Viniplus 2008. Quando La qualità si sposa con l'etica produttiva

Viniplus 2008. Quando La qualità si sposa con l'etica produttiva

News Viniplus
di Raffaele Foglia
20 marzo 2008

Un successo straordinario ha segnato la fase conclusiva di questo ambizioso progetto. I principali premi assegnati a Rainoldi, Mazzolino, Prevostini e Bellavista.

“La ViniPlus può e deve diventare la guida di riferimento per la regione Lombardia”. E’ certamente un attestato di fiducia, quello di Carlo Alberto Panont, segretario generale di Ascovilo (l'Associazione fra Consorzi Vini di Lombardia) e direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese.
Ma è anche la conferma che l’iniziativa voluta da Ais Lombardia sta crescendo e che sta diventando davvero un punto di riferimento per gli esperti, per gli “addetti ai lavori”, per i produttori, ma anche più semplicemente per gli appassionati.
E a Cremona, sabato 8 marzo, con il Galà si è celebrato l’atto finale dell’edizione 2008 della guida, o meglio del progetto “a tutto tondo” sul mondo dell’enologia lombarda che ha coinvolto i degustatori Ais, tutti i soci della Lombardia e anche i produttori della regione. Quella che si è svolta a Palazzo Trecchi, nel cuore di Cremona, è stata una giornata di festa e di riflessione, di convivialità e di confronto. Un Galà davvero eccezionale, per il quale sono arrivate circa 450 persone, in parte con mezzi propri e in parte con i pullman organizzati dalle singole delegazioni provinciali dell’Ais.
Una giornata intensa, iniziata per alcuni già in mattinata, quando i 12 partecipanti al concorso Miglior sommelier non professionista della Lombardia hanno affrontato la prima prova.
Il Galà è entrato nel vivo nel primo pomeriggio, con il convegno sul tema: “Vino creativo, vino etico o alla moda? La via percorribile”, al quale hanno partecipato Leonardo Valenti dell’Università Statale di Milano, Alberto Ugolini e Gian Paolo Braceschi del Centro studi assaggiatori, Henry Milan, produttore di vini “Tripla A” a St-Remy-de-Provence in Francia, Mario Fregoni, ordinario di viticoltura all’università Cattolica di Piacenza, Carlo Alberto Panont e Luca Bandirali.
La parola chiave dell’incontro è stata sicuramente “terroir”, che bisogna vedere prima di tutto dal punto di vista della tutela del territorio. Un concetto ben espresso da Panont, che ha voluto soffermarsi proprio su ViniPlus: “Le guide sono importanti, fondamentali, come dimostrato in questi ultimi vent’anni. Già in altre regioni sono state realizzate
delle pubblicazioni sulle cantine della zona, come in Friuli con la Camera di Commercio e in Veneto. La Lombardia una sua guida ce l’ha ed è proprio la ViniPlus. Per questo ritengo,
come Ascovilo, che questo progetto deve diventare il punto di riferimento per la Regione”. Un argomento sul quale sembra aver sfondato una porta aperta, come sottolinea anche Luca Bandirali: “Noi abbiamo una risorsa. I sommeliers possono e devono essere il punto di riferimento per i produttori seri. Un produttore serio al quale noi dobbiamo dare risposte con i fatti. Noi sommeliers dobbiamo difendere queste realtà che lavorano con attenzione nella vigna, che hanno la massima cura e tutela per il proprio territorio. Nel nostro piccolo, dobbiamo dire basta a questi ‘guidaioli’ che premiano tutti gli anni gli stessi
produttori. Noi, con ViniPlus, ci siamo e ci saremo sempre di più, senza fare filosofie, ma fatti concreti. Gli strumenti ce li abbiamo, con gli oltre 50 degustatori ufficiali e con i 5.000 sommelier. Adesso dobbiamo continuare a perfezionare l’aspetto dell’analisi sensoriale per aumentare la qualità del nostro progetto: è un piccolo sforzo che possiamo fare. Dobbiamo dare voce e speranza a queste persone, a questi produttori seri. In Italia, troppo spesso, siamo colpiti dal ‘virus dell’impotenza’, del ‘tanto non si può fare nulla’.
E invece noi siamo qui per dire che possiamo fare qualcosa”. In estrema sintesi, il sommelier lombardo deve avere un collegamento forte con il proprio territorio e deve essere capace, oltre di capire bene la potenzialità e la qualità dei prodotti di “casa nostra”, di fare comunicazione con l’esterno, ma anche con i produttori lombardi.
Alla conclusione del convegno, si sono poi svolte le premiazioni dei migliori vini della Lombardia, con l’assegnazione delle menzioni speciali, dei tastevin d’oro, d’argento e di bronzo ai primi tre prodotti regionali e il premio “Il sano” alla miglior cantina per etica produttiva e continuità aziendale. Il tastevin di bronzo è stato assegnato al Franciacorta Gran Cuvèe 2003 di Bellavista, con il premio ritirato dall’enologo Mattia Vezzola. L’argento,
invece, è andato al Valtellina Superiore Corte di Cama 2005 di Mamete Prevostini. Quindi il tastevin d’oro: Oltrepò Pavese Pinot Nero “Noir” 2004 della Tenuta Mazzolino. E’ stato proprio l’enologo di origine francese Jean-François Coquard a salire sul palco per ricevere l’ambito riconoscimento. “E’ questo uno stimolo molto forte, per noi – ha affermato, non nascondendo la sua soddisfazione – perché significa che ci impegneremo sempre di più, per lavorare sempre meglio. Questo premio è un riconoscimento per me, per la proprietà
che da vent’anni punta proprio sul Pinot Nero, e per tutto l’Oltrepò Pavese, che sta dimostrando di crescere sempre di più”. Ma sarà mai possibile arrivare, in Oltrepò, a produrre dei vini Pinot Nero che possano contendere con i più blasonati? “I Pinot Nero della nostra zona – continua Coquard – sono già allo stesso livello di altre realtà emergenti. Forse non si arriverà mai ai grandi traguardi della Borgogna, ma si possono certamente produrre vini di altissima qualità. L’anima dell’Oltrepò pavese rimane sempre la Bonarda, ma poi si ha una sempre migliore produzione di Pinot Nero, sia vinificato in rosso, sia vinificato in bianco per le bollicine”.
All’enologo della Tenuta Mazzolino vogliamo anche lanciare una domanda un po’ provocatoria: come si fa a fare un vino da tastevin d’oro? “Dietro questo vino – conclude Coquard, sempre sorridente – ci sono 20 anni di lavoro, soprattutto in campagna. E serve una sensibilità notevole per un vitigno difficile, come il Pinot Nero”. Ed ora, sulle etichette del “Noir”, potrà fare bella mostra di sé anche il tastevin d’oro, simbolo del miglior vino
della Lombardia secondo la guida ViniPlus 2008.
Infine è stato assegnato anche il premio “Il sano” alla miglior cantina della Lombardia. Un premio, questo, che rimane in Valtellina (lo scorso anno era stato assegnato alla Triacca), perché a vincere è stata la Rainoldi di Chiuro. L’emozione di Giuseppe Rainoldi, per tutti “Peppino”, è davvero grande. “E’ questo un premio al lavoro di tanti anni – afferma visibilmente contento – La nostra filosofia è sempre stata quella di non produrre maggiore quantità, ma maggiore qualità. E alla fine è arrivato questo riconoscimento, che a mio parere è anche più importante di quello preso due anni fa (il tastevin d’oro per lo Sforzato Fruttaio Ca’ Rizzieri, ndr). E’ importante perché noi, piccoli, abbiamo ‘superato’ cantine molto più grandi e, per certi versi, importanti, come dimostrano alcuni grandi nomi della Franciacorta, giusto per citare una zona”.
“E’ un attestato anche di quanto di buono in tanti stiamo facendo in Valtellina – ribadisce Peppino Rainoldi, che tiene stretto in mano il trofeo con raffigurata una barbatella – Basta guardare quante menzioni speciali sono state conquistate dai produttori della Provincia di Sondrio”. E a proposito di terroir, Rainoldi fa anche una considerazione, riferita proprio al legame con il territorio. “Dobbiamo ammettere che lo Sforzato ha fatto per anni da traino all’enologia valtellinese. C’era un tempo dove gli Sforzati erano pesanti, con un residuo secco di 38 grammi litro, mentre i Valtellina superiore arrivavano attorno ai 25 grammi litro. Bene, adesso la situazione si sta riequilibrando.
Gli Sforzati non sono più così pesanti, mentre i Valtellina superiore stanno crescendo”. Una dimostrazione arriva proprio dalla guida ViniPlus 2008, dove sono stati premiati maggiormente i Valtellina Superiore rispetto agli Sforzati. E’ un segno che il “terroir” sta emergendo sempre di più.
Dopo la premiazione, poi, è stato possibile degustare tutti i migliori vini della Lombardia, grazie al banco d’assaggio allestito in un’altra sala del bellissimo Palazzo Trecchi.
Veramente ottima l’organizzazione, con il pool dei sommeliers di Cremona che hanno dato prova della loro professionalità, con un servizio impeccabile. Un banco di assaggio che è stato ancora più interessante proprio per la partecipazione dei vari produttori che poco prima avevano presenziato alla cerimonia di premiazione e che poi hanno potuto discutere, dibattere e confrontarsi tra di loro e con i numerosi sommelier. Nel frattempo, in un’altra sala, si svolgevano le prove conclusive del concorso per il miglior sommelier non professionista, aperte al pubblico, dove i quattro finalisti hanno dimostrato al meglio tutta la loro preparazione.
In serata, poi, ai grandi vini della Lombardia sono state affiancate le isole regionali del gusto, ovvero dei percorsi nella tradizione culinaria, con piatti tipici di cinque province: Bergamo, Brescia, Mantova, Pavia e Sondrio. Tutte le specialità gastronomiche, dai casoncelli ai tortelli di zucca, dal luccio al brasato fino ad arrivare ai dolci, sono state preparate con cura dallo chef Paolo Fenocchio, patron del ristorante Aquila Nera di Cremona, ubicato proprio all’interno di Palazzo Trecchi. Isole del gusto particolarmente
apprezzate dalle numerose persone che hanno poi atteso l’ultima parte di questa intensissima giornata, ovvero la proclamazione del miglior sommelier non professionista. Il premio è andato Camilla Guiggi, 32 anni di Milano, che in finale ha superato Flaviano Scaratti (secondo), Marco Marchetti e Giorgio Fragiacomo (terzi ex aequo). Un Galà
ViniPlus davvero molto intenso, che ha permesso anche al presidente dell’Ais Lombardia, Luca Bandirali, di trarre alcuni importanti conclusioni. “La guida, o meglio, il progetto ViniPlus va ancora potenziato – ha spiegato alla conclusione della giornata – Prima di tutto dobbiamo convincere ancora più aziende a rispondere ai nostri questionari. Inoltre vogliamo dare maggiore importanza all’aspetto dell’analisi sensoriale, per aumentare la
qualità dei nostri già bravi degustatori. Poi si continuerà a studiare la grafica della
guida, per darle un aspetto sempre più accattivante e renderla ancora più facile nella consultazione. Ritengo comunque che già oggi abbiamo fatto un ottimo lavoro”.
Ma il prossimo passo, per diventare davvero la guida di riferimento per la Regione Lombardia, riguarda la distribuzione. “Vogliamo entrare in edicola. E’ sicuramente questo uno dei principali obiettivi per la prossima edizione”. Un obiettivo certamente ambizioso. Ma senza un po’ di ambizione, certi traguardi non si possono nemmeno immaginare. E di traguardi importanti, l’Ais Lombardia in questi anni ne ha raggiunti molti.

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