Dialogo non convenzionale sul futuro del Brunello di Montalcino con Fabrizio Bindocci

Dialogo non convenzionale sul futuro del Brunello di Montalcino con Fabrizio Bindocci

Interviste e protagonisti
di Alessandra Marras
20 dicembre 2024

A Benvenuto Brunello 2024 l’incontro con il presidente del Consorzio, che a maggio 2025 termina il suo mandato. Prospettive e bilanci di un territorio e una denominazione che guarda con ottimismo al futuro.

L'edizione 2024 di Benvenuto Brunello ha visto il significativo ritorno dei banchi di assaggio con i produttori in presenza. Proprio tra questi, là dove prende vita probabilmente la parte più autentica e viva dell’evento, è nato il contesto ideale per scambiare alcune riflessioni con Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio. Dando voce immediata all’energia palpabile presente tra i banchi di questa edizione, il presidente ha esordito, con non celata soddisfazione, raccontando le novità alla base del successo di Benvenuto Brunello 2024.  «Abbiamo deciso di mantenere l’impostazione tecnica dei tasting riservati alla critica, ma al contempo abbiamo voluto ampliare l’offerta, dando maggiore visibilità alle imprese locali. L’obiettivo è promuovere una logica di condivisione che coinvolga produttori, operatori, stampa e, naturalmente, gli appassionati».

Un nuovo format che ha permesso un dialogo diretto tra chi il vino lo crea e chi lo racconta o semplicemente lo ama, offrendo al pubblico l’opportunità di vivere un'esperienza sensoriale completa «Non sono solo degustazioni, ma volti che raccontano il vino» prosegue Bindocci. «I banchi di assaggio sono veri e propri spazi di interazione, dove il consumatore può entrare in contatto con la filosofia, le sfide e le visioni dei produttori. Un ritorno che, con il calore del dialogo vis-à-vis, celebra non solo la qualità del vino, ma anche la passione che lo alimenta». 

Message in a bottle 

 Se dovesse lasciare un messaggio all’interno di una bottiglia di Brunello, cosa scriverebbe? La risposta arriva con un sorriso, carico di fierezza: «Fortunato ad avere trovato una bottiglia di Brunello!» Una fortuna che, secondo il presidente, va ben oltre il semplice privilegio di gustare un vino straordinario. È un piacere che coinvolge tutti i sensi e parla direttamente all’anima. Ogni sorso custodisce la memoria di una tradizione secolare, l’eredità, la passione e l’orgoglio di chi ha lavorato la terra, una narrazione viva di una comunità che ha saputo preservare e rinnovare la propria identità. «Assaporarlo non significa solo godere di un vino pregiato, ma “toccare” un legame profondo con un territorio che ha saputo resistere e rinnovarsi nel tempo». Il Brunello non è, infatti, solo un "prodotto", ma un racconto di resilienza, di amore per la terra e di dedizione. È un incontro che evoca emozioni intense, che connette il passato al presente, regalando un senso di appartenenza a una storia più grande, quella di Montalcino e della sua inconfondibile unicità. «Chi trova una bottiglia di Brunello entra a far parte di questa comunità». 

Giovani produttori: fedeltà al territorio e qualità senza compromessi 

Le nuove generazioni di produttori stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nella realtà di Montalcino. Il futuro del Brunello è nelle loro mani? «Il futuro del Brunello nelle mani delle nuove generazioni è certamente promettente e solido». Ne è profondamente convinto Bindocci. «Radicati profondamente nel territorio, questi giovani produttori dimostrano un grande senso di responsabilità verso l’identità della denominazione e una visione lucida e rigorosa, che non scende mai a compromessi sulla qualità».
Tecnicamente preparati e con una chiara consapevolezza del valore del genius loci, sanno mantenere intatta l'autenticità del Brunello. Non si piegano alle mode passeggere né alle richieste di mercato che potrebbero comprometterne l’essenza. Non cercano scorciatoie, sono consapevoli che seguire tendenze effimere, valide oggi ma incerte domani, sarebbe un errore. «Il Brunello deve continuare a essere un simbolo di eccellenza, capace non solo di sfidare il passare del tempo, ma anche di guidare il cambiamento, affermando con determinazione la propria personalità».
Uno dei grandi punti di forza dei giovani produttori è lo spirito di collaborazione e apertura. «Si aprono al mondo, dialogano con altre realtà vinicole e così prendono ispirazione e spunti per migliorarsi continuamente». Un atteggiamento che non solo li arricchisce, ma rafforza anche il prestigio del Brunello al livello internazionale, perché il confronto stimola a fare sempre meglio. «Lavorano, inoltre, in grande sinergia con le generazioni precedenti, sia attingendo dall’esperienza e dalla saggezza accumulata negli anni, sia aggiungendo le loro competenze più contemporanee». Un equilibrio che, secondo Bindocci, non può che rendere  fiduciosi. 

Il Consorzio: radici forti e spirito di collaborazione 

Il terzo mandato come presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino di Fabrizio Bindocci si concluderà a maggio, è ormai quindi tempo per cominciare a fare un bilancio del lavoro svolto e dei progetti avviati. «Il Consorzio è sempre stato un punto di riferimento per il nostro territorio, una realtà che ha saputo unire diverse anime: dai grandi produttori ai piccoli, dagli ex mezzadri ai medi proprietari. Questo spirito delle origini rimane vivo. Ci vuole un collante, una visione comune che ascolti i soci e sappia muoversi di conseguenza». 

Tra i risultati più significativi raggiunti, secondo il presidente è da evidenziare il consolidamento dell’immagine internazionale del Brunello, che ha portato a una crescita costante sui mercati esteri, e l’attenzione verso la sostenibilità, considerata oggi un valore imprescindibile per produttori e consumatori. Si inserisce in questa direzione il rinnovamento del processo di valutazione delle annate. «È un’iniziativa volta a garantire una maggiore aderenza alla contemporaneità, “Brunello Forma” è un modello più obiettivo e autorevole, uno strumento privilegiato per tracciare un'analisi innovativa che non solo misura la qualità ma rappresenta anche uno strumento di comunicazione identitaria per il territorio. Era necessario definire un nuovo paradigma di analisi dell’annata, non più meramente quantitativo ma basato su dati oggettivi, autorevoli e non autoreferenziali». 

Guardando al futuro, Bindocci vede un Consorzio sempre più dinamico e centrale nel promuovere e tutelare la peculiarità del luogo, capace di adattarsi con prontezza ai mutamenti del mondo contemporaneo e che salvaguardi le realtà produttive più piccole, ritenute fondamentali per mantenere la ricchezza e la diversità del territorio. «Tra le priorità del futuro, il Consorzio dovrà continuare a essere coeso e pronto a rispondere alle esigenze di un mercato globale sviluppando strategie che rafforzino il proprio modello produttivo ed economico, senza però intaccare le tradizioni che rendono il Brunello un’eccellenza unica».