Grosjean e la nuova scommessa a Donnas

Grosjean e la nuova scommessa a Donnas

Degustando
di Alessandro Franceschini
15 maggio 2024

La storica azienda valdostana decide di confrontarsi anche con l'altro nebbiolo, il picoutener. Poche bottiglie per ora, in futuro la produzione arriverà a circa 3000. Tra i nuovi obiettivi una maggior attenzione al mercato italiano.

La frazione Ollignan a Quart dista circa 45 chilometri dalla bassa Valle d’Aosta, al confine con il Piemonte. Qui si entra in un territorio completamente differente, anche dal punto di vista climatico, rispetto a quello presente intorno a cru iconici come Rovettaz o Tzeriat, che fanno invece intimamente parte della storia familiare dei Grosjean. Siamo nel regno del picoutener. «Volevamo confrontarci con il nebbiolo, che mancava nel nostro assortimento» ci spiega Hervé Grosjean, terza generazione al timone di questa storica realtà valdostana insieme ai suoi 4 cugini.

La new entry in casa Grosjean, in commercio in questi giorni, è un Donnas del millesimo 2021: sono i primi 600 litri che hanno dato origine a 665 bottiglie ottenute dal recupero di poco più di 7000 metri quadrati di vigna grazie all’aiuto dell’amico Stefano Viola. «Ma arriveremo a 3000/3500 bottiglie con le annate 2023 e 2024 e a quel punto il progetto sarà concluso». Un legame, quello dei Grosjean con Donnas, anche di tipo affettivo, considerando che il padre e lo zio di Hervé sono stati tra i fondatori della storica cooperativa locale. «In questo territorio tutto viene fatto rigorosamente a mano all’interno di una viticoltura davvero eroica». Le stesse vigne di Grosjean, alcune composte da viti di picountener centenarie, si sviluppano su 12 terrazzamenti dislocati su 100 metri di dislivello.

Il vino porta il nome di "Le Roncdevaccaz", che è il nome della frazione di Donnas dove si trovano le  vigne. Il bicchiere restituisce il classico nebbiolo di montagna, naturalmente più teso e tagliente rispetto a quelli più rinomati e famosi delle Langhe, ma allo stesso tempo anche più delicato e meno minerale e ferroso rispetto a molte interpretazioni valtellinesi. Delicatamente speziato, attraversato da qualche nota di erbe aromatiche, ha una sua rusticità vinosa che lo rende molto conviviale nell’approccio, con tocchi di piccoli frutti che ricordano i lamponi e soprattutto i mirtilli selvatici. Chi cerca tannini vigorosi, pieni e dalla grana aggressiva, non li troverà in questo Donnas: freschezza e delicatezza della trama tannica caratterizzano, come è giusto che sia, un sorso molto succoso e invitante.

Hervé GrosjeanIl nuovo arrivato va ad arricchire un assortimento decisamente articolato, sbilanciato più sui rossi che sui vini bianchi, con la presenza anche di due bollicine Metodo Classico e uno Charmat. Poco meno di 200 mila bottiglie complessive che posizionano Grosjean tra i nomi di riferimento della Valle, con circa il 10% della produzione vinicola della regione. «Abbiamo sempre venduto in Valle e all’estero, soprattutto negli USA e poi in 40 Paesi nel mondo, ma ora vogliamo concentrarci sull’Italia» continua Hervé Grosjean. 

Secondo questo giovane vigneron la regione ha finalmente intrapreso un percorso molto più dinamico rispetto al passato, con più giovani che desiderano fare il suo lavoro, portando così nuova linfa al territorio. Di aiuto c’è anche il prezzo delle uve, "che qui vengono pagate tra i 2,20 e i 3,50 euro al chilo. Con un 1,5 ettari puoi cominciare a essere un professionista». Un nuovo fermento che rappresenta anche un volano per l’enoturismo. «Fino a pochi anni fa erano pochi i turisti che da noi venivano anche per il vino, ora è cambiato tutto: noi oggi riceviamo tra le 3000 e le 3500 visite all’anno in cantina».

I cambiamenti climatici in atto? Secondo Grosjean hanno avuto un effetto benefico per la viticoltura valdostana, che ora riesce a far maturare meglio tutte le sue uve. “Riusciamo a raggiungere maturazioni molto interessanti rispetto al passato”. Qui è più facile fare biologico – l’azienda è certificata bio dal 2011 – grazie ad un clima abbastanza siccitoso e arido, con piogge annue che solitamente non superano i 300 millimetri, ma il percorso dell’azienda viaggia lungo il filone della sostenibilità a 360 gradi: «Con il nostro impianto fotovoltaico l’anno scorso abbiamo prodotto il 120% dell’energia di cui avevamo bisogno. Utilizziamo carta riciclata e abbiamo un bacino artificiale di recupero dell’acqua».