Il Buttafuoco storico celebra il suo 23° compleanno a Milano

Il Buttafuoco storico celebra il suo 23° compleanno a Milano

Degustando
di Paolo Valente
13 febbraio 2019

A Milano, un dibattito e un banco di degustazione hanno celebrato la lungimiranza e la voglia di farsi conoscere che anima, ancora oggi, i membri del Club del Buttafuoco Storico.

Tanti gli intervenuti a Milano venerdì 8 febbraio a Palazzo Bovara per festeggiare e celebrare la nascita del Club del Buttafuoco Storico, fondato 23 anni fa il 7 febbraio 1996 da un gruppo di undici produttori oltrepadani con lo scopo di valorizzare questo storico prodotto e di identificarne le vigne più vocate. 

Nel corso di un dibattito pubblico, moderato con arguzia e simpatia da Gene Gnocchi, i relatori che si sono alternati al microfono hanno tessuto le lodi di questa eccellenza lombarda, a partire da Gian Marco Centinaio, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari, forestali e del Turismo, che ha ricordato il suo essere un affezionato promotore del Buttafuoco anche perché il Consorzio è stato in grado di pensare ad un progetto globale coinvolgendo il territorio e numerose realtà che hanno così iniziato a lavorare insieme con l’obiettivo comune di far conoscere questa denominazione.

Fabio Rolfi, assessore all’agricoltura della Regione Lombardia, ha sottolineato le caratteristiche principali del Buttafuoco: qualità, istintività e legame con il territorio. Il concetto di qualità è stato anche ripreso e sviluppato da Fiorenzo Detti, ex presidente di AIS Lombardia dal 2010 al 2018 e oggi Relatore e collaboratore della rivista associativa, il quale ha confermato come anche le degustazioni per la Guida regionale Viniplus di Lombardia edita dall’Associazione, abbiano evidenziato una costante crescita qualitativa del vino. Unica nota dolente le quantità ancora troppo limitate, solo 70.000 bottiglie. Fiorenzo ha sottolineato anche come occorra credere nel territorio e nelle sue potenzialità per valorizzarlo e promuoverlo opportunamente.

Il presidente di ONAV, Vito Intini, ha focalizzato l’attenzione sul territorio e la sua vocazione alla produzione di uve da vitigni autoctoni, come nel caso del Buttafuoco, varietà che si esprimono al meglio su questo grande terroir. Il giornalista Paolo Massobrio ha evidenziato come, purtroppo, questo eccellente vino, si trova solo nelle carte dei vini di pochissimi ristoranti. Per l’Oltrepò Pavese il Buttafuoco potrebbe essere una bandiera da portare alta, occorre però di un grande sforzo di comunicazione.

Il banco di Degustazione dedicato al Buttafuoco Storico

Il Buttafuoco deve essere prodotto, come definito dal regolamento, con uve croatina, barbera, uva rara e ughetta di Canneto. La vinificazione deve avvenire in un unico contenitore. Il Buttafuoco deve poi maturare in legno di rovere per almeno dodici mesi e affinare nella storica bottiglia che riporta il logo del Club del Buttafuoco Storico per almeno sei mesi.

Il banco di degustazione che è seguito al dibattito ha presentato al pubblico i prodotti di tutti i 14 associati al Club del Buttafuoco Storico che, globalmente, realizzano poco più di 65000 bottiglie coltivando 20 ettari posizionati in un lembo di terra tra i fiumi Versa e Scuropasso.

Le annate a disposizione, una per ogni produttore, comprendevano i millesimi 2015, 2013 e 2011. Tutti i prodotti in degustazione sono apparsi di ottimo livello qualitativo con alcune punte di eccellenza in termini di armonia e godibilità.

Alla prova del bicchiere, il 2015 ha evidenziato decise note di dinamismo con la presenza evidente di frutta matura; di buon corpo con tutta l’esuberanza ma anche la spigolosità della gioventù. L’annata 2013 ha rivelato in ottima armonia tutte le sue componenti con un eccellente bilanciamento tra giovinezza e maturità a tutto vantaggio di una bevibilità piacevole e immediata. I campioni dell’annata 2011 hanno, almeno in alcuni casi, mostrato lo scorrere del tempo con piacevoli note di evoluzione.