Nel Ticino il Merlot si veste di bianco

Nel Ticino il Merlot si veste di bianco

Degustando
di Gabriella Grassullo e Ezio Gallesi
07 giugno 2012

Sfidando se stessi, vuoi per uno sfizio, ma anche per soddisfare le esigenze del turismo di lago, alcuni viticoltori ticinesi hanno saputo “trasformare” il merlot in un elegante vino bianco.

Ticino MerlotLe prime testimonianze della viticoltura elvetica, risalente a 2000 anni, si situano ad Arcegno (UBC Bellinzona), dove nel 1986, in una necropoli romana, tra le vettovaglie di corredo in dono al defunto, furono rinvenuti dei vinaccioli; alcuni scienziati, inoltre, trovarono resti di viti, risalenti al Neolitico, a St. Blaise sul Lago di Neuchâtel ed altri attribuibili all’Età del Bronzo sul lato occidentale del Lago di Costanza.

Non è comunque chiaro quando ebbe inizio la storia della viticoltura in Svizzera; è menzionata per la prima volta in documenti che risalgono al 516 d.C., ed è certo che furono i monaci a gettarne le basi; in particolare i borgognoni diffusero la coltivazione in tutto il paese, mentre nel 1141 furono i cistercensi a piantare il primo vigneto terrazzato sul lago di Lemano.

La regione di Lavaux, nel cantone di Vaud, è iscritta all’UNESCO dal 2007; il percorso di 30 km sulla Berna-Montreaux-Losanna è un meraviglioso regalo della natura, eccezionale esempio di una tradizione culturale. Il paesaggio simboleggia un’epoca significativa nella storia dell’umanità, oltre a uno straordinario esempio di utilizzo del suolo da parte dell’uomo. Il luogo è definito tra i più affascinanti al mondo, con una vista mozzafiato sui vigneti terrazzati che scivolano sul lago.

Attorno ai primi del 1900 la viticoltura si sviluppa nelle zone in prossimità dei laghi Neuchâtel, Bieler, Maggiore, Lemano, dove il microclima è particolarmente favorevole alla maturazione dell’uva.

Molti sono i vitigni presenti sul territorio: merlot, cabernet, syrah, pinot nero, gamarel e il bondola - quest’ultimo unico autoctono del Ticino, recentemente oggetto di interesse quale cultivar locale -, mentre tra i bianchi troviamo chasselas, chardonnay, sauvignon, kerner, müller thurgau.

Dagli anni 1970, l’innovazione che alcuni produttori hanno introdotto in viticoltura ha permesso di ottenere importanti riconoscimenti a livello internazionale.

Il vitigno principe del Ticino è il merlot, varietà di origine bordolese coltivato qui da oltre 100 anni. Intorno al 1907 si fecero i primi esperimenti impiantando ceppi del vitigno provenienti da Guyenne-Perigord in Francia, con innesti su piede americano a Mendrisio; con la produzione di 12000 barbatelle iniziò la nuova viticoltura ticinese che oggi occupa circa il 90% del territorio; geograficamente è l’unico Cantone interamente a sud delle Alpi, diviso in due regioni, Sopraceneri con i distretti di Locarno, Bellinzona e Valli, e Sottoceneri con Lugano e Mendrisio. Terreno e clima nelle varie zone sono diversi: a meridione i terreni presentano molta argilla e calcare, con un clima soleggiato e mediterraneo, mentre quelli settentrionali sono morenici-fluvio glaciali, con un clima influenzato dalla vicina catena alpina. La superfice è di 1037 ettari con una pendenza del 37%.

Con il marchio VITI, introdotto nel 1948, la produzione di vino da uve merlot è rivolta rigorosamente alla qualità.

Il Canton Ticino è stato il tema della serata organizzata dalla delegazione AIS di Pavia, condotta dal dott. Francesco Tettamanti, direttore del consorzio Ticino Wine, www.ticinowine.ch.

 

Ticino Merlot

Nove i vini in degustazione abbinati ai formaggi locali:

  • Ticino Doc bianco di Merlot, Cantina Sociale Montalbano, 2011 (Mendrisio): paglierino scarico, al naso delicate note di pera e mela, asciutto, di modesta freschezza e buona sapidità. Acciaio.
  • Ticino Doc bianco da Merlot, 100 anni Bianco, Cantina Giubiasco, 2011 (Giubiasco, Bellinzona): paglierino, olfatto fine, note di frutta esotica, entra in bocca fresco e sapido, con una leggera percezione di tannino dovuta all’uso del legno.
  • Ticino Doc Sauvignon Ronco Bain, Vini Brivio, 2011 (Mendrisio): paglierino brillante, ottima pulizia al naso (criomacerazione pellicolare). Note floreali, rosa, ed erbaceo in evidenza, fine, dimensione gustativa d’impatto, buon corpo, calore, supporto acido-acciaio.
  • Ticino Doc Syrah 1831 Valsangiacomo F.lli, 2009 (Mendrisio). Il nome del vino riporta l'anno 1831 di fondazione della Cantina Valsangiacomo. Rubino con riflessi violacei, al naso frutta nera e spezie, in evidenza il pepe nero. In bocca ritorna la speziatura tipica e anche un po' di tostatura data dalla barrique, presenta una buona struttura e persistenza, è morbido e abbastanza fresco con una discreta tannicità.
  • Ticino Doc Merlot Biasca Premium, Gialdi Vini, 2010 (Mendrisio). Maturazione in botti di rovere di 34 e 42 hl, e barriques di 2° e 3° passaggio per oltre 10 mesi. Rosso rubino intenso, sentori di frutta matura a bacca rossa e nera accompagnati da note di liquirizia e aromi di torrefazione. Di buona struttura con un finale equilibrato e di buona persistenza.
  • Ticino Doc Merlot Sirio, Matasci F.lli, 2009 (Tenero - Locarno). Vinificazione in acciaio inox con successivo parziale affinamento in barriques. Rosso rubino, fruttato con note boisé. Vino di solida struttura con tannini ben presenti.
  • Ticino Doc Merlot Leneo, Corti F.lli, 2009 (Balerna - Chiasso). Leneo, nella mitologia classica, era epiteto del dio Dioniso, il Bacco romano. Maturazione: 21 mesi in barriques nuove. Rosso rubino intenso, frutta nera, mora, con note vanigliate e spezie. Caldo, di struttura, equilibrato, con tannini presenti. 
  • Ticino Doc Merlot Comano Vigneto ai Brughi, Tamburini eredi Carlo, 2007 (Lamone - Lugano). 18 mesi in barriques. Sentori tipici, in evidenza aromi di frutta rossa e nera molto matura, con sensazioni di vaniglia e spezie dolci. Vino di corpo con tannini ben integrati.
  • Rosso del Ticino Doc Vigna D’Antan, Brivio Vini, 2007 (Mendrisio). 60% merlot, 30% cabernet sauv., 10% cabernet franc. Maturazione in barrique 12/14 mesi, per il 60% nuove e 40% di secondo passaggio. Rosso rubino intenso, sentori di frutta a bacca nera con note mentolate e nuance di torrefazione, nocciola e cacao. Di struttura con tannini serici, finale di buona persistenza.

 

Formaggi

  • Formaggella grassa: a pasta semidura con crosta grigia, da latte vaccino pastorizzato, senza conservanti.
  • Gorello Latteria Lati: formaggio ticinese a pasta molle con crosta bianca, prodotto con latte vaccino pastorizzato, senza conservanti.
  • Vallemaggia Alpi Bolla: formaggio semiduro grasso, ottenuto con latte di mucca e capra (almeno il 30%).
  • Valle Leventina: formaggi di latte vaccino semiduri, grassi, a pasta cotta elaborata da latte crudo, che testimoniano l’ottima qualità dell’erba e della flora dei pascoli di alta quota (fino a 2.000 metri e oltre).

 

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