Bolgheri e l’enoteca Tognoni

Bolgheri e l’enoteca Tognoni

Interviste e protagonisti
di Camilla Guiggi
28 aprile 2010

“I cipressi che a Bolgheri alti e schietti/Van da San Guido in duplice filar,/Quasi in corsa, giganti e giovinetti,/Mi balzarono incontro e mi guardâr.” così parla Giosuè Carducci...

...dello splendido viale dei cipressi ( lungo ben 5 chilometri) che porta al borgo medievale di Bolgheri. Qui in una stradina laterale troviamo l’enoteca di Francesco Tognoni luogo di ritrovo abituale per gli amanti dei vini di questa zona e dei produttori di vino. Non è difficile, infatti, potersi ritrovare come vicino di tavolo Nicolò Incisa della Rocchetta il papà del Sassicaia. Ed è proprio dal Sassicaia che questa zona vinicola è nata. Dal 1964, prima annata commerciata di questo vino, molto si è fatto, soprattutto grazie ai consigli di Giacomo Tachis. Bisogna attendere il 1978 per la sua consacrazione internazionale; Hugh Johnson decide di inserire il Sassicaia 1972 in una degustazione alla cieca a Londra dei 32 migliori Cabernet Sauvignon del mondo. Nonostante il 1972 fu un’annata piovosa per il Sassicaia, questo vino sbaragliò tutti i 32 concorrenti tra cui i più famosi Châteaux bordolesi. Subito scoppiò la febbre del Sassicaia nel mondo. Nel novembre 1974, Veronelli esalta La Tenuta San Guido e il Sassicaia in un entusiastico articolo su Panorama. La fine degli anni settanta segnò così l’inizio di una nuova era per i vini italiani.



L’esplosione del Sassicaia ha portato anche turismo enogastronomico, soprattutto negli ultimi vent’anni e Francesco Tognoni, da circa trent’anni nel settore, ha seguito la scia. Nella sua enoteca si possono trovare più di trenta vini in degustazione al bicchiere, di cui sedici importanti, conservati con l’immissione di azoto alimentare. Si può scegliere tra i 10 o i 5 cl, il che consente di degustare più di un vino. Sugli scaffali sono presenti circa 600 etichette soprattutto toscane con un occhio di riguardo per quelle della zona. Francesco, grazie alla sua grande esperienza, non si limita a consigliare un vino, ma sa spiegare il territorio e le caratteristiche dei vari produttori. “Di certi vini- commenta Francesco –vendo anche 2500 bottiglie all’anno per un totale di quasi 25 mila pezzi. Un bel numero, tuttavia un po’ meno di quello che si realizzava una quindicina di anni fa’”.

Oltre ai vini, all’Enoteca Tognoni possiamo trovare un’ottima cucina tipica che varia a seconda della stagione (ribollita, zuppa di legumi, pappardelle al cinghiale, tagliolini al piccione, tagliata, fiorentina, cinghiale in umido) e una varia selezione di formaggi e salumi toscani. I vini serviti al tavolo non subiscono alcuna variazione di prezzo; si può scegliere cosa mangiare e poi decidere, guardando gli scaffali, quale vino degustare. Bolgheri è una calamita per gli stranieri grazie al Sassicaia e ai suoi compagni e quindi nulla di più facile che trovarsi circondati da un vociferare multietnico.

Per smaltire i piaceri del palato si può fare un giro nel piccolo paesino formato da cinque piazzette, due strade e un castello all’ingresso. C’è poi una chiesetta a destra, appena superata la porta del castello. Intorno il verde. Tanto verde. Una distesa di verde fino al mare. Affacciandosi dalla terrazza della piazzetta si spalanca un paesaggio mozzafiato che si congiunge al mare etrusco. Niente farmacie in paese, qui si cura tutto con il vino. Possiamo andare a trovare Nonna Lucia, nonna del Carducci, seduta in posa statuaria davanti alla casa di famiglia.

Qui a Bolgheri vino e poesia si fondono in un connubio magico e inscindibile, non ci resta che ritagliarci qualche giorno soprattutto con l’arrivo della bella stagione.

Santè

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