Mâconnais: i Pouilly “di nicchia” hanno i loro Premier cru

Mâconnais: i Pouilly “di nicchia” hanno i loro Premier cru

La Francia in presa diretta
di Samuel Cogliati Gorlier
06 dicembre 2024

Le Aop Pouilly-Loché e Pouilly-Vinzelles, nell’estremo sud della Borgogna, hanno ufficialmente ottenuto il prestigioso riconoscimento

Il tabù l’aveva infranto l’appellation Pouilly-Fuissé, senza dubbio la più prestigiosa del Mâconnais, che a partire dal 2020 si era vista riconoscere la possibilità di etichettare 22 dei suoi climats come Premier cru. Aveva così rimediato a una “svista” vecchia di ottant’anni, che aveva ingiustamente escluso la Borgogna meridionale dalle alte sfere della gerarchia regionale. Un incidente di percorso imputabile a motivi storici e di opportunità, non qualitativi, ormai del tutto anacronistico. 

Ora anche le Aop Pouilly-Loché e Pouilly-Vinzelles, cugine prossime “minori” della parente più estesa e famosa, hanno strappato lo stesso privilegio. I decreti ministeriali sono stati firmati qualche giorno fa. Anch’esse dedicate esclusivamente al vino bianco (100% Chardonnay), le due campanilistiche denominazioni “transfughe” del comprensorio di Pouilly possiedono un terroir simile alla vicina Fuissé – prevalentemente argilloso-calcareo oppure arenario e scistoso, a seconda dei lieux-dits – e una giacitura dominante a est, tra 200 e 250 metri.

Sia Loché sia Vinzelles, rispettivamente di appena 34 e 52 ettari vitati, vedranno quindi riconosciuti dei Premier cru, rivendicabili a partire dalla vendemmia 2024 appena conclusa. L’iter presso l’Inao era iniziato nel 2006 e ha richiesto un lungo studio storico, nonché perizie geologiche e pedologiche.
Un solo Premier cru promosso nella microscopica Pouilly-Loché: il climat Les Mûres (7,09 ha); tre climats classificati a Pouilly-Vinzelles: Les Longeays (7,50 ha), Les Pétaux (2,76 ha), Les Quarts (12,45 ha).

Per i novelli PC sono previsti alcuni irrigidimenti delle regole, con un affinamento minimo fino al 1° luglio (3-5 mesi in più rispetto ai bianchi “base”), mentre le rese massime rimangono le stesse (58 hl/ha) delle versioni “village” con rivendicazione del lieu-dit, già autorizzate in precedenza. Introdotti anche il divieto di diserbo chimico e l’obbligo di vendemmia manuale, apprezzabili avanzamenti concettuali. Chissà se la qualità dei vini ne trarrà effettivo giovamento. Di sicuro a crescere saranno i prezzi dei nuovi eletti.

Foto di copertina: Loché, ©Olivier GIROUX, Domaine du Clos des Rocs