Trabocco, ecco il nuovo brand per gli spumanti d’Abruzzo

Trabocco, ecco il nuovo brand per gli spumanti d’Abruzzo

Attualità
di Alessandro Franceschini
06 luglio 2023

Solo metodo Italiano, solo uve autoctone. Le prime bottiglie in commercio da giugno, prodotte dalle principali cooperative della regione. Un’operazione di sistema che utilizza uno dei simboli più noti dell’Abruzzo.

“Quale Trabocco avete in carta?”. I tempi sono decisamente prematuri in questo momento, ma l’obiettivo che il Consorzio Tutela vini d’Abruzzo si è prefissato è quello che tra non molto possa essere questa la domanda che sommelier e ristoratori locali si sentano rivolgere nei loro locali al momento dell’aperitivo, ma non solo.

Da qualche settimana è possibile trovare in commercio le prime bottiglie di Spumante d’Abruzzo DOC con il nuovo marchio collettivo Trabocco, tipologia già presente all’interno del disciplinare di produzione dal 2010, ma che ora intende imprimere un accelerazione grazie alla possibilità di poter utilizzare questo nuovo brand che identificherà una precisa e più ristretta famiglia di bollicine sfruttando uno dei simboli più noti, e sempre più famosi, della regione.

Trabocco, lo spumante autoctono solo Metodo Italiano

Il percorso è stato avviato nel 2018, due anni dopo la registrazione del marchio collettivo “Trabocco”, infine da giugno di quest’anno il suo debutto ufficiale. Sotto il suo cappello il Consorzio ha deciso di inserire gli spumanti Abruzzo DOC ottenuti con il Metodo Italiano, ovvero il Metodo Martinotti, realizzati solo da uve autoctone: passerina, pecorino, trebbiano abruzzese, montonico e cococciola, mentre per la tipologia rosé il montepulciano. Sono ammessi tutti i dosaggi previsti per gli spumanti, anche se le prime bottiglie in commercio in questa prima fase sperimentale sono tutte brut ed extra dry, quelle che probabilmente vanno maggiormente incontro ai gusti dei consumatori che già acquistano abitualmente le bollicine con rifermentazione in autoclave. Uve, quelle autoctone che si possono utilizzare per Trabocco, tutte dotate di un ottimo corredo acido e che i produttori possono decidere di vinificare sia in purezza che in blend. 

Trabocco Pesce Palombo

La scelta di uno dei simboli dell’Abruzzo

Il mar Adriatico da una parte, le montagne del Gran Sasso e della Maiella dall’altra. In mezzo un ambiente pedecollinare e pedemontano di grande fascino e che non a caso ospita la viticoltura, che rappresenta il comparto agricolo più importante dell’Abruzzo. Tra i tanti i simboli e le eccellenze di cui essere fieri ci sono anche i Trabocchi, scelti come marchio per identificare questi nuovi spumanti metodo Italiano ottenuti da uve autoctone.  Si tratta di palafitte in legno (soprattutto di acacia) che si protendono verso il mare, utilizzate anticamente per pescare direttamente dalla costa con grandi reti. Oggi, sebbene molte di loro siano tuttora funzionanti, ospitano nella maggior parte dei casi ristoranti molto caratteristici, diventati un punto di riferimento del tratto di costa che da Francavilla al Mare/Ortona arriva fino a Vasto, raggiungibili anche attraverso la cosiddetta “Via Verde”, un tratto ciclopedonabile che lambisce la costa e ha preso il posto della vecchia ferrovia. Sarà probabilmente questo l’epicentro iniziale della diffusione di questi spumanti, per poi cercare di trovare dimora, naturalmente, anche in altri lidi.

Il ruolo centrale delle cooperative

I protagonisti di questa nuova operazione sono, quanto meno in questa prima fase, le cooperative abruzzesi. In primis Vin.Co, nuova cooperativa di secondo livello inaugurata lo scorso 21 giugno con sede e impianti di produzione a Ortona (CH), nata dalla collaborazione di altre dieci realtà del mondo cooperativo abruzzese (C.S. Ari, C.S. Coltivatori Diretti Tollo, C.S. Eredi Legonziano – Lanciano, C.S. Michele Arcangelo – Vasto, C.S. San Nicola – Pollutri, C.S. Sannitica – Canosa Sannita, C.S. San Zefferino – Caldari Ortona , C.S. Sincarpa Torrevecchia Teatina, C.S. Villamagna, Citra Vini). Obiettivo: diventare una sorta di hub produttivo dedicato alla spumantizzazione a disposizione di tutti.
Saranno circa 50mila le prime bottiglie di Spumante Trabocco a entrare in commercio , sommando quelle vendute a marchio Vin.Co e quelle delle altre cantine che hanno ottenuto l’autorizzazione, vale a dire Eredi Legonziano, Citra e Casal Thaulero (quest’ultima di proprietà sempre di Citra). Ma è solo l'inizio perché, se il progetto dovesse funzionare, le potenzialità, dal punto di vista quantitativo, sono decisamente superiori.

Un’operazione di sistema

«Il Consorzio sta lavorando da anni a un riposizionamento dei propri vini» ci ha spiegato Davide Acerra, responsabile della comunicazione del Consorzio. «Si tratta di un’operazione di sistema, che in futuro vuole coinvolgere più operatori del territorio. L’obiettivo, certamente ambizioso, è che un giorno il Trabocco diventi sinonimo dello spumante abruzzese». Solo Metodo Italiano, una scelta precisa per mettere in commercio vini pensati per un consumo più semplice (che non significa banale) rispetto al Metodo Classico, tipologia presente all’interno del disciplinare, ma nei confronti della quale il Consorzio sembra avere in mente altre operazioni, probabilmente un altro marchio collettivo, ma che al momento naturalmente non intendono svelare. 

«L’Abruzzo ha voglia di riscatto» sostiene Lino Olivastri, direttore tecnico di Vin.Co. «Questa nuova realtà mancava nel nostro territorio: con il Trabocco intendiamo valorizzare i nostri vitigni autoctoni, alcuni riscoperti negli ultimi 20 anni e già utilizzati in passato come basi spumanti da altre regioni». E in effetti il legame di questa regione con la spumantistica non è un fatto recente, come si potrebbe pensare, anche se certamente la grande richiesta di questa tipologia di vini, che non sembra risentire della crisi, non è stato certamente un fattore secondario alla base di tutta l’operazione.

Vincenzo Angelucci, responsabile commerciale di Eredi Legonziano, realtà cooperativa di Lanciano nata a fine anni ’60, ci conferma la storica vocazione alla produzione di basi spumanti presente in Abruzzo. «Questa è stata la prima cantina a produrre spumanti Abruzzo Doc, sia Metodo Classico che Italiano e oggi produciamo solo esclusivamente spumanti. Ma da sempre vendiamo basi spumanti all’ingrosso a imbottigliatori del nord Italia». Basi che, in un prossimo futuro, potrebbero rimanere tutte all'interno della regione per l'imbottigliamento, se il progetto Trabocco dovesse decollare, come sperano da queste parti. Anche Citra, ci spiega questa volta Giuseppe Colantonio, responsabile merketing, colosso del mondo cooperativo abruzzese che raduna 3000 famiglie di soci vignaioli di 9 cooperative della provincia di Chieti e produce circa 22/23 milioni di bottiglie all’anno, realizza spumanti da tempo, dal 2009, con uve autoctone e Metodo Italiano e ora è convinta che con questo nuovo brand possano essere più riconoscibili sul mercato.

Non resta che aspettare. La campagna di comunicazione, oltre che di commercializzazione, è appena iniziata. Sarà fondamentale l'accoglienza che riceverà soprattutto in Abruzzo, magari sfruttando l'estate appena iniziata. Il Trabocco è uno spumante che certo non può confrontarsi, visti i numeri attuali e anche quelli potenzialmente futuri, con mostri sacri come il Prosecco, ma può certamente cavalcare l'onda di un fenomeno, quello delle bollicine easy to drink, che non sembra accusare la diminuzione dei consumi presente in altre tipologie.