La Borgogna è in ripresa. Ma non quella che pensate!

La Borgogna è in ripresa. Ma non quella che pensate!

La Francia in presa diretta
di Samuel Cogliati Gorlier
22 novembre 2024

Vendite in crescita, anche in Italia. A fare da traino sono però le appellations “minori”, fuori dai grandi nomi della Côte d'Or. In grande ascesa anche i Crémant

La vendemmia 2024 in Borgogna non resterà negli annali. L’annata è magra, come la 2021, la 2012 o 2003: “appena” 1,13 milioni di ettolitri, equivalenti a circa 151 milioni di bottiglie. Le giacenze sono però abbondanti, dato che ‘22 e ‘23 sono state generosi (quest’ultimo addirittura da record assoluto). Quanto alle vendite, sono in aumento dopo due anni di contrazione. Non sono tuttavia i nomi altisonanti a fare da locomotiva, bensì le appellations “minori” della cosiddetta “Borgogna estesa”, fuori dalla Côte d’Or. 

Rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, i primi nove mesi del 2024 fanno segnare un +3,2% dei volumi usciti dalle cantine. A fronte però di un +2,4% in termini di valore. È forse questa la chiave di lettura. Nonostante un culto planetario sempre vivo per i nomi mitici – Chambertin, Romanée, Clos-Vougeot... –, sembrano essere sempre di più i “piccoli” vini dello Chalonnais o dell’Yonne a fare da traino al mercato. 

Il Bureau interprofessionnel des vins de Bourgogne (Bivb) segnala che a fare da apripista sono le Aop Bourgogne “base” dei vini bianchi, stabilmente attorno al 20% di crescita dei volumi nell’ultimo decennio, mentre gli omologhi vini rossi sono al +3,6%. E il valore dei bianchi cresce addirittura del 33%. Anche Chablis e Petit Chablis fanno la loro parte, con un +6% rispetto all’anno passato. 

Questi dati consolidano sempre più una realtà ormai affermata da oltre un trentennio: la Borgogna non è più un grosso produttore di rossi, bensì di bianchi. Senza parlare del Crémant, in ascesa continua (+12,8%, con più di 6 milioni di bottiglie annue e un giro d’affari di 36 milioni di euro). 

Stessa tendenza sul fronte delle esportazioni, Italia inclusa, dove tra gennaio e luglio di quest’anno indicano +4,6% in volume e +3,7% in valore sul 2023. Dal post-Covid in poi il Belpaese compra sempre più borgogna. Gli italiani sembrano però affezionati a vini di più alta gamma, se è vero che – crémant esclusi – il valore medio (esentasse all’origine) di una bottiglia di bianco è di oltre 13 euro e di un rosso di circa 26 euro. L’Italia (12° mercato al mondo per la Borgogna) vanta un rapporto valore/volume più elevato rispetto a bacini storici quali Germania, Olanda, Danimarca o Svezia. •