Una goccia di bianco in un mare di rosso. La Vernaccia di San Gimignano

Una goccia di bianco in un mare di rosso. La Vernaccia di San Gimignano

Degustando
di Alessandro Franceschini
17 giugno 2009

Tufo e sabbia. Il timbro sapido, belle connotazioni minerali ed un’aromaticità olfattiva che nelle migliori espressioni riesce a coniugare la dolcezza dei frutti bianchi maturi con la delicatezza delle note floreali...

Tratto da L'Arcante 9

San Gimignano, piccolo borgo a due passi da Poggibonsi, collocato nella parte nord-occidentale della provincia di Siena, nota in tutto il mondo come la città delle cento torri, oggi a dire il vero molte meno. Non è semplice farsi portabandiera dell’anima bianca in Toscana: non solo per l’ovvia vicinanza di corazzate rosse dai nomi importanti come Chianti, Nobile di Montepulciano o Brunello, ma anche per l’attenzione che il mercato ha posto verso l’innumerevole schiera di vitigni internazionali, anche a bacca bianca, che ha trovato terreno fecondo in Toscana, come nel resto d’Italia, soprattutto a partire dagli anni ’90. In questo piccolo lembo di terra, però, l’autoctona vernaccia è riuscita a mantenere uno spazio tutto suo con 815 ettari destinati alla produzione di un vino bianco di forte connotazione territoriale, a denominazione di origine controllata e garantita dal 1993. Stranezza per stranezza, anche scorrendo i dati di mercato, la vernaccia spicca per originalità, quanto meno rispetto ai fratelli rossi toscani: quasi il 60% delle bottiglie vengono vendute, infatti, in Italia, quasi in controtendenza rispetto alle altre denominazioni toscane, pur annotando che la metà viene venduta in loco, quindi certamente anche ai tanti turisti stranieri che soggiornano sotto le torri. Germania (42%) e Stati Uniti (33%) i due mercati esteri principali. Citato da Dante e Michelangelo, con documentazioni storiche che risalgono al 1200, spesso si è soliti ricordare la vernaccia di San Gimignano più per motivi didattici che non, a torto, per degustazioni: è stato, infatti, il primo vino in Italia a fregiarsi della DOC nel lontano 1966. L’attuale disciplinare prevede un utilizzo della vernaccia per almeno il 90%, rese per ettaro non superiori ai 90 quintali per ettaro ed anche una tipologia riserva, che deve prevedere un affinamento non inferiore ad un anno di cantina. Difficile, se non deleterio, voler addomesticare a tutti i costi la vernaccia: vini territoriali, che proprio attraverso la loro unicità, riescono a ritagliarsi un ruolo, seppur magari piccolo, all’interno del ricco panorama toscano. Mentre altri cambiavano, non solo disciplinari, ma soprattutto stili e conseguente abbinabilità a tavola, qui si è quasi rimasti fermi nel tempo, ancorati ad una tradizione centenaria: aspetto che non ha significato però immobilismo. Oggi sono 201 i produttori e la consapevolezza circa le caratteristiche di questo vitigno sono aumentate nel corso degli anni attraverso un’innovazione sia in vigna che in cantina che non sembra aver stravolto i tratti peculiari di un vino ideale da bere giovane, tranne poche e rare eccezioni.

Terroir e ricerca
Si è detto delle peculiarità dei terreni intorno a San Gimignano: con un clima tipicamente toscano e quindi con precipitazioni concentrate soprattutto tra aprile, maggio e novembre e temperature che oscillano tra i -5C° ed i +37C° è proprio la conformazione del sottosuolo a rappresentare un unicum in grado di connotare i vini in modo decisivo. Sabbie gialle ed argille sabbiose di colore chiaro che in combinazione con esposizioni e altitudini (tra i 250 ed 400 m.s.m.) differenti donano un quadro di non semplice decifrazione ed omologazione. Così lo sono stati anche i risultati delle degustazioni in anteprima per la stampa che si sono svolte nell’omonima cittadina il 16 febbraio: certamente il comun denominatore della sapidità è un tratto distintivo, particolarmente accentuato in alcuni casi. Diverso l’andamento olfattivo dove a note minerali e di macchia mediterranea, si alternano campioni dove la componente fruttata, mai però troppo matura o addirittura con accenti tropicaleggianti, marca maggiormente l’aromaticità. Anche da queste parti si comincia a parlare di zonazione o quanto meno ci si prepara ad un eventuale studio per tratteggiare in modo preciso e scientifico le differenti aree vocazionali: a grandi linee, infatti, il Consorzio parla di almeno cinque areali (Pancole, Poggio del Comune, Santa Lucia, Pietrafitta e San Benedetto-Ulignano) che connoterebbero i vini con sfumature e dettagli differenti. Vedremo: studi di questo tipo, oramai, se ne stanno facendo molti un po’ dappertutto in Italia, quasi per colmare quel divario di conoscenza di terroir che ci separa in modo così marcato rispetto ai cugini d’oltralpe. Certamente interessanti, bisogna purtroppo annotare come spesso poi studi di questo tipo servano più per avere una precisa fotografia del territorio di produzione che non per un loro reale utilizzo: è questo, infatti, attualmente, il problema principale di molti dei minuziosi lavori di zonazione effettuati in Italia che stentano nella fase applicativa, quando, cioè, bisogna poi realmente seguire le indicazioni contenute nei cosiddetti “manuali d’uso”, circa scelte d’impianto, gestione dei vigneti e conduzione delle differenti unità vocazionali.

La degustazione – I 10 campioni più convincenti

Vernaccia di San Gimignano 2007, Panizzi – Loc. Racciano
L’azienda di Giovanni Panizzi, presidente del Consorzio, nasce nel 1979 e commercializza la sua prima bottiglia di Vernaccia dieci anni più tardi. Di ottima pulizia olfattiva, offre un profilo di frutta dolce, con qualche sfumatura mentolata. Bocca di buon impatto, di discreta freschezza ed allungo finale. 83/100

Vernaccia di San Gimignano Riserva I Mocali 2007, Vagnoni – Loc. Pancole
Fermentato in barrique, offre un quadro speziato di zenzero e canfora ed un frutto di pesca matura. Bocca di discreta freschezza con un retrogusto che richiama sentori di macchia mediterranea. Fondata nel 1955, l’azienda dei fratelli Vagnoni conduce circa 20 ettari dedicati all’allevamento della vite. Grande restying nel 2007, con una cantina oggi fornita delle più moderne tecnologie. 84/100

Vernaccia di San Gimignano 2007, Macinatico – Loc. San Benedetto
Naso che viaggia a cavallo tra una lieve, ma percettibile, ossidazione, ed un bouquet di fiori secchi e pere mature. In cemento ed acciaio sia la vinificazione che l’affinamento. Corretto, se ne apprezza la vivace freschezza ed una discreta persistenza. 84/100

Vernaccia di San Gimignano 2007, Az. Agraria Le Rote – Loc. Le Rote
Oro vivo nel bicchiere, con sfumature di pera e note di pomplemo. Grintoso in bocca, polposo, con un centro bocca di buona larghezza ed una vena fresca e sapida di bella fattura. L’azienda risale al 1894 ed attualmente è condotta da Lina e Massimo Scotti con vigneti che si estendono su circa 25 ettari. 85/100

Vernaccia di San Gimignano 2007, Podere La Castellaccia – San Gimignano
Sono 8 gli ettari dedicati alla vite, all’interno di una grande proprietà a conduzione biologica che ne comprende 54 condotta dai coniugi Alessandro Tofanari e Simona Orsini. Note di fieno ed alloro si uniscono a quelle fruttate di pera e pesca gialla. La grande bevibilità è la cifra stilistica di questa vernaccia snella e rinfrescante. 86/100

Vernaccia di San Gimignano Poggiarelli 2007, Az. Agricola Signano – Loc. Signano
Grappa, zafferano e miele completano la produzione della piccola azienda a conduzione famigliare di Manrico Biagini. La selezione Poggiarelli gioca sulla maturità molto accentuata del frutto ed interessanti note agrumate, di mandarino e scorza di arancia. Corpo, freschezza ed un finale che richiama la mandorla. 86/100

Vernaccia di San Gimignano Zeta 2007, Mattia Barzaghi – Loc. San Donato
Prima uscita per i vini di Mattia Barzaghi, dopo un lungo apprendistato presso la storica cantina di Giovanni Panizzi e grande sorpresa dai suoi nove ettari attualmente in produzione: sapiente l’uso del legno in questa versione di grande stoffa, che coniuga fiori secchi e mandorle, anice e finocchietto, con un frutto di pera dolce e maturo. Buono il centro bocca, scorrevole e piacevolmente sapido. 87/100

Vernaccia di San Gimignano 2007, Il Lebbio – Loc. San Benedetto
Situata a Nord di San Gimignano, l’azienda dei fratelli Niccolini possiede 14 ettari esposti quasi integralmente a sud. Campione di grande intensità, solare, con un profilo olfattivo di carattere, contraddistinto da note di macchia mediterranea, timo e rosmarino, menta ed una convincente trama minerale di grande fascino. In bocca dominano le componenti sapide e fresche, in buon equilibro con sensazioni morbide di bella avvolgenza. Ottimo il finale, di perfetta corrispondenza gustolfattiva. 88/100

Vernaccia di San Gimignano Tropie 2007, Il Lebbio – Loc. San Benedetto
Con questa selezione, meno nervosa e dritta, come invece il base, i fratelli Niccolini riescono a coniugare maturità del frutto e mineralità, grassezza e bevibilità. Pesca gialla di bella definizione aromatica, cenni floreali ed una piacevole nota agrumata, descrivono un quadro olfattivo complesso e sinuoso. Ottimo l’equilibrio in bocca, lunga la persistenza. 88/100

Vernaccia di San Gimignano 2007, San Quirico – Loc. Pancole
Eleganza e progressione. Lavorata nell’ormai sempre più redivivo cemento, punge con tocchi mentolati, note di mandorla e pesche gialle mature profumatissime. Sapida e molto fresca, ma mai spigolosa, coniuga con grande stoffa alcol e morbidezza, centro bocca pieno e corrispondenza con l’aromaticità olfattiva. 88/100

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