I miei primi quarant'anni: Botticino DOC in passerella

I miei primi quarant'anni: Botticino DOC in passerella

Degustando
di Davide Bonassi
10 settembre 2008

Colore rosso granato, profumo vinoso (si fa etereo con l'età sino a cogliervi la vaniglia), sapore robusto per calda sapidità. Prodotto nella Valverde in cui sono agglomerati del comune "sparso": Botticino Sera, Botticino Mattina e San Gallo", così scriveva del Botticino...

...Luigi Veronelli nel suo "Il Vino Giusto", edito per i tipi della Rizzoli nel 1971. All'epoca il rosso di Botticino era una DOC in fasce, giusto tre anni di vita, ma già con tanta tradizione e una certa fama alle spalle. Buon nome rafforzato anche dalla piacevolezza con cui il Botticino si accompagna da sempre al piatto principe del territorio: lo spiedo. Ottenuto da un blend di barbera, schiava gentile, marzemino e sangiovese, si fregia della qualifica di Riserva dopo un minimo di due anni di invecchiamento, anche in botti di legno, calcolati a decorrere dal 1 novembre dell'anno di vendemmia. La 15a rassegna del Botticino DOC, svoltasi domenica 7 settembre nella stupenda cornice di Villa Fenaroli, già monumento nazionale, sita a Rezzato alle porte di Brescia, ha richiamato un folto pubblico di enoappassionati fin dalle prime ore del mattino. Ben 18 vini in assaggio, dall'annata 2006 al 2001. Claudio Franzoni, Presidente del Consorzio Botticino DOC, esordisce: "In una situazione congiunturale difficile, si lavora per un marchio storico da rispolverare, guardando al traguardo della DOCG. Si è solo all'inizio di un percorso che sappiamo essere lungo, ma abbiamo la convinzione di aver raggiunto un bivio ed aver imboccato la strada giusta. Quella della qualità." Dalla dichiarazione emerge evidente l'orgoglio di essere stati la 31a denominazione d'origine riconosciuta in Italia e di essere giunti a festeggiare oggi il quarantesimo anno di vita. Che la strada imboccata sia quella giusta è testimoniato dalla ristrutturazione dei vigneti, che si può ormai considerare ultimata, e dalla progettualità messa in campo dal Consorzio, rappresentativo del 90% dei produttori e di una produzione attestata sulle 200.000 bottiglia annue. Alessandra Noventa, dell'azienda Antica Tesa, sottolinea la necessità di rinnovati sforzi per far conoscere il prodotto in virtù delle sue potenzialità e della sua tradizione. La realtà di Botticino conta aziende di dimensioni molto piccole per le quali diventa difficile sviluppare una efficace politica di marchio. Meglio quindi serrare le fila e fare gioco di squadra, cercando di spingere il nome della denominazione nel suo complesso. Alessandra crede soprattutto nelle potenzialità di Barbera e Sangiovese e ci ricorda che la qualità di un vino rosso, più che per altre tipologie di vino, si fa soprattutto in vigna. Giuliano Tognazzi, dell'omonima azienda, ribadisce che in un momento difficile per i vini rossi in generale l'unica carta che si può giocare è quella della qualità. Una qualità che però deve essere anche attenta al prezzo e che sappia valorizzare il patrimonio in vigneti dell'azienda. Angelo Braga dell'azienda Valentino Musatti ci riporta al tema delle produzioni biologiche, tema ricorrente nell'ambito di DOC con estensioni limitate in cui operano aziende con superfici poco estese. Nel loro caso da un paio di ettari in affitto viene prodotto un unico vino a DOC, con prevalenza dei vitigni classici, sangiovese e barbera, e con un utilizzo discreto del legno in affinamento. Una giornata intesa, dove il Botticino ha tenuto la scena senza affanni, supportato dalla spettacolare e candida scenografia naturale delle cave del famoso e prezioso marmo omonimo. PROSIT!

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

I commenti dei lettori