I 50 anni del Pomino Benefizio

I 50 anni del Pomino Benefizio

La Verticale
di Alessandro Franceschini
05 marzo 2025

Quattro annate, di quattro decenni, per celebrare il mezzo secolo di uno chardonnay d’altura, allevato a pochi chilometri da Firenze dalla metà dell’800.

“Pomino è una Repubblica a sé”. Non ha dubbi Nicolò D’Afflitto, capo enologo delle tenute di Marchesi Frescobaldi, nel descrivere quella che è in effetti una sorta di denominazione che potremmo definire monopole, Doc dal 1983, con sostanzialmente un unico proprietario (a parte due ettari) e una storia molto originale alle spalle.  

Nicolò D'AfflittoA poco più di una trentina di chilometri a est di Firenze, a un altitudine che arriva oltre i 700 metri sugli Appennini, si trovano poco più di 100 ettari che, verso la metà dell’800, furono piantati con varietà provenienti dalla Francia, tra le quali chardonnay e pinot nero. Le portò qui Leonia degli Albizi, la cui famiglia era proprietaria del Castello di Pomino dal 1600 e che nel 1863 sposò Angiolo Frescobaldi.

In una zona dove venivano coltivate anche mele, da qui il nome di Pomino, l’intuizione fu quella di provare ad allevare varietà in un territorio che aveva aspetti molto particolari per la coltivazione della vite per l’epoca: tanta luce, un notevole sbalzo termico tra la notte e il giorno, un terreno ricco di arenarie, scisti e depositi marini, che consente un ottimo drenaggio e poi un altitudine importante.

Degli 8 vini prodotti oggi in questa tenuta, la Riserva di Pomino Bianco, il Benefizio, occupa certamente uno spazio a sé, vuoi perché le uve di chardonnay provengono da un preciso cru presente all’interno della tenuta, vuoi perché nel 1973, prima annata a essere commercializzata dall’azienda, fu il primo vino bianco in Italia ad essere interamente fermentato e affinato in barrique.

In 50 anni sono cambiati i tappi (dal 2023 Diam), per tre volte le presse (sempre più delicate), i fornitori di barrique, mentre una sola cosa è rimasta sempre uguale: l’etichetta. “È la stessa che usò Leonia per l’Esposizione Universale di Parigi nel 1878”, conclude l'enologo toscano.

La verticale

Quattro annate, quattro decenni, e una tecnica di lavorazione che sostanzialmente è rimasta sempre la stessa. La vendemmia dello chardonnay è manuale in cassette, chiarifica dopo decantazione a freddo del mosto fiore, fermentazione alcolica in barrique nuove per il 50% e di secondo passaggio per il restante 50%, maturazione sempre in legno sulle fecce con bâtonnage.

Pomino Bianco Riserva DOC Benfizio 2023

Le note di burro e crema pasticcera insieme ad un frutto maturo e una delicata nota minerale compongono un quadro ricco, ma mai opulento o stucchevole. Al naso sconta un’evidente gioventù, con sfumature che non compongono ancora un quadro di insieme più fuso ed armonico. Al palato il sorso ha una buona freschezza e un dinamismo giocato maggiormente sulle sensazioni sapide, con una bella corrispondenza con le note olfattive.

Pomino Bianco Riserva DOC Benfizio 2014

Forse il vino, o sarebbe meglio dire la bottiglia quando si comincia a tornare indietro nel tempo, più interessante del quartetto. Il colore dorato introduce note terrose, di tartufo, belle sfumature agrumate di cedro e limone, un intenso tocco minerale e un corredo speziato articolato e profondo. Al palato ha il giusto equilibrio tra avvolgenza e freschezza, con una chiusura di bella profondità, che vira verso sensazioni dolci di crema pasticcera. Fu un millesimo difficile, per le tante piogge cadute copiose anche a luglio, tanto che la maturazione dell’uva è terminata a fine settembre. Nonostante questo è un vino di bella fattura e complessità.

Pomino Bianco Riserva DOC Benfizio 2009

Pur non avendo la leggiadria e l’eleganza del 2014, anche questo millesimo dona una lettura molto interessante del terroir di Pomino. Oro intenso nel bicchiere, mantiene vivo un timbro fruttato dolce, di albicocca disidratata, insieme a un corredo speziato molto sfaccettato e ricco, con qualche nota che ricorda ancora il passaggio in barrique. Al palato lo sviluppo è morbido, decisamente avvolgente, con una ricchezza estrattiva importante, quasi ancora da assorbire in modo compiuto.

Pomino Bianco Riserva DOC Benfizio 1990

È un vino certamente ancora vitale al palato, sorretto da una trama acida molto viva, che lo rende sorprendentemente quasi scattante. Al naso, invece, dominano note più stanche, che cominciano a sottolineare con evidenza il passare del tempo: niente ossidazione, ma sfumature quasi da distillato.