Helmuth Koecher
Interviste e protagonisti
di Giovanna Moldenhauer
29 marzo 2012
L'inventore del Merano WineFestival intervistato per Viniplus di Lombardia di Marzo 2012.
Come fondatore e presidente del Merano WineFestival, ci racconta la nascita e l’evoluzione negli anni sino all’edizione del 2011?
Il Festival è nato nel 1992 dalla passione e dedizione per i grandi vini. A quel tempo eravamo tre amici entusiasti soprattutto dei vini bordolesi. Si iniziava a parlare di qualità, ma era una situazione allo stato embrionale. Se faccio riferimento, in particolare, all’Alto Adige, era il periodo dello scandalo della schiava, nostro tipico vitigno; contrariamente al disciplinare, diversi produttori usavano anche vitigni extra regionali. Il Merano WineFestival, a mio avviso, ha aperto le porte, ha lavorato per fare crescere la qualità diventando un evento di riferimento. Nel 1992 si puntava soprattutto alla produzione di vino in grande quantità, oggi quasi tutti mirano alla qualità. Lo riscontro nelle degustazioni per la selezione di ammissione: sono sempre di più le aziende che investono in questa direzione. Non per farmene un vanto, ma sono sicuro che il Festival sia stato un precursore in questo senso.
Il progetto iniziale di questo evento ha subito modifiche?
Sin dalla prima edizione volevamo puntare sulla qualità. Per questo motivo la selezione delle aziende partecipanti è fatta senza badare al nome del produttore, si considera solo il vino. In questo modo nel corso degli anni la manifestazione è diventata sempre più garante dell’alta qualità.
Come si effettua la selezione degli espositori?
Inizialmente il riferimento erano i 100 punti di Robert Parker. In seguito abbiamo adottato un criterio molto semplice. Quando un vino è buono, senza difetti, ottiene una valutazione tra 80 e 85 punti. Se, durante la degustazione, nasce la curiosità di scoprire, capire qualcosa di più, dopo il primo sorso ne segue un altro, suscita particolari sensazioni, il punteggio sale tra 86 e 89 punti. Per i vini che superano i 90 punti si ha l’effetto che definisco “a-ha”, dove è chiaro il messaggio forte del territorio. Un criterio importante nelle selezioni è proprio trovare il territorio, la provenienza. Chiedo che le commissioni chiudano gli occhi per immaginarlo, in modo da avere l’effetto “going touch with nature” (entrare in contatto con la natura percependo il territorio di provenienza del vino, ndr). Fin dall’origine il Merano WineFestival si propone di presentare esclusivamente vini “a-ha”, quelli che suscitano emozioni particolari. Purtroppo non sono molti i vini eccellenti. Leggendo alcune guide vedo attribuire 90 punti talvolta con manica larga, a mio avviso.
E per le presenze straniere?
Anche per la loro ammissione vale il medesimo criterio di valutazione. Delle 600 aziende partecipanti, la presenza estera ha raggiunto negli ultimi anni un quarto del totale. L’obiettivo futuro è arrivare al 50% di provenienza estera sia dalle zone vitivinicole più celebri, sia da altre meno conosciute ma non per questo meno importanti, in modo da farle scoprire e conoscere, sempre che ci sia l’alta qualità, criterio cardine delle nostre selezioni.
Qualche dato?
Ogni anno selezioniamo e invitiamo circa 1200 produttori, rispondono più di 800. Gli espositori nell’ultima edizione erano 541, distribuiti nei quattro giorni dell’evento. Quest’anno ci sono stati 5.117 visitatori con la maggiore affluenza nella giornata di sabato.
Alcuni espositori scelgono da anni il WineFestival come vetrina per presentare le loro eccellenze. Perché?
L’evento è diventato nel corso degli anni un riferimento per il mercato dell’alta qualità. Diversi produttori lo scelgono per far conoscere le ultime annate delle loro selezioni. Per questo motivo ho voluto premiare nel 2011, in occasione dei 20 anni del Festival, le 7 aziende che sono state ininterrottamente selezionate: Alois Lageder, Avignonesi, Braida, Bruno Giacosa, Pojer e Sandri, Tenuta dell’Ornellaia e Weingut Hofstatter.
Bio&dynamica, con 50 produttori di biologico, biodinamico e naturale, apre la manifestazione. Da quanto tempo e perché ha scelto di dedicare una parte dell’evento a queste aziende?
È un settore che ho personalmente voluto inserire nel 2002 vedendo un crescente interesse per i produttori biologici e biodinamici. In Alto Adige le aziende che credono nel biodinamico sono sempre di più: Alois Lageder è stato il primo, seguito da Manincor e dalla cooperativa di Caldano per citare alcune realtà. Sino a pochi anni fa si contavano solo questi nomi, ora sono una trentina. Ogni anno i produttori biodinamici e biologici italiani crescono di numero. Ricordo che durante le prime edizioni di Bio&dynamica erano pervenuti campioni in alcuni casi ossidati e di basso livello. Ora la situazione è cambiata, i vini hanno assunto una qualità notevole, non ci sono più difetti e rispecchiano veramente il territorio.
Il Festival propone sezioni dedicate alle acquaviti e ai liquori, agli artigiani del gusto, agli chef della Gourmet Arena.
Le acquaviti e i liquori hanno bisogno di essere conosciuti e valorizzati. Le aziende del settore ci credono, mettono l’anima nel proprio prodotto raggiungendo alti livelli di qualità. Per la stessa ragione sono presenti 100 artigiani del gusto, nella sezione Culinaria, con le aziende che rappresentano l’eccellenza dei sapori italiani in fatto di olio, aceto, pasta, formaggi, salumi, cioccolato e dolci. Questa sezione e la Gourmet Arena sono importanti perché il vino trova il suo migliore abbinamento con il cibo. Per questo è stato creato, all’interno della manifestazione, lo show-cooking di diversi chef italiani e stranieri che si esibiscono ai fornelli, con ricette innovative, sotto gli occhi del pubblico.
Nata a Merano, la manifestazione ha avuto edizioni in città italiane e straniere. Qualche anticipazione sulle tappe del 2012?
Credo molto nell’abbinamento cibovino, per questo motivo nel 2012 avremo una nuova esperienza con Identità Golose, Congresso Internazionale di Cucina d’Autore, dove proporremo 100 aziende vitivinicole e i piatti di 20 fra i più rinomati chef italiani e stranieri. Il vino sarà grande protagonista. Per quanto riguarda le città straniere ho voluto portare il vino italiano più rappresentativo all’estero. Nel corso del tempo sono stati realizzati eventi negli Stati Baltici, a Mosca, a San Pietroburgo, in Germania, in Austria, sino in America ad Aspen nel Colorado lo scorso giugno. Il livello di gradimento è sempre stato alto. Inoltre, ho avuto l’opportunità di confrontarmi, come organizzazione, con altre strutture. Per quanto riguarda le esperienze in Italia dopo la manifestazione di Milano ci sarà un nuovo evento in Sicilia che si chiamerà Merano WineFestival Alcamo, dal 13 al 15 aprile 2012. Questa rassegna enogastronomica, in collaborazione con la provincia di Trapani, vuole promuovere il meglio della produzione siciliana, in particolare dei vini dolci.
A novembre è andata in scena la ventesima edizione con numerosi eventi, degustazioni di alto livello, presentazioni organizzate per festeggiare degnamente il traguardo raggiunto. Le sue impressioni?
Per me è stata molto, molto emozionante. Nei mesi precedenti ho cercato di riconsiderare il percorso iniziato nel 1992, lo svolgimento nel corso di vent’anni, tutti i passaggi compiuti. Ho vissuto questa edizione in maniera diversa rispetto alle annate precedenti, più tranquillo, più calmo, cercando di assaporare il successo raggiunto. Sono veramente molto fiero perché, soprattutto con l’ultima edizione, siamo riusciti a focalizzare l’attenzione sui produttori, e a creare delle sinergie con i visitatori, gli appassionati, gli operatori. Penso siano state azzeccate anche le sezioni di contorno, come la Beer Passion (dedicata alle birre artigianali, ndr), una vera rivelazione, la Culinaria che ha riscontrato maggiore interesse da parte del pubblico rispetto agli anni precedenti e la Gourmet Arena che ha registrato un successo strepitoso. A proposito della Gourmet Arena, abbiamo avuto una media di 65 presenze per ogni chef in uno spazio integrato all’interno del Festival. Dato il gradimento del pubblico, vogliamo raddoppiare la zona dedicata a questa sezione, puntando molto di più sull’abbinamento cibo-vino. Durante la presentazione dei piatti punterò a proporre diverse tipologie di vino per far capire il differente rilievo che lo stesso può avere nell’abbinamento. Le emozioni che ho vissuto, e che parlando risento e riprovo, sono l’espressione della grande realtà in cui si è trasformato il WineFestival, un evento che ho realizzato, supportato da tanti partner ovviamente, e che è motivo per me di grande orgoglio.
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