Terzo Simposio Internazionale sul Sangiovese - I Parte

Terzo Simposio Internazionale sul Sangiovese - I Parte

Degustando
di Camilla Guiggi
15 dicembre 2008

Modelli di terroir per vini d'eccellenza, questo il tema del Terzo Simposio sul Sangiovese appena conclusosi a Firenze. Il primo articolo a cura di Camilla Guiggi...

A Firenze si è appena concluso il terzo Simposio Internazionale sul Sangiovese. Sempre a Firenze nel febbraio del 2000 si svolse la prima edizione, avente come tema “Il Sangiovese”. Il secondo, svoltosi ancora una volta nel capoluogo toscano nel novembre 2004, ebbe come tema “Il Sangiovese vitigno tipico e internazionale: identità e peculiarità”.

In Internet agli indirizzi qui di seguito riportati è possibile trovare e scaricare gli atti completi dei primi due simposi:
  • Simposio 2000
  • Simposio 2004

    Ogni quattro anni l’ARSIA (www.arsia.toscana.it/), Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel Settore Agricolo Forestale della Toscana, in collaborazione con la Regione Toscana organizza un Simposio a carattere internazionale sul Sangiovese, che non solo è il vitigno più coltivato in Italia, ma ha anche una discreta diffusione in termini di superficie vitata anche a livello internazionale. Risulta infatti il decimo vitigno più coltivati al mondo.

    Relatori importanti hanno stimolato il dibattito nel corso delle tre giornate. Qualche nome : Mario Fregoni, Presidente Onorario OIV - Organisation Internationale de la Vigne e du Vin; Antonio Calò, Presidente Accademia Italiana della Vite e del Vino; Peter Hayes, Presidente OIV -Organisation Internationale de la Vigne e du Vin; Maurizio Boselli, Università di Verona; Ann Noble, University of Davis (California, USA ); Vincente Sotès, Escuela Tècnica Superior Ingenieros Agronomos di Madrid.

    Per il programma completo: link

    Ad aprire le danze è il Prof. Fregoni, tema del suo intervento: “Terroir o Vitigno? Evoluzione mondiale e prospettive”. Secondo il Prof. Fregoni ci sono molte similitudini tra le denominazioni d’origine e il concetto di terroir. Per terroir viticolo si intende l’insieme di tre elementi: vitigno/portainnesto, clima e suolo ,senza però trascurare il fattore umano. A sostegno della tesi del terroir viene citato PLINIO (77 d.C.), che nel suo “Naturalis Historia”, Libro 14 cap. V, parla del più famoso vino da cru dell’epoca romana, ovvero il Falernum, che viene delimitato come zona di produzione: “Tutta questa zona della Campania che si estende dal ponte Campanus per chi va dal lato sinistro alla colonia urbana di Sillaè piena di colline con vigneti molto rinomati a causa del generoso vino che prende il nome del paese Falerna”.

    Fregoni continua citando i vini italici che Andrea Bacci nomina nel suo libro “De Naturalis Vinorum Historia”, ed arriva alla classificazione dei vini in Borgogna, divisi in Gran Cru, Premier Cru, Comune e Regione. Secondo Fregoni bisognerebbe adattare la nostra piramide qualitativa, con la quale vengono classificati tutti i vini, al modello francese. Basterebbe classificare i vini con maggior dettaglio. Dopo le sottozone verrebbe il Comune, quindi la frazione, quindi la microzona, quindi la fattoria ed infine la vigna. Procedendo nel suo intervento critica il vitigno citato in etichetta. Secondo il Reg.U.E. infatti basta l’utilizzo di un minimo dell’85% di un vitigno per poterlo citare in etichetta. Ma è vero anche che basta il 15% di vitigni con marcatori organolettici importanti per appiattire le peculiarità del vitigno prevalente. Per poter citare in etichetta un vitigno bisognerebbe, secondo Fregoni, essere obbligati ad utilizzarlo in purezza.

    Concludendo il Prof. Fregoni alla domanda terroir o vitigno, risponde: “Il vitigno non è tutelabile, perché è apolide nel mondo, mentre il terroir, come nome geografico , si può proteggere.”
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