Il grande capitolo vinicolo della Grecia

Il grande capitolo vinicolo della Grecia

Mondo Vino
di Paola Lapertosa
26 luglio 2021

Dal passato millenario al presente vitivinicolo, con Guido Invernizzi si fa in un attimo: storia, tradizione, isole, vitigni e clima per una panoramica eccezionale della Grecia del vino.

Guido Invernizzi ci porta in Grecia, la Grecia di quei tanti scrittori che abbiamo imparato a conoscere non tanto per i loro passi tradizionali, quanto per il valore che hanno sempre dato al vino. Ecco allora che incontriamo Omero, Esiodo, Aristofane, Platone, Euripide ed Eschilo, tutti concordi sulle tante proprietà del vino, dal potere medicale a quello di socializzazione durante i simposi, da quello dell’ubriachezza a quello rituale durante le feste e i riti in onore di Dioniso. Nell’Iliade il vino è anche il premio che gli Achei ricevono per la veloce costruzione del muro di difesa contro i Troiani, mentre dell’Odissea è famoso il passo di Polifemo in cui il ciclope viene fatto ubriacare con vino puro da Odisseo e i suoi compagni per scappare durante il suo sonno riparatore.

In questa terra - scrive Esiodo - la vendemmia avveniva «quando Orione e Sirio si levano a metà notte e Arturo appare al mattino» e, successivamente l’uva veniva esposta al sole per ridurre l’umidità e aumentare il grado zuccherino.

La GreciaIl paese vitivinicolo più antico d’Europa - come dimostrano i numerosi reperti ritrovati in Attica, a Creta e a Santorini - è raccontato da Guido Invernizzi, uno dei più grandi conoscitori di questo territorio che ci porta virtualmente all’interno della viticoltura greca in un viaggio virtuale che tocca un ricco e affascinante ventaglio di vitigni autoctoni, un variegato numero di terroir distribuiti su 105.000 ettari vitati e una storia vitivinicola millenaria alle spalle.

Da un punto di vista geografico il paese è per l’80% composto da montagne e colline, tanto che è uno degli stati europei più montuosi. Il clima, invece, è divisibile in tre aree: sulle isole e le coste è mediterraneo, con inverni miti ed estate calde; in Tracia e Macedonia è temperato, con inverni freddi ed estati calde; nella Grecia occidentale - in Epiro, Tessaglia e Macedonia occidentale - è di montagna.

La Grecia ha una legislazione che risale al 1970 che prevede:

  • Oenoi Onmoasias Proelefseos Elenhomeni (OPE - la nostra DOCG) che comprende 8 regioni tra cui le più rinomate, al momento della nascita della legislazione, per la produzione di vini dolci da muscat e mavrodaphne;
  • Oenoi Onmoasias Proelefseos Anoteras Poiotitas (OPAP - la nostra DOC) che comprende 27 regioni che producono soprattutto vini secchi bianchi, rossi e rosati, ma anche vini dolci e spumanti;
  • Topikos Oinos (TO - la nostra IGT) che è la più rilevante in termini economici grazie a criteri di appartenenza meno severi, aree di coltivazione più vaste e la possibilità di utilizzare vitigni internazionali;
  • Epitrapezios Oinos (EO - i nostri VdT);
  • Oenoi Onmoasias Kata Paradosi (OKP), una categoria creata appositamente per il Retsina, vino antico e unico prodotto con savatiano e rhoditis con l’aggiunta di resina di pino, per salvaguardare la tradizione diffusa in tutta la Grecia, non conforme però alla definizione standard di vino.

Santorini

SantoriniIl viaggio in Grecia comincia dall’isola vulcanica di Santorini, una delle più importanti denominazioni di origine del Paese grazie alla varietà e qualità di vini che produce. Il vigneto si estende su circa 1400 ettari ed è uno dei più vecchi in Europa: la vite cresce su un terreno sabbioso e mantiene ancora il suo piede franco, che le permette una notevole longevità, tanto che alcune piante sono ultracentenarie.

A causa di un clima mediterraneo, dal vento secco e tiepido chiamato Meltemi e dalla scarsità di piogge in estate, la vite può beneficiare solo della condensa mattutina generata dall’evaporazione dell’acqua di mare per le alte temperature diurne. Per sfruttare questa rugiada marina, trattenere la poca umidità e difendersi dal vento che è sempre presente a Santorini, il sistema di allevamento è il canestro: grazie alla potatura le viti prendono la forma di cestini, con i tralci avvolti in forma circolare alla stregua di nidi, che vengono poi posati in buche scavate nel terreno.

Queste particolari condizioni del suolo e del clima hanno dato origine a un sistema pedoclimatico favorevole ad alcuni vitigni: principe dell’isola è l’assirtiko, una varietà a bacca bianca, coltivata a piede franco, di straordinaria qualità e duttilità che anche a maturazione completa conserva una forte componente acida dando vita persino a un Vin Santo. Altri vitigni a bacca bianca sono l’aidani, da sempre apprezzato in blend con altri vitigni per creare vini rotondi e morbidi ma basati su una forte sapidità, e l’athiri, presente anche a Rodi e Creta. Tra i vitigni a bacca rossa, il più interessante è il mavrotragano, una varietà ormai poco coltivata e che ha rischiato l’estinzione a causa delle sue bassissime rese, ma anche la mandilaria, che produce vini rossi di carattere, da lasciare affinare il per lungo tempo per ammorbidire i suoi robusti tannini.

Cefalonia

I vini di CefaloniaQuesta piccola isola è caratterizzata da un insieme di fattori rari da riscontrare su un’isola: terreno calcareo, terreni vitati posti a un’altitudine di 850-900 m s.l.m., numerose viti a piede franco e una varietà autoctona con classe e carattere, la robola. Il clima è mite, con periodi di pioggia piuttosto lunghi soprattutto nei mesi autunnali e invernali, e terreni calcarei dalla tessitura quasi sassosa per drenare l’acqua e non farla ristagnare. Nella cosiddetta Valle della Robola, una vallata circondata da monti che la proteggono dalle correnti umide provenienti dal mare, ci sono le condizioni ottimali per lo sviluppo dei suoi grappoli che regalano il “vino di sasso”, appellativo dovuto alla peculiarità del terreno. Tra gli altri vitigni coltivati c’è il mavrodaphne perfetto per la produzione di vini rossi dolci.

Creta

CretaL’isola più grande della Grecia, estremo sud dell’Europa del vino, è caratterizzata da tre principali zone vinicole con altitudini importanti e variabili: Sitia, la parte più orientale e antica dove si producono vini rossi da liatiko e mantilari e vini bianchi da thrapsathiri; Chania, la parte più occidentale caratterizzata da un terreno ricco, buone altitudini e una maggiore piovosità rispetto al resto dell’isola; Heraklion, al centro dell’isola, che si divide nelle tre sottozone di Peza e Archanes, entrambe caratterizzate da terreni ricchi di calcio e altezze dei vigneti variabile tra i 250 e i 1000 m s.l.m., ideali per vilana, kotsifali e mantilari, e Dafnes, con un terreno più bianco e arido adatto al liatiko.

Ikaria

Quest’isola era famosa nell’antichità per i suoi vini, cantati da diversi poeti, e per il celebre mito di Icaro che qui precipitò dopo essersi avvicinato troppo al sole nel tentativo di fuggire da Creta. Anche in questo caso il vino nasce dalla mitologia, collegata al culto di Dioniso che probabilmente qui vi nacque. Già Omero riferisce che gli eroi dell’Iliade, quando si preparavano per la battaglia, ricevevano il potere magico conferito dal vino e rafforzavano la loro furia bellica bevendo il Kykeonas, mescolato con formaggio fresco di capra e farina d’orzo.

Le varietà prevalenti sono il fokianò che produce vini bevuti preferibilmente giovani e il begleri, che regala note tropicali e di agrumi e una caratteristica acidità.

Cipro

Anche a Cipro la viticoltura risale alla notte dei tempi soprattutto nelle aree di Commandaria, dei monti Tróodos a nord di Limassol, di Krasohoria Lemesou e Pitsilia e di Laona Akama sulla costa nord-occidentale. Il vitigno più importante di Cipro è probabilmente il maratheftiko, mentre uno dei più famosi vini ciprioti è il dolce Commandaria, un capolavoro di antichissima tradizione tanto che viene considerato il primo vino dolce prodotto al mondo, ottenuto nell’omonima regione viticola dalle uve autoctone xynisteri e mavro.