Le due anime del Montepulciano abruzzese insieme in anteprima

Le due anime del Montepulciano abruzzese insieme in anteprima

Degustando
di Florence Reydellet
20 marzo 2024

Per la prima volta i due volti del Montepulciano d'Abruzzo, DOC e DOCG, presentano le nuove annate in un unico evento. Enrico Cerulli Irelli: «Tutto il territorio è ormai unito».

È stato scelto un agriturismo in collina, nell’entroterra teramano, quello di Borgo Spoltino a Mosciano Sant’Angelo, per presentare le nuove annate in commercio. Parliamo del Montepulciano d’Abruzzo, sia nella versione DOCG delle Colline Teramane che in quella DOC che invece si può produrre in tutta la regione. Il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo e il Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane DOCG, confluito ufficialmente nel primo il 1° marzo dopo l’annuncio dello scorso anno, hanno deciso di dar vita a un nuovo evento, Focus Montepulciano: una nuova anteprima che entrerà a far parte del calendario degli eventi che scandiscono l’agenda dei giornalisti e dei degustatori in Italia. 

Enrico Cerulli Irelli

Due Consorzi ormai uniti

«L’Abruzzo vitivinicolo è un mercato fortunatamente in calo per volumi e in aumento per valore», ha affermato Enrico Cerulli Irelli, ultimo presidente del consorzio teramano. Oggi ci sono 33.000 ettari di superficie vitata nella regione; 6.000 produttori di uva per 250 cantine e 35 cooperative; e 3,4 milioni di ettolitri di vino prodotti, rappresentati per l’80% dal Montepulciano. 

Facciamo, però, un piccolo passo indietro. Nel 1968 viene approvata la denominazione Montepulciano d’Abruzzo DOC che si estende sulle quattro provincie della regione (L’Aquila, Chieti, Pescara e Teramo). Con il passare degli anni, si sono anche aggiunte le sottozone. E la prima, nata nel 1995, è “Colline Teramane” e copre la provincia di Teramo. Sempre nel 1995, i produttori delle Colline, certi della singolarità della loro terra, chiedono il riconoscimento della DOCG. Nasce così, nel 2003, la prima DOCG abruzzese, “Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane”. Nel medesimo anno, vede la luce il Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane e assieme a lui, contemporaneamente, il Consorzio Vini d’Abruzzo volto a tutelare le varie DOC e IGT della regione. 

Oggi, a distanza di vent’anni, è il Consorzio Vini d’Abruzzo a tutelare la Colline Teramane DOCG insieme ad altre 6 DOC e 7 IGT. È il “Modello Abruzzo”, che prevede un unico Consorzio per tutte le province e tutti i vini abruzzesi, pensato con l’obiettivo di rinforzare l’identità regionale e mettere in luce i singoli territori. « Siamo fortemente convinti che sia la direzione giusta e siamo giunti a questa scelta dopo lunghe riflessioni. Sicuramente risulterà vincente sui mercati internazionali», ha continuato Cerulli Irelli. «Unirsi al Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, presieduto da Alessandro Nicodemi, significa credere nella collaborazione fra gli attori della produzione vitivinicola abruzzese, cosa che in passato non sarebbe stata pensabile».

Novità dal disciplinare di produzione Montepulciano d’Abruzzo DOC

Nel maggio 2023 è stato presentato il cosiddetto “Modello Abruzzo” che apporta svariate modifiche al disciplinare del Montepulciano d’Abruzzo DOC. Alle sottozone Terre dei Vestini, Alto Tirino, Terre dei Peligni e Teate, si aggiunge San Martino sulla Marrucina. Inoltre, vengono introdotte sottozone provinciali per identificare le menzioni Riserva o Superiore. Esse sono Colline Pescaresi, Terre di Chieti e Terre dell’Aquila. Last but not least: in futuro verrà creata la sottozona “Colline Teramane”. Il termine continuerà a identificare l’omonima DOCG per il Montepulciano ma si potrà anche usare per la DOC, esclusivamente per i vini bianchi e rosati. Da ultimo, a partire dalla vendemmia 2024, le otto IGT (presenti in questo momento) confluiranno nella Terre d’Abruzzo IGT.
«Il montepulciano è il vitigno principe della nostra regione», afferma Franco d’Eusanio, vicepresidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo. «Per anni, attraverso modifiche al disciplinare di produzione, abbiamo puntato a innalzare il valore della denominazione per essere sempre più competitivi e garantire ai nostri viticoltori un corretto reddito». 

Franco d’Eusanio

La DOCG è in crescita, la DOC in fieri

Venendo al Montepulciano Colline Teramane DOCG, «siamo certi che finirà su molte più etichette, ora che si è capito come lavorare l’uva con maggiori accortezze», sottolinea Cerulli Irelli. Difatti, abbiamo particolarmente apprezzato nelle versioni “giovani”, lo sforzo per ottenere beve meno estrattive e più sussurrate. Le Riserve, invece, dimostrano l’indubbia vocazione dell’uva all’invecchiamento e un miglior lavoro sui tannini. Abbiamo però riscontrato molte interpretazioni che premiano alcolicità elevate e uso marcato dei legni, lontane forse dal gusto contemporaneo. Quanto ai Montepulciano DOC, pur offrendo una buona bevibilità complessiva e un approccio generale semplice e di facile approccio in molti casi, spesso sono risultati privi di carattere e distintività territoriale. In questo momento, dunque, il Montepulciano abruzzese ci è apparso ancora disomogeneo, diviso tra una DOCG con notevoli punte qualitative e una frequente riconoscibilità territoriale; e una DOC dominata da intenti commerciali e impostazioni stilistiche un po’ démodé. 
Con l’introduzione delle modifiche del “Modello Abruzzo”, è auspicabile che in futuro i produttori diano maggior sostanza a questi cambiamenti, facendo crescere maggiormente la territorialità. È su quel “terreno” che si giocherà una partita decisiva per le sorti di questo vino.

La degustazione

La degustazione si è svolta alla cieca con 27 Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG (di cui 12 Riserva) e 71 i Montepulciano d’Abruzzo DOC (di cui 13 Riserva). 

Ecco la nostra selezione.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo DOCG 2021 “Notari” - Fattoria Nicodemi (Comune di Notaresco)

Olfatto esente da difetti: un macroscopico frutto si accompagna a mandorla e pennellate di balsamico. Sorso lungi dall’essere pronto ma con una freschezza che fa da carburante. Fattoria Nicodemi si conferma come un produttore di caratura superiore.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo DOCG 2021 “Antares” - San Lorenzo (Comune di Castilenti)

Incipit introverso ma nel volgere di pochi minuti lascia spazio a erbe aromatiche, ciliegia e pepe nero. In bocca, morbidezze e freschezza si supportano a vicenda. Onoriamo la ciliegia che ci mette lo zampino nel finale. In divenire.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo DOCG 2021 “Alarius” - Cioti (Comune di Paterno)

Sotto un lieve velo di mosto, spara fuochi d’artificio fruttati. Al palato è leggiadro, dritto e si lascia guidare dalla freschezza. Chiude lungo e pulito. Equilibrio raggiunto.  

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo DOCG Riserva 2019 “Barocco” - Cantina Colonnella (Comune di Colonnella)

Il naso è particolarmente ricco e stratificato. Cuoio, mora di rovo e profumi speziati. Al palato è articolato, masticabile e al contempo slanciato per merito di una freschezza viperina. Se proprio gli dovessimo trovare un difetto: la chiusura si concentrata sull’amarognolo. 

Montepulciano d’Abruzzo DOC 2020 “Casanova” – Barone Cornacchia (Teramo, Comune di Torano Nuovo)

Ci impressiona con un cast di profumi che possiedono personalità; e, all’assaggio, tattilità con un bel tannino che sta al gioco e un alcol che non strozza. Il finale è disteso. Tutti gli indizi conducono a far presagire un futuro radioso.