Bollicine, Prosecco, Spumante: purché sappia titillare le nostre papille!

Bollicine, Prosecco, Spumante: purché sappia titillare le nostre papille!

Degustando
di Davide Bonassi
16 dicembre 2008

Il futuro dello spumante secco italiano sui mercati esteri ed il valore delle denominazioni di origine. Questo il titolo dell'animato dibattito ospitato durante la presentazione della guida Sparkle 2009, edita da Cucina&Vini...

In occasione della presentazione della nuova edizione della Guida Bere spumante - Sparkle 2009, edita da Cucina&Vini, svoltasi lo scorso mercoledì 10 dicembre, Palazzo Mezzanotte, storica sede della Borsa di Milano, ha ospitato un interessante workshop sulla situazione del comparto spumantistico italiano. Nutrita e qualificata la schiera delle personalità chiamate ad intervenire sul tema “Il futuro dello spumante secco italiano sui mercati esteri ed il valore delle denominazioni di origine”.

Ad aprire le danze e moderare il dibattito Francesco D’Agostino, curatore della Guida, che spiega: “Il sensibile incremento della produzione spumantistica nazionale sia in termini di quantità, ma anche e soprattutto di qualità è il dato importante che, unito alla molteplice varietà della nostra produzione, ci ha spinti a riflettere sulla necessità di un processo di internazionalizzazione del consumo delle nostre bollicine, così come è già accaduto per il vino rosso e sta ancora avvenendo per quello bianco”.

Chiamata al primo intervento Anna Maria Magro di Agrimercati, società controllata dalla CCIAA di Milano e partecipata dalle più importanti associazioni agricole e agroalimentari di produzione, trasformazione e distribuzione lombarde, nata allo scopo di sviluppare sinergie e offrire servizi a valore aggiunto alle aziende del settore. Nelle sue parole si coglie l’importanza della piazza di Milano per questa tipologia di vino: come luogo baricentrico rispetto alle principali aree produttive (Piemonte, Lombardia, Trentino e Veneto); come mercato di consumo di assoluto rilievo; ed infine come futura vetrina per le eccellenze del Made in Italy in occasione dell’Expo 2015.

Carlo Alberto Panont, Direttore Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese e Segretario Generale di As.Co.Vi.Lo., porta al centro del dibattito due questioni fondamentali: l’urgenza di sviluppare una volta per tutte il potenziale produttivo del Metodo Classico in Italia, ancora in larga parte inespresso, e la necessità di qualificare la produzione delle quattro zone principali con il riconoscimento della DOCG laddove non ancora raggiunta. Riguardo al primo punto impressiona il dato riportato dalla stesso Panont, secondo il quale, con i vigneti di chardonnay e pinot nero oggi esistenti in Alta Langa, Oltrepò Pavese, Franciacorta e in Trentino si potrebbero produrre addirittura 90 milioni di bottiglie l’anno, contro le poco più di 22 milioni di bottiglie prodotte nel 2007. Un potenziale quindi ancora tutto da realizzare, nonostante gli enormi passi avanti fatti negli ultimi anni in termini di bottiglie prodotte soprattutto dalla Franciacorta e dal Trento DOC. La seconda questione sollevata riporta invece alla necessità di promuovere l’utilizzo delle basi prodotte in queste zone per le produzioni a denominazione, e non per alimentare produzioni generiche.

Fausto Peratoner, Presidente Istituto Trento Doc, celebra i risultati ottenuti dalla spumantistica trentina dall’introduzione della DOC, sottolineando come oggi siano ben 27 le aziende produttrici e la quota esportata abbia raggiunto il 19% delle bottiglie prodotte (circa 8 milioni all’anno).

Ezio Maiolini, Presidente Consorzio Tutela del Franciacorta, interviene portando la Franciacorta a modello per l’intero comparto del “classico” italiano. D'altronde il 2008 si chiuderà con quasi 10 milioni di bottiglie vendute (rispetto alle 8.337.000 del 2007)! Numeri che da anni crescono senza soluzione di continuità. Un modello riassumibile nello slogan “Un Territorio, un Metodo, un Vino”, testimonianza dell’assoluta focalizzazione della zona su questa tipologia, ribadita ultimamente anche con la revisione del Disciplinare di Produzione e la definitiva differenziazione della produzione di vini fermi per i quali si passa dalla denominazione Terre di Franciacorta a quella di Curtefranca.

Franco Adami, Presidente Consorzio Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, rompe il fronte della produzione a metodo classico sostenuto dai relatori precedenti e rivendica con forza il successo, soprattutto in chiave internazionale, del Prosecco. Successo di portata tale che il Merriam – Webster’s Collegiate Dictionary, uno dei più importanti dizionari americani, ha introdotto nella sua ultima edizione il termine Prosecco, definendolo “a dry Italian sparkling wine”. Qui sta la forza di questo vino: nel nome, che lo rende identificabile, facilmente memorizzabile e associabile dal consumatore ad un ben preciso profilo sensoriale e a ben precisi momenti di consumo. Un successo che per continuare deve essere però gestito con attenzione, per evitare la tentazione di comportamenti opportunistici e scorretti da parte di alcuni. Ecco quindi il motivo del dibattito fortemente accelerato di questi ultimi mesi circa un ripensamento delle denominazioni che interessano questo vitigno per arrivare ad una denominazione estesa fino alle porte di Trieste, dove esiste il comune di Prosecco patria di quella varietà Glera che si vuole progenitrice del nostro vitigno, e avere a quel punto la possibilità di tutelare il termine Prosecco come toponimo. In tutto questo alla zona di Conegliano – Valdobbiadene sarebbero giustamente riconosciuti i meriti dovuti alla storicità della zona stessa, classica per elezione.
Adami invita a pensare in maniera sistemica il comparto degli spumanti, a superare lo steccato che vuole alcune zone non voler neppure appellare la propria produzione come tale (vedasi deroga Franciacorta), a sedersi in conclave fino alla fumata bianca, per decidere anche su un eventuale nuovo nome che faccia da cappello al tutto. E ovviamente porta come appoggio a questa operazione l’esperienza del Forum Spumanti d’Italia, che però, avendo sede in quel di Valdobbiadene, non è valutato del tutto “neutrale” dalle parti in causa.

Riccardo Ricci Curbastro, Presidente Federdoc, riconosce la necessità di fare pulizia in molti disciplinari che permettono in maniera residuale di poter anche produrre spumante in contesti che, per base ampelografica e altre condizioni, non presentano un carattere vocato. Ricci Curbastro coglie inoltre la necessità a livello istituzionale di tentare di comporre ad unità il mosaico delle bollicine italiane, cercando di gettare ponti tra il mondo del Prosecco, le zone di produzione del “classico” e la produzione dell’Asti, assente al dibattito con propri rappresentati per la scelta in termini di residuo zuccherino dei vini recensiti (spumanti secchi, da non dosati a demi-sec), operata dai redattori della Guida.

Stefano Raimondi, Responsabile Linea Vini I.C.E., testimonia come sui mercati esteri in questi ultimi anni lo spumante italiano non abbia saputo complessivamente crescere con le stesse percentuali dei vini fermi. Probabilmente proprio per la sua natura variegata che ne rende difficile il marketing. In questa direzione quindi dovrebbero essere concentrate le risorse e gli sforzi.

Antonio Marinoni, Presidente Associazione Panificatori di Milano e Provincia, spiazza la platea dando un dato del tutto inaspettato: con l’etichetta “Bollicine del Panettiere”, giustapposta all’etichetta del produttore, ogni anno sono vendute dai suoi associati circa 800.000 bottiglie di spumante! Laddove non emerge un cappello che faccia sintesi delle varie produzioni, l’intraprendenza del canale distributivo si sente in dovere di intervenire.

Che pane e vino da sempre vadano d’accordo lo sapevamo! PROSIT!

Le 5 Sfere Bere spumante 2009

Gavi Soldati La Scolca D’Antan Brut 1996 - La Scolca
Franciacorta Gran Cuvée Pas Operé 2002 - Bellavista
Franciacorta Gran Cuvée Rosé Brut 2004 - Bellavista
Franciacorta Brut 2004 - Ca’ del Bosco
Franciacorta Cuvée Annamaria Clementi Brut 2001 - Ca’ del Bosco
Franciacorta Extra Brut 2001 - Ferghettina
Franciacorta Aligi Sassu Pas Dosé 2004 - Majolini
Franciacorta Comarì del Salem Extra Brut 2003 - Uberti
Franciacorta Magnificentia Satèn - Uberti
Franciacorta Satèn 2004 - Villa
Oltrepò Pavese Classese Brut 2004 - Travaglino
Oltrepò Pavese Pinot Nero Écru Nature 2003 - Anteo
Trento Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Brut 1999 - Ferrari
Trento Riserva Brut 2003 - Letrari
Trento Riserva Methius Brut 2002 - Metius
Valdobbiadene Prosecco Superiore di Cartizze Dry - Orsola Andreola
Valdobbiadene Superiore di Cartizze Dry 2007 - Bortolomiol
Valdobbiadene Prosecco Superiore di Cartizze Dry 2007 - Col Vetoraz
Riserva Nobile Brut 2004 - D’Araprì

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