Viaggio tra Trentino e Alto Adige in compagnia dei Vignaioli di Montagna

Viaggio tra Trentino e Alto Adige in compagnia dei Vignaioli di Montagna

Degustando
di Paolo Valente
18 maggio 2021

Siamo sempre stati abituati a considerarli due territori diversi e separati, ma cosa accomuna Trentino e Alto Adige? Niente di più facile. Sono due territori di montagna. E la montagna è anche il filo conduttore del Trento Film Festival che da anni promuove la montagna di tutto il mondo e in tutte le sue espressioni attraverso l’arte cinematografica.

Da qui nasce l’idea di una Masterclass dall’evocativo titolo “Vignaioli di Montagna // Quote in assaggio: in viaggio tra territori di montagna” inserita nel programma della 69° edizione del Trento Film Festival e organizzata dal Consorzio Vignaioli del Trentino e da Freie Weinbaumer Südtirol.

Quello tra l’uomo e la montagna è un rapporto complesso e delicato, ha ricordato Mauro Leveghi presidente del Trento Film Festival, rapporto che unisce un Festival Cinematografico così come il lavoro che i vignaioli portano avanti ogni giorno all’interno delle proprie aziende.

Il Trento Film Festival da sempre si è prefisso di portare alla luce le difficoltà del vivere in montagna, difficoltà che i vignaioli superano ogni giorno. La collaborazione tra vignaioli trentini e altoatesini non è affatto scontata, sottolinea Lorenzo Cesconi presidente del Consorzio Vignaioli del Trentino, perché ci sono differenze anche culturali tra le due realtà, differenze che i vignaioli vogliono però accantonare per portare in giro per il mondo i loro vini che, come ha sottolineato Massimo Zanichelli nell’introdurre la degustazione, “portano con sé la tipica luce delle giornate soleggiate nelle valli”. 

La degustazione, tre vini trentini e altrettanti vini altoatesini, ha messo a confronto sei diversi territori e varietà che questo territorio esprime. 

Il viaggio è iniziato da Pressano con il Trentino DOC Nosiola 2019 di Vignaiolo Fanti.
Una varietà tradizionale trentina, purtroppo oggi poco coltivata, che non ha paura dello scorrere del tempo in bottiglia come hanno dimostrato tante degustazioni di vecchie annate.
Elegante e fine al naso, racconta di fiori di campo e di sole che si riflette nel calice. Un vino asciutto e diritto, dalla sapidità quasi tagliente, minerale; buono il supporto della freschezza e la lunga persistenza rimanda alla frutta matura. Mostra un potenziale ancora parzialmente inespresso.

Con il Vigneti delle Dolomiti IGT Müller Thurgau 2019 dell’Azienda Agricola Simoni ci trasferiamo in Val di Cembra dove i terreni porfidici rosati costituiscono la patria della varietà.
Paglierino con riflessi verdolini, al naso emerge una decisa aromaticità con fragranti note minerali e erbacee, menta, pompelmo e ancora frutta gialla. Ottima l’integrazione tra sapidità e acidità. Un vino verticale come lo sono i terreni da cui proviene. Piacevole finale succoso.

Dalla Valle Isarco proviene il Südtirol Eisacktaler DOC Riesling Kaiton 2019 dell’azienda Kuen Hof. Questo vino, prodotto per la prima volta nel 1996, è stato una sorta di pioniere nella valorizzazione di questo vitigno in una zona non tipica.
Il delicato e luminoso color giallo paglierino si riflette nella purezza dei profumi che rimandano alla montagna e alle sue erbe e bacche. Verticale, minerale al limite del pietroso con un accenno di idrocarburo. Succoso, gustoso e sapido, acidità affilata.

La degustazione prosegue con i vini rossi.
Dalla collina di Santa Maddalena, nel cuore dell’area elettiva della Schiava, un Alto Adige DOC Santa Maddalena Classico 2019 di Weingut Untermoserhof.
Il classico colore rubino scarico accompagna l’altrettanto classica nota speziata, elegante e sottile. Completano il bouquet sentori di piccoli frutti rossi fragoline, mirtilli ed erbe aromatiche. Un tannino leggerissimo ed elegante integra la buona sapidità. Fresco e persistente per una piacevolezza immediata. 

Torniamo verso sud, in Val di Non dove la viticoltura deve ritagliarsi spazio tra le piantagioni di mele, con un vitigno autoctono dalle antiche origini, il Vigneti delle Dolomiti IGT Groppello di Revò El Zeremia 2018 di El Zeremia.
Un rosso rubino pieno tinge il calice che profuma di croccante frutta di bosco rossa e matura, una leggera speziatura e un animo selvatico e di sottobosco si trasformano, al sorso, in un tannino ben presente anche se elegante e integrato con la freschezza che ne stempera la densità. 

Dall’area di Appiano arriva l’ultimo vino in degustazione, il Pinot Nero, vitigno internazionale, che trova nelle vallate altoatesine una sua dimensione ormai tipica e riconoscibile. Alto Adige DOC Pinot Nero Pigeno 2017 di cantina Stroblhof.
Luminoso alla vista e dal caratteristico colore rubino con accenni granati. Sentori di frutta nera e rossa con accenni speziati definiscono l’olfatto elegante e preciso. Buono il corpo, supportato da sapidità e freschezza decisa. Diritto e raffinato.