Antica Corte Pallavicina: il fortana tra tradizione e innovazione

Antica Corte Pallavicina: il fortana tra tradizione e innovazione

Degustando
di Camilla Guiggi
25 marzo 2010

Il Fortana tra tradizione e innovazione. Un Vitigno simbolo che identifica il territorio, questo il tema della giornata trascorsa all’ Antica Corte Pallavicina il 23 marzo.

Cornice della degustazione Le Cantine della Corte, costruite nel 1320 dai marchesi Pallavicino e da loro utilizzate per stagionarvi salumi, formaggi, per affinarvi i loro vini e immagazzinare i prodotti del loro contado. Un luogo ricco di storia, dove si stagionavano e si stagionano tuttora i Culatelli che inviavano, in passato, agli Sforza, duchi di Milano, e ora a personaggi importanti come il Principe Carlo d’Inghilterra.

Massimo e Luciano Spigaroli, padroni di casa, hanno spiegato la loro voglia di ritornare alle tradizioni e il loro interesse per la riscoperta di alcuni prodotti che il passare del tempo li stava rilegando ad uno sbiadito ricordo, così è stato per il suino nero di Parma e per il vitigno Fortana protagonista della loro produzione enologica.
La presentazione del loro progetto di riscoperta del vitigno Fortana ha avuto voce tramite l’esperienza del Professor Miravalle, agronomo dell’azienda e grande conoscitore del territorio. La storia della viticultura in queste zone la troviamo documentata nel libro “Giuseppe Verdi, fattore di Sant'Agata”, scritto da Francesco Cafasi, dove viene nominata la “Fortanina” ovvero la Fortanella. Qui si riallacciano gli studi del Prof. Miravalle con la riscoperta di questo vitigno autoctono il Fortana e della Fortanella, un clone del Fortana dagli acini e dai grappoli più piccoli, più ricca di colore e aromaticità. La forma di allevamento scelta è stata il cordone speronato con una distanza tra i filari di circa 270 cm e un’altezza da terra di circa 90/95 cm per consentire all’aria di circolare ed evitare la formazione di muffe indesiderate.

La presentazione dei cinque vini è stata fatta dell’enologo Enzo Galetti:
TAMBUREN: 100% Fortana breve macerazione, per ottenere un rosato, rifermentazione in autoclave per poi raggiungere le 3 Atm una volta imbottigliato. Un bel colore rosa brillante con note di lampone e fragolina, abbinamento ideale con primi piatti delicati.
ROSSO DEL MOTTO: assemblaggio di Fortana, Lambrusco, Ancellotta e una piccola percentuale di Fortanina per completare il bouquet aromatico. Il vino della tradizione, prende il nome da “Le Motte”ovvero le parti più alte che rimanevano scoperte dopo le inondazioni del Po. Note di piccoli frutti a bacca scura e note di sottobosco che lo rendono ideale per accompagnare bolliti e zamponi principi della gastronomia di questi luoghi.
FORTANA DEL TARO I.G.T.: 100% Fortana dichiarato in etichetta “ mosto d’uva parzialmente fermentato frizzante” con un titolo alcolometrico volumico di appena 6%, definito il classico vino della bassa. Un vino con una piacevole spuma dal profumo di lamponi e visciole, con un residuo zuccherino tale che lo rende amabile e per questo ben lo si abbina a crostate della tradizione a base di marmellata di amarene e prugne “brusche”.
FORTANELLA: Fortanina in purezza. La breve macerazione aggiunge complessità sensoriale senza scivolare in note grossolane. Un bouquet che spazia tra note di ribes e di frutta rossa acidula, un vino che esce dal coro , abbinamento ideale per primi piatti o secondi leggeri.
STROLOGO: 80% Fortana e 20% Fortanina, Metodo Classico con un affinamento di 18 mesi sur lie. Dichiarato in etichetta Brut. Uno spumante particolare con sentori di lieviti e pan brioche. Un Metodo Classico della Bassa che altro abbinamento non può avere che con il Culatello, ma non teme il confronto nemmeno con un salmone leggermente affumicato.

Cinque vini voluti e pensati da Massimo e Luciano Spigaroli, vini della tradizione, a cui anche l’enologo si è dovuto “piegare”.
Un posto incantato con vini e gastronomia che richiamano un passato non troppo lontano, rimasti in un limbo ora riscoperto grazie alla Famiglia Spigaroli.
Santè

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