Alto Adige, piccola terra di grandi vini, alla Mostra Vini di Bolzano

Alto Adige, piccola terra di grandi vini, alla Mostra Vini di Bolzano

Degustando
di Giovanna Moldenhauer
05 luglio 2012

È uno dei territori vinicoli più piccoli d’Italia qunto a estensione. Al tempo stesso è anche uno dei più variegati grazie alla sua posizione. La viticoltura si estende dai piedi dei massicci più elevati a nord sino ai vigneti a sud che risentono dell’influsso del lago di Garda con il suo clima mediterraneo.

Alto Adige Mostra ViniCinquemila viticoltori lavorano una superficie complessiva di 5.300 ettari con terreni dalla differente composizione, ad un’altezza che varia da 200 a più di mille metri s.l.m., in zone microclimatiche diverse tra di loro. Da questo terroir e dal lavoro dei suoi vignaioli, spesso su terreni impervi, si ottengono molti vini di grande pregio al punto da avere diciotto “5 grappoli” sulla guida Duemilavini 2012 sia per i bianchi considerati tra i migliori del territorio italiano, che per alcuni rossi, per alcuni passiti.

Una speciale occasione per conoscere approfonditamente i vini di questo territorio è stata la Mostra Vini di Bolzano. Un evento che, giunto alla sua 90esima edizione, ha dato l’opportunità di degustare i vini in due differenti situazioni: da un lato attraverso un’anteprima dei vini più conosciuti non ancora presenti sul mercato, in alcuni casi campioni da botte, e dall’altro con una presentazione di molte cantine con differenti proposte varietali di Pinot Bianco, Gewurztraminer e Sauvignon per i bianchi, di Schiava, Lagrein e Pinot Nero per i rossi. Completava l’esposizione anche una piccola selezione di bianchi della Valle d’Isarco: dal Kerner al Sylvaner, dal Riesling al Muller Thurgau. In entrambi i casi i vini proposti erano spesso molto giovani, ma già espressivi nell’analisi olfattiva e gusto olfattiva. Il supporto tecnico per il servizio dei vini era affidato alla delegazione AIS Alto Adige.

Il Museo Mercantile nel centro storico della città e il Parkhotel Laurin, in stile Art Nouveau, già luogo di diverse edizioni dell’evento (come citato da Mario Soldati in Vino al Vino, ndr), sono state le sedi prestigiose che hanno ospitato la manifestazione.

Durante le degustazioni alcuni vini bianchi mi hanno stregato: dalla selezione Stoan 2011 di Tramin (cuvée di chardonnay 60%, sauvignon, pinot bianco e gewurztraminer, ndr) con profumi netti di pesca, ananas, pera, fresco, abbastanza morbido, con un buon equilibrio nella beva, al pinot bianco Barthenau Vigna San Michele della tenuta J. Hofstatter con un naso complesso, una bocca ampia, un’acidità ben bilanciata. Sono stati soprendenti sia il Sauvignon Passion 2010 della Cantina Produttori San Paolo, che non ho trovato per nulla vegetale, ma dominato da note di frutta esotica, un’ottima acidità, così come la nuova rarità Chardonnay 1999 della Cantina di Terlano. Il vino aveva un bouquet complesso di frutta surmatura, di miele, di spezie, di note terziarie. Nella degustazione era morbido, fresco, persistente nonostante il tempo trascorso dalla vendemmia.

Tra i rossi una vera sorpresa il Santa Maddalena Classico DOC 2009 Pfannenstielhof di Johannes Pfeifer, composto al 95% di schiava con un 5% di lagrein. I sentori di frutta rossa in cui dominava la ciliegia, erano seguiti nella beva da una buona struttura e morbidezza, tannini garbati, equilibrio, finezza.

Alto Adige Mostra ViniAffascinante il Lagrein Riserva Abtei Muri 2009 della Cantina Muri Gries. Profumi di bacche mature, proseguiva con note di tabacco, cuoio, liquirizia, eucalipto. Morbido e setoso al tempo stesso aveva una buona acidità, tannini ben integrati, una lunga persistenza. Il Cor Romigberg di Tenutae Lageder, uvaggio di cabernet sauvignon con una piccola percentuale di petit verdot, con il millesimo 2008, non ancora sul mercato, si confermava anche se agli albori un rosso importante. Complesso al naso svelava profumi di frutta rossa, spezie, viola e menta, proseguiva con tannini già con una buona finezza, sensazioni retronasali di frutta, ottima persistenza. Era veramente interessante il campione di botte del Lamarein 2010 di Mayr Josephus del Maso Unterganzner ottenuto da uve di lagrein appassite dopo la vendemmia e vinificate dopo Natale. Dopo la vinificazione passa circa un anno e mezzo in barrique. Complesso aveva profumi dai lamponi al ribes, alle more, alle prugne, al cassis, al tabacco, al pepe verde, alla cannella. In bocca era caldo, di buona morbidezza, tannini già fini, corrispondente all’esame olfattivo.

Questi appunti di degustazione raccontano le emozioni trasmesse solo da alcuni dei veri protagonisti dell’evento. Tutti i vini proposti, ottenuti dai vitigni autoctoni e internazionali, provenienti dalle differenti aree vinicole, erano soprattutto dell’ultimo millesimo per i bianchi, di differenti annate per i rossi. Fra gli espositori vi erano sia i vignaioli indipendenti, così come le tenute e le cantine sociali che rappresentano da sole il 70% della produzione enologica.

È possibile affermare che l’Alto Adige, piccola terra di grandi vini, ha una produzione di qualità dovuta non solo all’impegno condiviso dei suoi viticoltori ma anche al fatto che la quasi totalità di superficie vitata sia soggetta al disciplinare DOC.

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