Il 2024 per le Marchesine fa rima con ospitalità

Il 2024 per le Marchesine fa rima con ospitalità

Attualità
di Barbara Giglioli
02 febbraio 2024

L’azienda agricola di Passirano è pronta a offrire un’esperienza di degustazione ancora più completa e immersiva, grazie alla nuova cantina, all’ampliamento dei suoi spazi e all’impegno per uno sviluppo sostenibile.

«Mi sento molto orgoglioso di poter dire che sono nato con la cantina, io c’ero quando tutto ha avuto inizio, anche se non avevo ancora coscienza di nulla». Passirano, è il 1985 quando il sogno di Giovanni Biatta passa nelle mani del figlio Loris e poi, negli anni a venire, in quelle dei nipoti Andrea e Alice. Il nonno inizia a vinificare nel 1978, ma è solo sette anni dopo che la vecchia cascina si trasforma nel luogo dove tutto prende un’altra forma, terreno fertile per il disegno di felicità e realizzazione di un’intera famiglia. 

Andrea Biatta, quando racconta la sua storia familiare, lascia viaggiare leggera la mente tra i ricordi. Calice in mano ed emozioni pronte ad esprimersi in tutta la loro verità. «Io me lo ricordo bene quando si lavorava in spazi angusti, ma con la gioia del nostro obiettivo: riuscire a fare bollicine in un territorio fortemente vocato per la produzione di Metodo classico». E ancora fa fatica a credere dove sono arrivati ora: un nuova cantina con tanto spazio pensato per la produzione, ma anche per l’accoglienza. Sì perché il 2024, in casa Le Marchesine, fa decisamente rima con ospitalità. «Questo è il risultato di anni di lavori e proiezioni dei nostri desideri - spiega Andrea - voi vedete ora il risultato, ma il progetto è ben più datato, andiamo indietro quasi di un decina di anni. Nel 2019 abbiamo iniziato lo scavo della cantina interrata, che è stata la base d’appoggio per la parte della nuova vinificazione e dell’ospitalità». E davanti agli occhi di chi decide di andare a visitare questa splendida realtà in Franciacorta, non c’è solo una semplice cantina, ma una famiglia che dell’accoglienza ha fatto la sua missione. Perché ancora prima dell’esistenza di luogo pensato appositamente per l’hospitality, Andrea e la sua famiglia hanno sempre accolto a braccia aperte coloro che erano interessati a conoscerli, ospitandoli direttamente a casa loro.

 «Prima di questi lavori, che oggi ci permettono di avere una parte dedicata ai nostri ospiti, noi avevamo sacrificato una parte della nostra abitazione per accogliere chi ci veniva a trovare e poter dare loro la possibilità di degustare i vini. Questo è sempre stato il cuore del nostro lavoro: farci conoscere, arrivare, raccontare chi siamo e lo abbiamo sempre fatto partendo dal bicchiere». E ora, grazie alla nuova cantina, all’ampliamento dei suoi spazi e all’impegno per uno sviluppo sempre più sostenibile sono pronti per offrire un’esperienza di degustazione ancora più immersiva e completa. «Con l’arrivo dell’alta stagione delle visite in cantina e grazie al nostro nuovo percorso eno-turistico, crediamo che il 2024 sarà un anno importante. Abbiamo visto che già nei due mesi di ottobre e novembre, un periodo abbastanza scarico per noi, abbiamo fatto il 30% di visite in più. È davvero un grandissimo risultato». 

Quattro anni di lavoro quindi per la realizzazione di un ampliamento di 3.500 metri quadrati in interrato, di 1.800 metri quadrati in superficie e di 800 su quattro piani per la zona accoglienza che comprende sala degustazione, sala meeting e conferenze, gli uffici e un'area per hospitality interna. Inutile dire che gli obiettivi dietro questo progetto sono ambiziosi. Primo su tutti quello di elevare la produzione dell’azienda alla soglia delle 700 mila bottiglie nei prossimi tre anni. A supportare questo obiettivo, oltre alla generosa vendemmia 2023 che garantirà 600 mila bottiglie per il futuro, ci sono i nuovi 10 ettari di terreno a Paderno acquistati e piantati dalla famiglia Biatta, che alzano a 60 ettari il totale del vigneto tra proprietà, affitti e conferitori fidelizzati. 
Al centro della filosofia in vigneto e in cantina c’è la sostenibilità. Sviluppo e crescita della produzione sì, ma sempre con la giusta attenzione agli impatti sul territorio. Nasce da queste basi dunque la volontà di rendere la realtà de Le Marchesine energeticamente autosufficiente, un progetto importante che, grazie all'impianto fotovoltaico, ha portato l’azienda alla quasi totale autosufficienza, andando a sopperire fino all’80% del nostro fabbisogno energetico.

Ma la di là dell’aspetto produttivo, punta di diamante di questo nuovo capitolo per Le Marchesine rimane quindi l’attenzione riservata alla crescita dell’enoturismo e dell'hospitality in cantina in un momento in cui Brescia è città della cultura e sale sul podio per il turismo in Lombardia. «L’accoglienza è qualcosa che in famiglia appassiona tutti, in cui cerchiamo di far confluire l’amore che abbiamo per il nostro lavoro - spiega Andrea Biatta - Il nostro desiderio è quello di diventare un punto di riferimento per le visite in cantina, le degustazioni, l’organizzazione di eventi enogastronomici e meeting aziendali. Abbiamo anche una cucina nel nuovo spazio, anche se non vogliamo assolutamente fare ristorazione diretta. Abbiamo molti amici sul territorio, se abbiamo un evento da organizzare chiamiamo loro. Ci piacerebbe creare sinergie belle». 

Un lavoro di squadra intessuto con i fili di una regione vitivinicola che ha sempre creduto nel suo sviluppo e nella sua bellezza. «È stimolante collaborare, essere parte di qualcosa. Credo che le generazioni nuove abbiano molto più predisposizione al confronto e alla condivisione - conclude Andrea Biatta- fuori dalla nostra cantina, tra i vigneti, si respira la nostra filosofia di produzione, ma qui, dentro casa, c’è la tranquillità che speriamo di trasmettere. Perché chi viene a trovarci non è un semplice visitatore, ma diventa parte del nostro progetto, della nostra famiglia. Quello che abbiamo fatto è stato un salto grande, ma indispensabile. Sono convinto che l’immobilismo non paghi praticamente mai, bisogna affacciarci al futuro, senza mai tralasciare però il lavoro già fatto da chi, sapientemente, ha dedicato la sua vita a un progetto. Se n’è innamorato e ha vinto, facendo appassionare anche chi è venuto dopo di lui».

Una catena familiare di cura e dedizione che non può che trasformarsi in eccellenza e ricercatezza. A partire, ovviamente, dal bicchiere.

Crediti foto: Aromi.Group