Piwi: la Fondazione Mach in prima linea per la valorizzazione dei vitigni resistenti

Degustando
di Sara Missaglia
07 dicembre 2022
Alla Fondazione Mach (FEM) di San Michele all’Adige la premiazione della 2° Rassegna sui vini da vitigni Piwi. Un’occasione per avviare un seminario con importanti contributi internazionali.
Prima di tutto i numeri: 82 vini in rassegna per 6 categorie, 37 cantine, 5 Regioni coinvolte: i vini bianchi sono i più presenti, 46 in totale, seguiti da frizzanti e spumanti (rifermentazione in bottiglia e in autoclave) e da rossi e orange. La rassegna riconferma gli obiettivi di promozione e valorizzazione delle varietà resistenti, ovvero i vitigni che nascono da incroci tra varietà coltivate e genotipi portatori di capacità di resistenza alle malattie fungine (oidio e peronospora in particolare), consentendo una riduzione sensibile dei trattamenti fitosanitari e una limitazione dell’uso dell’acqua, favorendo un abbattimento dei costi di produzione. La degustazione alla cieca da parte di 30 esperti del mondo del vino provenienti da tutta Italia è avvenuta a novembre, affiancati dagli studenti del Corso Enotecnico in ottica di mentoring. Il Centro Istruzione e Formazione FEM è il cuore pulsante della rassegna e vede Andrea Panichi, docente di Enologia, e Marco Stefanini e Maurizio Bottura, esperti di varietà Piwi, i Responsabili del Comitato Organizzatore, a cui si è affiancato il prof. Luciano Groff che ha coordinato le commissioni di degustazione.
«La rassegna 2022 ha registrato un livello qualitativo più alto rispetto alla precedente – ha affermato Andrea Panich –. I bianchi sono confermati di tenore medio-alto e dall’elevato potenziale, tanto è vero che in degustazione a molti hanno ricordato vini da uve non Piwi. I rossi, anche grazie ad alcune indicazioni che abbiamo dato alle aziende lo scorso anno con la prima edizione, si sono espressi in misura migliorata. Spumanti sia Charmat sia Metodo Classico riconfermano elevata attrattività e l’impiego recentemente ammesso di un vitigno resistente nella AOC Champagne testimonia la bontà della presenza dei Piwi anche nella cuvée di base».
La situazione legislativa in Italia: a che punto siamo?
Con la modifica del Regolamento UE n. 2117 del 2021 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 6 dicembre 2021 (poco dopo il termine della prima rassegna sui Piwi promossa dalla Fem) è stato autorizzato l’uso di varietà Piwi nella produzione di vini a Dop. Prima di questa modifica era escluso l’impiego di vitigni nati da ibridazione ed era possibile utilizzare esclusivamente i vitigni da specie Vitis Vinifera. Ma, nonostante questa importante svolta, a livello legislativo la situazione per la reale e concreta introduzione delle uve Piwi è ancora poco chiara in quanto non si è risolto il problema a livello delle singole Regioni, che hanno piena autonomia decisionale. Sono infatti ancora poche quelle che hanno autorizzato l’allevamento di viti resistenti: Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino, Alto Adige, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche (in osservazione). Per Lazio, Campania e Puglia è in corso la procedura di autorizzazione alla coltivazione, conclusa invece per il Piemonte. “Adesso sta alla politica darci una mano: l’introduzione dei vitigni Piwi nelle DOC è stato il modo più breve per poter impiegare le varietà, ma è necessario dare al mercato l’opportunità di scegliere, che sino ad oggi la burocrazia non ha reso facile. Per noi è una grande soddisfazione vedere tanto interesse su questo argomento”: sono queste le parole di Enrico Giovannini, Presidente CIVIT, il Consorzio Innovazione Vite, che prosegue: “Il nostro ruolo è di portare tutta la tecnologia che esce da San Michele in campo. Il vento è cambiato: c’è desiderio di voler provare queste qualità, e tutti si meravigliano per l’elevato livello qualitativo raggiunto”. Se la qualità c’è, e con lei anche il favore dei consumatori, “il nostro compito è spostare la neve e tracciare la strada: la rassegna sui vitigni Piwi promuove e valorizza i prodotti da vitigni resistenti”, commenta Mirco Maria Franco Cattani, Presidente della Fondazione, dando il via all’apertura dei lavori del workshop.
Il seminario
La tavola rotonda moderata dal prof. Mario Pezzotti, Dirigente Centro Ricerca e Innovazione FEM, non può che svilupparsi intorno ai temi legati agli obiettivi che l’Europa si è data per il 2030: il Green Deal per l’agroecologia ha infatti definito le cosiddette strategie dal Campo alla Tavola (from Farm to Fork) per un futuro sostenibile attraverso il cambiamento del modello attuale. Il carattere di urgenza è legato al fattore temporale e alla portata della modifica dei modelli: la riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi chimici, del 20% dell’uso dei fertilizzanti e del 50% delle sostanze antimicrobiche, la conversione di almeno il 25% dei terreni agricoli in agricoltura biologica sono alcune delle sfide prioritarie per fermare il degrado degli ecosistemi.
La Germania e il progetto VitiFit
Il prof. Ulrich Fischer del Weincampus Neustadt ha rappresentato i primi risultati del progetto VitiFit in tema di gradimento dei vini da Piwi in degustazione: “I Piwi sono un’opportunità: il nostro lavoro ha affrontato il tema dell’analisi sensoriale per colmare il gap tra produzione e consumatore”, questo l’incipit del Professore. La Germania procede velocemente per l’introduzione dei vitigni resistenti, e il Consorzio della Mosella ha già dato l’approvazione per piantare nuove varietà rosse e bianche. La ricerca condotta a Neustadt ha comparato lo stile di vini prodotti da vitigni resistenti e da uve tradizionali nella stessa annata, nella stessa vigna e a parità di condizioni e di vinificazioni: questo ha consentito l’individuazione di sensory driver per ogni vino al fine di valutare quale fosse l’elemento più apprezzato dal consumatore. Regent, Cabernet Blanc, Solaris, Johanniter, Souvignier Gris, Calardis, Sauvignac, Muskaris, Cabernet Cortis, Satin Noir e Laurot sono stati a lungo studiati e comparati a vitigni tradizionali come Riesling, Muskateller, Sauvignon Blanc, Cabernet Sauvignon e Merlot. Sono stati prodotti vini diversi e sono stati inviati i campioni per la degustazione sia ad esperti sia a produttori biologici e non, ma anche ad una popolazione di consumatori (177 consumatori tra Germania, Danimarca e Francia). La percezione nel suo complesso dei vini da uve Piwi ha espresso risultanze significativamente migliori: in particolare il Calardis Blanc è sempre stato valutato meglio rispetto al Riesling sia dagli esperti sia dai consumatori. Questi ultimi hanno apprezzato nei vini bianchi in particolare i sentori floreali e fruttati. La percezione dei vini rossi da Piwi è migliorata con la vendemmia 2020 grazie a una correzione dell’eccesso polifenolico.
La Francia e l'introduzione del voltis nella AOC Champagne
L’intervento della Professoressa Géraldine Uriel, Responsabile della parte sperimentale dei vitigni resistenti del Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (Civc), si è sviluppato intorno all’uso dei Piwi nella Aoc Champagne. Il programma INRA-ResDur, uno tra in più grandi al mondo nell’ambito del miglioramento varietale, ha dato una forte spinta all’introduzione delle varietà resistenti nel Catalogo Varietale Nazionale. La Champagne partecipa a questo programma anche con il progetto locale Cepinnov e, dopo 10 anni di osservazione, ha approvato nel settembre di quest’anno l’introduzione della varietà resistente voltis a bacca bianca nella Champagne AOC fino al 10% massimo nella cuvée di base. Si tratta del primo vitigno resistente ad essere ammesso in un disciplinare AOC: sarà possibile piantare voltis nei vigneti per una percentuale massima del 5% della superficie. Si tratta tuttavia ancora di una fase di studio (è attesa la pubblicazione ufficiale prevista entro l’inizio del 2023), in quanto ci vorranno almeno altri dieci anni di osservazione per integrare il vitigno nella Denominazione in via definitiva. Le analisi si concentrano sui risultati del Voltis piantato nelle aree sensibili (vicino alle abitazioni ad esempio), situazione che, se i risultati qualitativi lo consentiranno, potrebbe favorire un ampliamento delle superfici vitate. “La cosa importante è che lo champagne rimanga champagne, indipendentemente dalle uve che utilizziamo per produrlo”, precisa la professoressa Uriel, “non dobbiamo dimenticare che spesso i consumatori non conoscono o riconoscono nella cuvée i diversi vitigni e le percentuali impiegate. Il tema è legato alla comunicazione, che deve essere corretta”.
Piwi e genomica
L’ultimo intervento è del dott. Gabriele di Gaspero dell’Istituto di Genomica Applicata di Udine: il miglioramento genetico per le resistenze della vite darà un contributo fondamentale per la viticoltura del futuro. “Vitigni che prima erano considerati di serie B stanno generando un nuovo interesse. Innovazione genetica e agricoltura di precisione attraverso la genetica, la chimica di precisione per l’uso di fertilizzanti e fitofarmaci e le tecniche agronomiche saranno i driver per l’agricoltura e la viticoltura del domani”, spiega il Ricercatore, che lancia un monito importante: “per la comprensione dei Piwi non dobbiamo dimenticare che i vitigni resistenti attualmente sul mercato derivano da incroci e selezioni: sono vitigni nuovi e diversi dai loro genitori dal punto di vista genetico, biologico e normativo. Se qualcuno si aspetta che un vitigno resistente derivante da Merlot sia uguale al Merlot si sbaglia”. Molto interessante l’analisi e l’illustrazione del meccanismo di resistenza a oidio e peronospora apportato dal miglioramento genetico: la pianta resistente dispone di un meccanismo che consente di confinare il patogeno nella porzione del tessuto in cui viene attaccata. Il meccanismo di resistenza non condiziona la composizione della bacca e non produce tossine: si tratta di una reazione naturale della pianta che cerca di bloccare il patogeno.
La premiazione
Il vino più premiato è il Feltro Bianco 2021 dell’Azienda Agricola friulana Terre di Ger da uve Solaris e Bronner: di seguito l’elenco dei vini e delle cantine premiate (fonte: Fondazione Edmund Mach).
Categoria Vini Bianchi
Il Podio:
Primo |
Az. Agr. Terre di Ger - Feltro Bianco 2021 |
Secondo |
Weingut Plonerhof - Solaris 2021 |
Terzo |
Az. Agri. Mussino Federico - Bronner 2021 |
Diploma di Menzione d’onore:
Az. Agr. Terre di Ger – Arconi Bianco |
2021 |
Soc. Agri. Albafiorita – M’Ama |
2021 |
Le Carline – Sauvignon Resiliens |
2021 |
Cantina di La-Vis e Valle di Cembra – Bronner |
2021 |
Az. Vitivinicola Parco del Venda – Cigno Bianco |
2021 |
Az. Agri. Clementi Silvano – Aromatta |
2020 |
Werner Morandell LieseleHof – Julian |
2019 |
Azienda Agricola Gentili – Souvignier Gris |
2020 |
Terre Alte d’Alpago S.s. - Soratesa |
2021 |
Pravis – Naran Solaris |
2021 |
Categoria Vini Frizzanti
Il Podio:
Primo |
La cantina Pizzolato S.r.l. - Hurrà 2021 |
Secondo |
Az. Agr. Sartori Michele - Diadema 2021 |
Terzo |
Az. Agri. Pojer e Sandri - Zero Infinito 2021 |
Diploma di Menzione d’onore:
La cantina Pizzolato - Hoopa |
2021 |
Categoria Vini Spumanti Metodo Charmat
Il Podio:
Primo |
Le Carezze - Iris 2021 |
Secondo |
Le Carline - Resiliens 2021 |
Terzo |
Cantina Colli del Soligo – Johanniter 2021 |
Diploma di Menzione d’onore:
Az. Agr. Terre di Ger – Rufini |
2021 |
Categoria Vini Spumanti Metodo Classico
Il Podio:
Primo |
Pravis - Naran Pravis 2018 |
Secondo |
Cantina Sociale di Trento - Santacolomba Brut 2020 |
Terzo |
Villa Persani - /càn·di·do/ 2019 |
Categoria Vini Orange
Il Podio:
Primo |
LieseleHof - Julian Orange 2020 |
Secondo |
Nove Lune - Rukh 2020 |
Terzo |
Gianni Tessari Soc. Agri. - Rebellis 2020 |
Diploma di Menzione d’onore:
Az. Agri. Pojer e Sandri - Zero Infinito perpetuo |
2021 |
Categoria Vini Rossi
Il Podio:
Primo |
Az. Agr. Terre di Ger - Caliere Rosso 2020 |
Secondo |
Le Carezze - Urano 2019 |
Terzo |
Il Brolo Società Agricola - Dama Selvaggia 2021 |
Diploma di Menzione d’onore:
Az. Agr. Terre di Ger – El Masut |
2020 |
Az. Agr. Bondaion – El Losc |
2020 |
Le Carline – Resiliens |
2021 |
Vincitore Assoluto (il vino che ha ottenuto il punteggio più alto della Rassegna)
Az. Agr. Terre di Ger - Feltro Bianco 2021 |