Equilibrio e armonia nel vino

Equilibrio e armonia nel vino

Degustando
di Rossella Romani
09 novembre 2011

Se l’equilibrio traduce la complessa intersezione di decine di componenti diverse, l’armonia è molto di più. Più rara e quindi più preziosa, ricamata da una mano invisibile e misteriosa, regala a chi assaggia un vino un’emozione particolare.

Armonia e equilibrio nei vini

Tratto da Viniplus di Lombardia N°1 - Settembre 2011

Equilibrio e armonia sono doti ricercate e apprezzate nell’uomo. Non solo, perché chi ama il vino si aspetta che anche questo esprima il meglio di sé e non tradisca le attese create dal suo colore e dal suo profumo. Il colore attrae con le sue infinite nuance cromatiche e il profumo seduce con le sue maliziose note odorose, inducendo aspettative sul gusto del vino, a volte vivace e stuzzicante, a volte austero e rigoroso. Sensazioni tattili e gusto-olfattive che si intrecciano e si scontrano, si rincorrono e si superano, in un’alternanza di emozioni giocata sul filo del rasoio, confermano la loro perfetta integrazione o evidenziano ancora qualche prevaricazione giovanile sugli aspetti più pacati dell’età matura. Intriganti apripista del gusto del vino, colori e profumi ne delineano il profilo sensoriale e ne rappresentano gli aspetti più cangianti e fugaci. Il sapore è l’elemento più concreto della degustazione e spesso conferma le suggestioni offerte dalle sfumature cromatiche e profumate, mentre a volte mette in luce combinazioni sorprendenti. Le ipotesi che un po’ alla volta prendono forma, stimolano la curiosità di verificare se il vino si offrirà all’assaggio con delicatezza o potenza, incisività o avvolgenza. E, soprattutto, se fornirà indizi indispensabili per capire qual è stato il passato e quale potrà essere il destino di quel vino, concepito per essere semplice o importante, arrivato quasi al capolinea della sua evoluzione o ancora ai primi passi di un lungo percorso. Se la dolcezza dello zucchero e la morbidezza del glicerolo rappresentano la carezza più affettuosa che il vino dà a chi lo assaggia, il calore dell’alcol etilico è il suo buffetto un po’… spiritoso, ma ancora morbido e piacevole. L’effetto degli acidi e dei minerali, a volte solo rinfrescante, a volte tagliente, è come uno stimolante pizzicotto, nulla in confronto alla sferzante energia della nota tannica di alcuni vini. Quasi un leggero schiaffo, a volte seguito dalle scuse di un vino tanto muscoloso quanto imbarazzato nel manifestare le proprie emozioni. L’equilibrio del vino è l’intreccio di queste sensazioni e altre ancora, morbidezze e durezze che si sfidano o si alleano in un gioco dall’esito incerto. L’equilibrio del vino non è tuttavia un attimo fuggente, perché a volte si esaurisce in pochi mesi, a volte si raggiunge in anni e dura a Armonia e equilibrio nei vinilungo. La conclusione più istintiva potrebbe essere quella che più l’equilibrio del vino si adagia sulle sue note calde e morbide, più dovrebbe conquistare chi lo assaggia. Non è così, perché il vino nasconde tante sfaccettature di sapori e sensazioni che si combinano in mosaici variegati dipendenti dal vitigno e dalle tecniche di vinificazione, dall’evoluzione e da tutto quello che dà vita a tipologie molto diverse tra loro. Ogni vino raggiunge un proprio equilibrio da scoprire e apprezzare, a volte immediatamente dopo l’imbottigliamento – come non pensare al Vino Novello? –, a volte dopo alcuni mesi o molti anni. L’irruenza giovanile è spesso legata a una spiccata acidità, che in vini non dotati di grande struttura e non destinati a un percorso lungo e impegnativo, ne rappresenta l’elemento più significativo. Un esempio? Un sorso di Oltrepò Pavese Bonarda vivace offre una briosa freschezza che traduce tutta la sua fruttata simpatia. Ed è così che deve essere. L’equilibrio di alcuni poderosi vini rossi, al contrario, pretende una lunga evoluzione. Inizialmente irriverenti e un po’ prepotenti a causa di un tannino grintoso che sarà domato da alcuni anni di riposo in bottiglia, alcuni Aglianico del Vulture Superiore, Barolo o Montefalco Sagrantino sapranno esprimere solo a piena maturità il loro temperamento volitivo e un po’ ruvido. In molti vini bianchi la sferzante freschezza iniziale si esaurisce nel breve volgere di una stagione, come un sogno di mezza estate, ma a volte sostiene un entusiasmante equilibrio in grado di resistere per anni e traduce la magica combinazione di territorio e vitigno, come nel caso di alcuni grandi Riesling della Valle della Mosella. Non solo, perché Spumanti Metodo Classico e Champagne si giocano la propria reputazione proprio sulle note di una grande sapidità e freschezza, ravvivate da una stuzzicante ed elegante effervescenza e da una temperatura di servizio – la più bassa di tutti i vini – che dia ulteriore smalto alla loro classe cristallina. Educate e quasi intimidite dall’aggressività un po’ sfrontata e prevaricante delle durezze, le morbidezze sembrerebbero destinate a soccombere in questa lotta apparentemente impari. Ma senza quell’abbraccio caldo e avvolgente, morbido e rassicurante che intesse con un filo invisibile la trama del vino, il suo equilibrio non potrebbe esistere. Alcuni sontuosi vini bianchi, evoluti con un misurato tocco del Armonia e equilibrio nei vinilegno, offrono alle morbidezze la possibilità di squisite rivincite, come nei migliori Montrachet o, ancora di più, in Passiti e Muffati, Liquorosi e Ice Wine, dolcissimi e vellutati, paradigmatica dimostrazione di come l’equilibrio debba essere valutato con molta attenzione, in funzione di quello che ogni vino può e deve dare. Se l’equilibrio traduce la complessa intersezione di decine di componenti diverse, l’armonia è molto di più. Più rara e quindi più preziosa, ricamata da una mano invisibile e misteriosa, regala a chi assaggia un vino un’emozione particolare. Il puzzle del vino si compone lentamente, attraverso colori e consistenze, profumi e intensità, che a ogni passaggio affascinano chi lo assaggia. Oggi, molti vini sono equilibrati, solo quelli di qualità ottima o eccellente sono armonici e confermano in ogni espressione un grande livello qualitativo. Se l’equilibrio traduce sensazioni razionali e solide, l’armonia è qualcosa di più indefinito e aleatorio. Molti vini equilibrati non sono e non saranno mai armonici, pur esprimendo una buona piacevolezza. Un vino armonico è qualcosa di più. È un vino che si presenta con un’attraente veste cromatica messa in risalto da smagliante limpidezza e consistenza, che libera profumi intensi e intriganti, che esprime un sapore composto e fedele alla sua tipologia. È un vino che convince con eleganza ed equilibrio, con discrezione o esuberanza secondo le corde del suo carattere, che dà risposte esaurienti a ogni domanda, che racconta la sua storia con coerenza e misura. A volte, un vino che non si può dimenticare.

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

I commenti dei lettori