Il vino “naturale” sotto processo. Quale tutela legale?

Il vino “naturale” sotto processo. Quale tutela legale?

Diritto diVino
di Paola Marcone
14 novembre 2024

La delegazione di AIS Cremona-Lodi ha ospitato l’evento formativo di AIGA Lodi con la partecipazione di Stefano Pizzamiglio, proprietario dell’azienda La Tosa.

Nel panorama dell’offerta formativa a cui gli avvocati devono obbligatoriamente aderire, gli approfondimenti sul diritto vitivinicolo sono come aghi nel pagliaio, forse perché ritenuti materia di nicchia, per di più complicata da molti adempimenti di natura burocratica.

L’idea quindi di Mara Raffaelli, avvocato dell’Associazione Giovani Avvocati di Lodi, di coinvolgermi in un seminario che permettesse ai colleghi di avvicinarsi a un tema come quello della valenza legale tanto del termine “vino” che di quelli che usualmente lo affiancano, compreso “naturale”, è stata un’interessante occasione per misurarsi tra sapere tecnico e racconti di esperienza di quanti il vino lo producono e ne diffondono la conoscenza.

L’evento, che si è tenuto lo scorso 17 ottobre, è nato infatti dalla collaborazione con la delegazione di Cremona-Lodi dell’Associazione Italiana Sommelier Lombardia e ha visto partecipare Stefano Pizzamiglio, proprietario de La Tosa, azienda immersa nelle colline piacentine, in quel lembo di territorio emiliano confinante con le province di Pavia, Lodi e Cremona.

Hanno aderito all’iniziativa anche l’Ordine degli Avvocati di Lodi che con il suo Presidente, l’avvocato Angela Maria Odescalchi, ha sostenuto il seminario riconoscendone anche formalmente il contenuto formativo, i Presidenti di AIGA Cremona, l’avvocato Stefania Colombi, e di AIGA Pavia, l’avvocato Federico Molendini, oltre che ovviamente il Presidente di AIGA Lodi, l’avvocato Valentina Tricerri, tutti concordi sull’importanza di affrontare in modo collaborativo le sfide che la professione forense presenta, rendendo vivo il dialogo con le più diverse realtà territoriali.

Sulla base di questo filo conduttore, quindi, il mio contributo ha prima di tutto messo in luce la natura, codificata dal Testo Unico italiano, di patrimonio culturale nazionale del vino e delle aree vitivinicole, sottolineandone le interazioni sia con le politiche di governo del territorio, sia con la normativa del Codice dei beni culturali e del paesaggio, sia con l’innovativa definizione di eredità culturale contenuta nella Convenzione di Faro ratificata dall’Italia nel 2020.

Si è poi parlato di vino sostenibile, biologico, biodinamico e delle denominazioni di origine, dedicando un particolare focus al vino “naturale” e alle motivazioni nonché conseguenze dell’assenza di contenuto legale del termine, rimarcandosi la necessità per le imprese di fornire sempre ai consumatori informazioni che non generino confusione e di tutelarsi dal rischio greenwashing, ossia dalla pratica di appropriazione indebita di virtù ambientali che l’Unione Europea ha assai di recente messo sotto la lente di ingrandimento con una serie di interventi normativi, alcuni ancora in via di definizione.

È quindi intervenuto Stefano Pizzamiglio che ha evidenziato l’importanza di eventi che mettano i produttori a confronto con professionisti della materia, perché in quarant’anni di lavoro ha avuto modo di vivere in prima persona l’incremento di complessità e dettaglio degli adempimenti da rispettare, anche con riguardo agli aspetti di tutela dei segni distintivi dell’azienda e di etichettatura.

In più, rispetto a temi come quello dei vini “naturali”, Stefano, la cui azienda è in regime biologico da diversi anni, ha tenuto a precisare come lui stesso abbia difficoltà a comprendere alcune logiche di mercato che elevano a qualità quelli che spesso sono difetti del vino.

Se è vero, infatti, che ciascun vignaiolo è libero di interpretare come crede il proprio lavoro (nel rispetto della normativa ovviamente), Stefano ha messo in luce come dovrebbe essere altrettanto importante, in assenza di codificazione del termine “naturale”, mantenere tutti un atteggiamento il più responsabile possibile, evitando che quanti si dedicano alla viticoltura nelle differenti modalità produttive, ma con la rigorosa idea di rispettare e non prevaricare le potenzialità espresse dal vigneto annata dopo annata, vedano svilito il proprio lavoro da generiche affermazioni che fanno presa sul consumatore, inducendolo a pensare che i vini “fatti senza nulla” sono sempre e comunque qualitativamente migliori. 

Sul finire del proprio intervento poi Stefano Pizzamiglio ha presentato tre dei vini prodotti da La Tosa, spiegandone la filosofia produttiva e le principali caratteristiche dei vitigni utilizzati proprio in rapporto alla specificità del territorio piacentino.

I sommelier di AIS Cremona-Lodi hanno servito “Ombrasenzombra” Colli Piacentini D.O.C. Sauvignon, “Sorriso di Cielo” Colli Piacentini D.O.C. Malvasia e “Vignamorello” Gutturnio D.O.C. Superiore, quest’ultimo abbinato a un tradizionale risotto alla Lodigiana.

La conclusione dell’evento è stata così l’occasione non solo per sperimentare in concreto quelle che sono state le parole del produttore ma anche per realizzare come in ambito vitivinicolo la conoscenza della tecnica legale può solo che trarre beneficio da una più approfondita comprensione delle dinamiche produttive e degli aspetti culturali e sociali che riguardano il vino.

In questo senso, ha spiegato Maurizio Milani, il delegato di AIS Cremona-Lodi, “per la nostra Associazione, che da oltre cinquant’anni diffonde la cultura del vino organizzando corsi ed eventi, è importantissimo collaborare con realtà professionali qualificate come quella degli avvocati, che possono aiutarci anche a diffondere il messaggio di come il vino, solo se conosciuto anche nelle sue qualità organolettiche, può davvero essere consumato consapevolmente. Sono contento quindi di constatare che l’interesse del territorio ai nostri corsi è in continua crescita sia a Lodi, dove inizieremo un primo livello a marzo 2025, sia a Crema e Cremona dove i corsi sono programmati da ottobre 2025.”.

Da parte sua Valentina Tricerri, Presidente di AIGA Lodi, è fortemente convinta che le competenze relazionali siano un volano per ampliare il bagaglio tanto formativo che culturale dell’avvocatura, specie quella rappresentata dalle generazioni più giovani. “Confrontarsi in un ambito multidisciplinare in sinergia con altre realtà del tessuto sociale ci aiuta a comprendere meglio la realtà che poi dobbiamo affrontare dal punto di vista tecnico, ma anche ad arricchire la nostra esperienza personale. Per questo in AIGA Lodi cerchiamo di approfondire anche i temi di più recente attualità. Solo per fare qualche esempio abbiamo collaborato con il nostro collega e giornalista della rivista Il Dubbio, Gennaro Grimolizzi, per la presentazione del libro “Avvocati di guerra, storie e testimonianze di avvocati ucraini e russi”; abbiamo trattato della tutela del credito alimentare nella riforma Cartabia e i riflessi sui reati economici contro la famiglia, confrontandoci con importanti istituti di credito presenti sul territorio; abbiamo condiviso con la LILT un evento formativo in materia di diritto sanitario, con il valore aggiunto dei contributi di sensibilizzazione alla prevenzione forniti dai medici presenti. Anche la collaborazione con AIS Lombardia, quindi, va nella direzione da noi voluta di formarci nel modo più completa possibile e l’iniziativa in materia vitivinicola è stata particolarmente apprezzata tanto che sicuramente verrà replicata nelle altre AIGA lombarde che si sono dette interessate”.

Un modo corale e costruttivo, in definitiva, per accrescere insieme sapere ed esperienza.