L'intervista a Camilla Guiggi

L'intervista a Camilla Guiggi

Interviste e protagonisti
di Redazione
20 marzo 2008

Raffaele Foglia intervista la nuova miglior Sommelier non Professionista della Lombardia: Camilla Guiggi

Il concorso per il Miglior sommelier non professionista della Lombardia si tinge di rosa, con il successo di una ragazza cresciuta a “pane e lambrusco”. Si tratta della milanese Camilla Guiggi, che, nell’ambito del Galà ViniPlus si è aggiudicata il titolo. La prima prova si è svolta la mattina, con la partecipazione di 12 concorrenti. Alla fine, in quattro sono arrivati alla finale. Una prova complessa, con la degustazione alla cieca di due vini e il riconoscimento di un distillato. Poi al sommelier veniva mostrato un menu di quattro portate:a lui scegliere l’abbinamento a ogni piatto di un vino lombardo prima, e poi un vino della regione d’origine del piatto. Poi la correzione di una carta dei vini.

Infine il sommelier doveva simulare l’ accoglienza in cantina di un gruppo di enoturisti. I partecipanti sono stati giudicati da una giuria composta da Luca Bandirali, Fiorenzo Detti, Angela Morani, Nicola Bonera e Davide Bonassi. Ma sentiamo a caldo quanto ci ha detto la vincitrice.



Facciamo una piccola carta d’identità.

Ho 32 anni, sono di Milano anche se ho origini toscane: mio padre infatti è di Casale

Marittimo, in provincia di Pisa. Zona Bolgheri, tanto per intenderci.



Come è nata la tua passione per il vino?

Da piccola mia nonna da parte di madre mi dava sempre pane e lambrusco. Sono cresciuta così.



Quando sei diventata sommelier?

Ho fatto l’esame da sommelier nel dicembre del 2004, nel 2005 sono diventata degustatore e nel 2006 sono diventata relatore, per la lezione su Toscana e Liguria.



Era difficile, questo concorso?

Sicuramente. L’impegno è davvero tanto. E poi c’è la tensione: perché magari le cose si sanno, ma quando si è nervosi si rischia di sbagliare.



Consigli anche agli altri sommeliers di fare questo concorso?

Sì, vale la pena farlo. Lo scritto, a dire il vero, non è molto semplice.



E cosa diresti a chi si vuole avvicinare al mondo del vino?

Di farlo, perché è bello. Diventare sommelier significa anche fare amicizie e scoprire

un mondo davvero molto bello. Lo consiglio a tutti.



Ma per te non è un lavoro a tempo pieno. Ti piacerebbe che lo diventasse?

Ora sono libera professionista. E il vino è una passione. Per il futuro... Si vedrà.



Che vino ci può consigliare il miglior sommelier non professionista della Lombardia?

Direi uno Sforzato di Valtellina, il Fruttaio Ca’ Rizzieri 2002 dell’azienda Rainoldi.

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