Germania e Austria. Gli imperi del riesling

Germania e Austria. Gli imperi del riesling

Enozioni a Milano 2024
di Francesca Borghi
15 aprile 2024

All’ultima edizione di Enozioni a Milano il riesling è salito in cattedra con tre calici austriaci e quattro tedeschi. A condurre la degustazione Nicola Bonera.

Nicola non ne fa segreto e dall’inizio della serata dichiara apertamente alla sala che «sì, il riesling è il mio vitigno preferito!» e ci porterà a conoscerne le sue declinazioni più rinomate: l’Austria, nella Wachau attraversata dal Danubio, e la Germania del Reno e della Mosella. Questi sono infatti considerati gli imperi di un vitigno che è presente e molto apprezzato anche in territorio italiano.

Nicola BoneraInizieremo dall’Austria esplorando il territorio della Wachau che, come spiega Nicola, «sta all’Austria come la Borgogna sta alla Francia» per concludere il nostro viaggio in Germania, dove il riesling è la varietà dominante e le rese diminuiscono drasticamente. La Wachau, patrimonio mondiale dell’UNESCO, è famosa per i siti religiosi, il cicloturismo e vanta un paesaggio viticolo molto interessante. Se il riesling tedesco si contraddistingue per la freschezza, conseguenza delle temperature più rigide, il riesling austriaco ha invece una nota finale che tende più verso il sale.

La degustazione

AUSTRIA

Nicola ci presenta due delle 207 cantine della zona (dati aggiornati al 2022) che possono essere sicuramente considerate le migliori produttrici di vini di altissima qualità e profilo.

Riesling Federspiel 2011 – Nikolaihof

I vigneti di Nikolaihof si trovano in una regione notevolmente privilegiata: l’estremità orientale della Wachau, uno dei paesaggi fioriti più belli d’Europa e luogo d’origine di alcuni dei migliori vini bianchi del mondo. Il clima ricorda Cividale del Friuli, qui infatti è più fresco rispetto alle altre zone dell’Austria essendo un’area soggetta ai venti dei mari nordici che portano a una temperatura media annua di circa 10 °C. In questa zona dell’Austria la botrite è accettata in percentuali molto ridotte e di frequente si fa selezione delle vendemmie per evitarla. Dal 1971 Nikolaihof applica i principi della biodinamica alla produzione vitivinicola.

Il vino in degustazione quasi non sembra un riesling: rimanda un leggero sentore selvatico probabilmente dovuto alla fermentazione spontanea e si sente molto la senape. È un’annata con un certo invecchiamento che consente di apprezzarne meglio l’evoluzione aromatica verso una nota di sale alle erbe o di «sale al sedano del Bloody Mary». È sicuramente un naso «appetitoso, che non si riesce a distinguere dal cibo» e che porta a consumarlo accompagnato a un piatto. Il finale che si spinge più sul sale che sulla freschezza, tipica della Germania, ci permette di identificare questo vino come austriaco e non tedesco. A differenza del 2010 e 2014, che essendo annate più fredde hanno portato l’uva a subire una certa selezione, il 2011 è stata un’annata meravigliosa.

Riesling Smaragd 2014 - Nikolaihof

Nonostante sia tre anni più giovane del precedente vino, si nota un tratto di ossidazione non marsalata.

Il 2014 è stata un’annata difficile e più povera rispetto al 2011 e pur avendo raggiunto i livelli zuccherini, gli altri componenti risultano più scarsi.

Al naso il Federspiel è decisamente più pimpante e vivace. In bocca è molto buono, si percepisce un tocco di zafferano al palato, ben gestito e piacevolissimo, probabilmente dovuto all’uva umida di un’annata molto piovosa. La botrite non è cercata ma è il risultato della natura e dunque è accettata, in linea con la filosofia bio. La cantina utilizza botti di legno vecchio, tra i 20 e i 30 anni, usate tante volte: il 2014 ha indubbiamente ricevuto il legno in dosi generose e lo si percepisce far capolino al palato.

Facendo un confronto tra il Federspiel e lo Smaragd, il primo risulta molto buono e vivace al naso mentre la bocca lascia qualche dubbio, cala la struttura e sembra acquoso, diluito e leggero; il secondo in bocca è concentrato e denso.

Riesling Smaragd Loibner Loibenberg 2011 – Rudi Pichler

Al naso sprigiona un registro pieno, patina cerosa, tisana, miele, camomilla, è più alpino rispetto ai precedenti: si distinguono fiori di campo e sentori balsamici nostrani. Regala dal primo momento una bella complessità molto convincente, un pizzico di zafferano, come se fosse stato infuso, l’idrocarburo è assente, un briciolo di gomma calda e un leggero sentore di nafta. Lungo e lento sfiorire del ricordo, escono fuori in un secondo momento il lime e i fiori. In bocca è decisamente piacevole, il migliore dei tre austriaci in degustazione. Se i primi due hanno la dolcezza birraia del mais quest’ultimo ha molta grazia.

I vini austriaci tendono ad essere più secchi possibile, fino ad un massimo di 3 g/L di residuo zuccherino: essendo un clima più caldo rispetto alla Germania, lo zucchero li porterebbe infatti verso l’ossidazione. Il sentore di idrocarburo nei riesling austriaci ha una connotazione negativa perché indica che il vino si sta degradando.

GERMANIA

I vini sono lavorati secondo la gestione ecologica, questo comporta che le rese si abbassino drasticamente per i vini più complessi.

Rheinhessen Riesling Trocken Westhofener 2012 - Wittmann

Wittmann è probabilmente tra i primi dieci produttori in Germania, con circa trenta ettari e 180.000 bottiglie prodotte all’anno. È da diversi anni sulla cresta dell’onda, produttore VDP (Verband Deutscher Prädikatsweingüter), biodinamico, coltiva anche buone parcelle di sylvaner e utilizza botti con una capienza dai venti ai quaranta ettolitri. Il 2012 è stato un anno meno luminoso rispetto al 2010 e il 2011.

Al naso si percepiscono banana e caramella alla frutta, sentori tipici dello chardonnay, con burro e zucchero: è un profumo morbido, un naso che manifesta linee sinuose e tonde, arriva anche il miele. È un bel naso, appagante ed evoluto, non dimostra i suoi undici anni. In bocca, confrontandolo con i precedenti calici, è leggermente meno concentrato del secondo riesling ma più denso del primo: ci riporta allo chardonnay e al il pinot grigio. Si distingue una nota polverosa da conchiglia, tipica dello champagne, e una polvere gessosa che regala a questo riesling una bella mineralità, non salata.

Pfalz Riesling Trocken Konigsbacher Idig 2011 - Christmann

Christmann è un produttore VDP che coltiva un’area che si estende per circa venti ettari nel territorio del Palatinato, produce 120.000 bottiglie all’anno.

Naso elegante, l’idrocarburo è quasi impercettibile, torna la senape, il tostato, è molto piacevole. Al palato solletica lungamente, ha molta mineralità e aromi di arancia e agrumi, è un vino importante ed elegante che lascia un ricordo durevole e soddisfacente.

Riesling Urziger Wurzgarten Spätlese 1985 - Benedict Loosen Erben

È un vino ormai vicino al limite, il 1985 è stata un’annata calda fino a ottobre e pertanto la fermentazione si è protratta fino all’autunno. Al naso si percepiscono note di vino passito, liquoroso, c’è ancora del candito ed è presente l’agrume tipico del riesling; l’erba aromatica è invece assente. In bocca risulta meno cedevole, si sente infatti una certa vigoria con note di cola e tamarindo. Evidentemente la bottiglia è stata conservata abbastanza correttamente, anche se le annate 1983, 1987 e 1989 sono state migliori. È ancora un vino gioviale a tavola, piacevole, un classico vino tedesco che ben si accompagna alle terrine di interiora, aglio e fegato: nel finale arriva il foie gras e si sente il cognac con cui hanno lavorato il fegato e si percepisce leggermente il distillato. Al naso disturba che abbia perso la foglia e l’erba aromatica, mantenendo invece un sentore troppo presente di infuso. Se fosse stato bevuto una ventina di anni fa probabilmente sarebbe stato perfetto, adesso non sembra quasi più riesling. Conserva ancora una parte di acidità ma non ha nulla di emozionante rispetto agli altri vini in degustazione.

Zeltinger Sonnenuhr Riesling Spätlese 2021 - Joh. Jos. Prüm

Cantina molto famosa, si dice che nessuno sia mai riuscito ad avere l’opportunità di vederla. La vite è per lo più a piede franco, con un’età media superiore ai 65 anni che giace su una parete non particolarmente pendente. Il 2021 è stata un’annata decisamente regolare, buona e raffinata che ha consentito la riuscita di vini di buona qualità.

Al naso sa di chimico, non sembra né appagante né invitante. Sono state utilizzate botti d’acciaio. È necessario lasciargli il tempo di aprirsi, infatti dopo qualche minuto sprigiona profumazioni di lime, limone e spremuta di frutta fresca. È un vino che al momento dell’apertura esprime meno del 50% del suo potenziale: è opportuno attendere almeno dieci o dodici anni per poterlo apprezzare nella sua piena espressione. In bocca è buono, succoso, si sente il tè: è un’ottima bevanda dissetante che potrebbe avere dagli 85 ai 90 g/L di residuo zuccherino. Resta il ricordo di un vino decisamene non appagante, viste le grandi potenzialità: è davvero un peccato averlo aperto così giovane.

Un ringraziamento speciale a Nicola, che ci ha accompagnati in questo meraviglioso viaggio tra l’Austria e la Germania, emozionandoci con la sua immensa passione per questo vitigno!