccardo Cotarella, wine maker conosciuto a livello internazionale, oltre che presidente di Assoenologi, il compito di curare una nuova linea di Franciacorta. «Evolvere ogni giorno nel senso della continuità»: questo è il payoff scelto dall’azienda di Adro.

«Assieme al dottor Cotarella cerchiamo di valorizzare al meglio i vini della Franciacorta, mirando all’eccellenza. La produzione, seppur già vasta e qualificata, necessitava di fare un passo in più» ha affermato durante la serata Michela Muratori. E tra le esigenze dell’azienda vi era anche la necessità di avere il supporto di un professionista che fungesse da anello di congiunzione tra passato e avvenire. «Siamo dinanzi a un nuovo percorso che continua il lavoro fatto finora ma lo proietta nel futuro» ha sottolineato Riccardo Cotarella.

Oggi sono 54 gli ettari vitati di Muratori. La cantina, che si trova ai piedi del Monte Alto, ha però vigneti dislocati in ciascuna delle sei unità vocazionali individuate nel territorio franciacortino. Una peculiarità che consente alla famiglia Muratori di poter contare su un’ampia scelta di vini base per creare le sue cuvée e il processo produttivo interno prevede la raccolta e la vinificazione separata delle uve di ogni zona. Vi è, inoltre, una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale: l’azienda ha, infatti, ricevuto la certificazione biologica - sia in vigna sia in cantina -, ed è autosufficiente dal punto di vista energetico grazie all’impianto agro-fotovoltaico sospeso sopra le vigne, che contempla «pali in acciaio piantati nel terreno senza l’utilizzo del calcestruzzo, dunque a zero impatto ambientale» come evidenzia ancora Cotarella.

Degustazione

Dal sodalizio tra Muratori e Cotarella sono nati cinque vini, protagonisti della serata ospitata da AIS Milano. Stesse basi (vendemmia 2020), stesse sboccature (febbraio 2023), stessa tecnologia, ma diversi i dosaggi.

Franciacorta Brut

«Muratori Franciacorta Brut significa sintetizzare appieno l’idea di interpretazione pedoclimatica della Franciacorta in tutte le sue molteplici sfaccettature – ha spiegato Michela Muratori –. Un Franciacorta Brut che racchiude in sé ciascuna delle sei unità vocazionali della Franciacorta, da cui arrivano le uve, ormai ventennali, da sempre gestite direttamente dalla famiglia».

Franciacorta DOCG Brut
(in prevalenza chardonnay) 

Paglierino con riflessi verdolini, vivacizzato da bollicine persistenti. L’impatto al naso - una via di mezzo tra pera e biancospino - resiste a farsi ricondurre a un insieme coerente. Il gusto cammina lentamente: latita un po’ quanto a dinamicità. Generosa tuttavia la persistenza, minerale (osiamo la parola).

Franciacorta Brut Satèn ed Extra Brut Rosé 

«Due Franciacorta pensati in continuità con il loro passato, dal carattere mai scontato e sempre immediato» afferma ancora Michela Muratori

Franciacorta DOCG Brut Satèn
(100% chardonnay)

Luminoso giallo paglierino e perlage vivido. Il ventaglio gioca su sentori fruttati di pesca e albicocca; poi sussurrano il pitosforo e le erbe aromatiche. La freschezza si mette un po’ nei guai ma la sapidità torna indietro ad aiutarla. Giusto il finale con ritorni di pasticceria. 

Franciacorta DOCG Extra Brut Rosé
(in prevalenza pinot nero)

Giallo paglierino brillante con fine bollicine. Naso a due voci che discorrono a proposito di fruttato (pesca saturnina e fragola) e di fiorito (rosa). L’ingresso in bocca si rivela un po’ roboante. Garba invece la dinamicità e la salinità, a cui spettano il compito di chiudere a lungo.

Franciacorta Dosaggio Zero

Sempre Michela Muratori spiega come il Dosaggio Zero sia da sempre il caposaldo della famiglia Muratori. nelle sue interpretazioni Blanc de blancs (NumeroZero) e Blanc de noirs (Cisiolo). «Per noi il Dosaggio Zero significa che, in fase di sboccatura, il rabbocco viene fatto con lo stesso vino, quindi, oltre all’assenza di zuccheri, non viene aggiunto alcun tipo di sciroppo di dosaggio. Dosaggio Zero è dunque l’interpretazione più autentica del suolo».

Franciacorta DOCG Dosaggio Zero Blanc de Blancs “NumeroZero”
(100% chardonnay) 

Paglierino con riflessi dorati animato da un perlage persistente. Dietro una tenda di lieviti, esprime un corredo olfattivo pulito composto da vaniglia, biancospino, lime e uno sbuffo che rammenta l’erba appena tagliata. All’assaggio si percepisce un’abbondante cremosità e una corroborante sapidità. Il finale è lungo il giusto con ritorni salini. Si sottolinea la precisa corrispondenza gusto-olfattiva.

Franciacorta DOCG Dosaggio Zero Blanc de Noirs “Cisiolo”
(100% pinot nero)

Identici il colore e il perlage. Naso dapprima sommesso; porge in seguito il cedro, la mela e nuance floreali di ginestra. La sapidità è protagonista dell’assaggio che evidenzia in chiusura coerenti ritorni fruttati e la panificazione.