Tra gioco e sorpresa. Le donne del Derthona

Tra gioco e sorpresa. Le donne del Derthona

Degustando
di Florence Reydellet
03 novembre 2022

La viticoltrice Elisa Semino dell’azienda La Colombera e la chef Anna Ghisolfi, titolare dell’omonimo ristorante nel centro di Tortona. Due donne del Derthona a Milano per diffondere la conoscenza dei Colli Tortonesi e del timorasso

Da sinistra: Elisa Semino e Anna GhisolfiElisa Semino e Anna Ghisolfi sono due orgogliose figlie dei Colli Tortonesi, due ambasciatrici del Derthona. Elisa conduce l’azienda famigliare La Colombera a Vho ed è una viticoltrice che si impegna a salvaguardare gli autoctoni del territorio (timorasso in primis). Anna invece, dopo aver appreso le basi tecniche presso grandissimi chef (Adrià, Marchesi, Aduriz, per citarne solo alcuni), propone oggi una cucina moderna, sempre rivolta alla valorizzazione dei prodotti locali: formaggio Montébore, pesche di Volpedo, tartufi, fragola profumata di Tortona. Siamo quindi nel Piemonte sud-orientale, in provincia di Alessandria. “Un paese fertile”, che da tempo ha attirato l’attenzione. È dunque con grande piacere che abbiamo accolto l’invito all’evento organizzato da Elisa e Anna lo scorso 25 ottobre, evento pensato per diffondere la conoscenza di questa terra e del suo vitigno principe: il timorasso.

Derthona è l’antico nome romano della città di Tortona. E dal 2000 è anche il nome di un marchio del Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi, ideato dal lungimirante Walter Massa, avendo bene in mente che nessun grande vino porta il nome del proprio vitigno. Il marchio indica un vino bianco fermo ottenuto da sole uve timorasso e che non può essere immesso al consumo prima del 1° settembre dell’anno successivo. Fra i primi a seguire Walter in questa impresa, La Colombera. Nel 1997 Elisa, assieme al papà Piercarlo e al fratello Lorenzo, individuò gli appezzamenti più vocati e mise a dimora cinque vigneti di timorasso su suoli di arenarie e marne di Sant’Agata. Oggi il marchio è in attesa di ottenere il riconoscimento di sottozona della DOC Colli Tortonesi. Noi ce lo auguriamo, perché il talento della varietà e la vocazione del territorio sono stati pienamente confermati dai tre Timorasso in degustazione. 

  • Colli Tortonesi DOC Timorasso “Derthona” 2021 (100% timorasso). Dorato fitto e lucente. Nell’intelaiatura della trama olfattiva è evidente la vendemmia assolata, che però non reca disturbo: fiori carnosi, ananas, miele e albicocca secca. Il palato è terso, equilibrato (morbido e fresco insieme) e lascia segni di lieta persistenza. Un vino di grande bevibilità che ben si accoppia al “lardo e calamaro" di Anna.
  • Colli Tortonesi DOC Timorasso “Il Montino” 2020 (100% timorasso). Analogo il colore: dorato pieno, corrusco. Sfoggia un bouquet meticoloso e pieno di sfumature. Non è difficile cogliervi i sentori di agrumi canditi, di zafferano e miele di acacia. L’idrocarburo, poi, che tuttavia non soffoca. Assaggio verticale - mai prevaricante nella dolcezza - e finale durevole. Abbiamo fatto tesoro del suo abbinamento con “uovo impanato, sedano rapa e tartufo”.
  • Colli Tortonesi DOC Timorasso “Il Montino” 2015. Naso dal respiro decisamente più evoluto (un florilegio di carruba, idrocarburo, frutti a polpa gialla maturi e sciroppo d’acero); epperò il sorso rimane teso, continuo e salino. Per dirla con Veronelli, “matrimonio d’amore” con “riso zucca, nocciola e gocce di passito” e con “raviolini di ceci, carote e curry”.  

Hanno testimoniato l’indubbia vocazione del territorio anche altri due vini: 

  • Vino bianco secco “Alice” (60% moscato giallo, 40% malvasia moscata). Ecco un vino delicato. Apre su toni floreali di biancospino per poi evolvere sulla salvia, la citronella e l’uva spina. L’assaggio è secco, con nitida sapidità e allungo esente da amarognolo. E con molta arte, s’è scelto di abbinarlo a un “bonbon di pompelmo e Campari”. 
  • Colli Tortonesi DOC Croatina “Arché” 2015 (100% croatina). Rubino paradigmatico, fittissimo. Prisma olfattivo con spiccato timbro varietale di frutti rossi sotto spirito, fava di cacao, smalto e sottobosco. La gustativa è dinamica con portamento tannico e decisa matrice calorica. L’Arché si è rivelato degno accompagnamento a “cioccolato mandorla e pesca”: un dolce poco dolce.

Non vogliamo dimenticare altre prelibatezze (tutte di ammirevole precisione tecnica) degustate circondati dal silenzio operoso della squadra di Anna: “gioco di cipolla”; “castagne in zuppa”; “tartufo di verza”; “gnocchi, funghi e anguilla”; “gelato di Montébore, rapa, pera e caffè”. L’elenco minaccia di diventare troppo lungo, perciò concludiamo ringraziando due donne del Derthona per averci dato, con franca generosità, un quadro fulgido della loro terra e del loro talento.