Intervista a Franco Maria Ricci

Interviste e protagonisti
di Alessandro Franceschini
22 gennaio 2009
Una breve intervista a Franco Maria Ricci, a pochi mesi dal “Gran Finale Vini Plus” che quest’anno vedrà l’assegnazione dei premi Tastevin d’Oro, Argento e Bronzo, e il premio “Il Sano”, presso l'Hotel Rome Cavalieri Hilton, sede degli eventi di AIS Roma
Nel 1998 l’allora Fiduciario AIS del Lazio lo incarica di costituire la Società Editrice Bibenda, al fine di ampliare le attività culturali della Sezione. Franco M. Ricci prende così la responsabilità di BIBENDA Editore grazie all’esperienza già maturata da anni alla conduzione de Il Sommelier Italiano, con l’impegno di lasciare in futuro la Società Editrice al nuovo Presidente Regionale eletto in concomitanza della sua uscita dall’Associazione.
Oggi dirige DUEMILAVINI Il Libro Guida ai Vini d’Italia, il magazine BIBENDA, nonché la Guida ai Migliori Ristoranti d’Italia, ultima nata tra le patinate pubblicazioni.
Inevitabile, purtroppo, non partire dal tema della recessione. E’ la parola d’ordine di questi ultimi mesi, anche nel mondo del vino e dell’enogastronomia più in generale. Da comunicatori del vino e, perché no, da educatori, perché in fondo AIS vuole dare un contributo anche in questo senso, quale atteggiamento ritiene utile avere in questo periodo?
Sicuramente educatori in prima linea. In quanto Educatori a fianco della qualità del vino da oltre 45 anni, siamo stati artefici, insieme ai Produttori intelligenti, del successo del vino italiano. Quale atteggiamento in un periodo di recessione? Il solito, quello che dovrebbero mostrare tutti i produttori e i comunicatori, e che tutti non fanno: vendere la credibilità.
Come giudica il mondo della comunicazione del vino oggi? Da editore e direttore di una delle riviste più autorevoli del settore, Bibenda, quali ritiene siano gli errori da evitare quando si parla di vino e delle aziende che lo producono?
Lo giudico malissimo. La gran parte non può essere credibile per troppi “inciuci” con i produttori. Questi ultimi sono pronti a tutto: organizzano concorsi a premi per i giornalisti del vino, sono pronti a pagare, con o senza pubblicità, un servizio a loro favorevole e chi più ne ha più ne metta.
Le guide sono morte, viva le guide. Ogni anno, in occasione dell’uscita di tutte le guide più importanti di settore, del vino in particolare, si riaffacciano polemiche ed opinioni contrastanti circa il ruolo che queste hanno avuto nel passato e continuano ad avere in questo momento. Da editore di DUEMILAVINI, ritiene sempre valido questo modello per “guidare” esperti o meno, alla conoscenza del panorama vitivinicolo del nostro paese?
La Guida fa male a chi non c’è. Scrivere significa comunicare a tutti il valore delle cose che un pioniere fa per i propri lettori. E quindi la Guida serve. E molto. Si tratta di realizzare prodotti onesti e veri. DUEMILAVINI compie 10 anni con l’Edizione 2009 ed è da qualche anno il testo più venduto in Italia e noi ne siamo fieri.
Se la parola d’ordine negli anni novanta, nel vino, è stata la concentrazione, la voglia di stupire con colori ed intensità, oggi sembra che sia in atto un cambio di registro. Cosa sta succedendo? Stiamo tornando forse ad amare vini che rispecchiano maggiormente da una parte il terroir di origine e nello stesso tempo che prediligano bevibilità e abbinamento con il cibo?
Il successo del vino italiano nel mondo è soprattutto da ascrivere alla differenza dei sapori che i territori assegnano ai vari prodotti. Se cancelliamo questa differenza è la fine. Ben venga il vitigno Chardonnay quando questo sa di zagara se viene prodotto in Sicilia... e ben venga il sapore del vino che piace alla gente se ottenuto assemblando vari vitigni, autoctoni e non, l’altra parte della fortuna di questo paese, vedi i fantastici blend dei bianchi provenienti dal Friuli Venezia Giulia.
Dal primo di Agosto del 2009, secondo quanto stabilisce la nuova OCM sul vino, abbandoneremo la oramai consolidata piramide DOCG/DOC/IGT/VDT e passeremo tutti a quella con vini DOP e IGP. Al di là dei probabili cambiamenti che ci saranno da qui sino alla sua entrata in vigore, ci sarà da comunicare al meglio questa “rivoluzione”. Quali sono i rischi?
Nessun rischio purché non si continui a dire bugie sulle uve presenti nel vino. L’identificazione del territorio è salva, ci sarà. Ma questo non vuol dire qualità. La qualità la fa il Produttore con la P maiuscola e basta.
Quest’anno Bibenda ha presentato una nuova guida, dedicata questa volta ai ristoranti. Ben 1700 ristoranti recensiti da soli nove collaboratori. Come vi siete organizzati, rispetto, per esempio, alla guida Duemilavini, che immagino abbia un sistema già ben collaudato?
I Ristoranti di Bibenda 2009 nasce da una esperienza di due anni con l’inserimento di un elevato numero di realtà della ristorazione di livello in DUEMILAVINI. Credo che il luogo d’eccellenza per abbinare il cibo al vino e per godere di un vero e proprio matrimonio d’amore sia il Ristorante. La Guida l’hanno fatta, insieme a me, 9 collaboratori che restano anonimi anche sul colophon. Si sono presentati in anonimato e usciti con lo stesso anonimato in 1600 ristoranti. I restanti li ho visitati io stesso.
Siti dedicati al vino, forum di discussione e blog: a questo aggiungiamo youtube e non da ultimo Facebook, che sta catalizzando l’attenzione di molti, anche nel comparto enogastronomico. Sono un nemico o un’opportunità in più? Sostituiranno lentamente un ruolo prima appannaggio solo delle guide e della stampa di settore o queste ultime troveranno il modo per assimilarlo ed esserne al tempo stesso partecipi?
Tutto quello che elenchi è la fortuna di essere e vivere questi tempi. Tutto questo è come l’uso che si fa della pastasciutta e del vino: se mangi troppo e se bevi troppo è ovvio che faccia male. Parlare male degli altri è brutto e non elegante. I pulpiti sono quasi sempre di assolutisti che hanno voglia di fare nulla e che non amano cambiare le cose. Per dare un contributo serio si deve essere coinvolti in prima persona. Fino a quando esisteranno i libri e i giornali di carta esisteranno le guide dei vini, dei ristoranti, degli alberghi, dei bar e di tutto quello che la gente desidera.
Corsi, eventi, concorsi, seminari e master di approfondimento. Questo è l’AIS nell’attività quotidiana svolta in tutte le regioni d’Italia. Cosa fare di nuovo, nel prossimo futuro?
Fare tutto quello che hai detto ma farlo bene. Soltanto una comunicazione di qualità può aumentare il successo di AIS dal Piemonte alla Sicilia. La qualità uccide i nostri concorrenti, anche quelli che abbiamo in casa. Con la qualità togli di mezzo la povertà culturale. Perché il successo del presente e del futuro sta esclusivamente nella credibilità. Il popolo del vino desidera conoscerlo con l’attenzione massima, con una capacità d’insegnamento superba e con tutto l’amore possibile.
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