La cucina italiana diventa Patrimonio Unesco

La cucina italiana diventa Patrimonio Unesco

Non solo vino
di Redazione
11 dicembre 2025

L’iscrizione nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità arriva dopo un iter partito nel 2020. Le reazioni nel mondo del vino italiano.

La mattina del 10 dicembre, durante la XX sessione del Comitato intergovernativo dell'Unesco che si è svolto a New Delhi, “La cucina italiana tra sostenibilità e biodiversità culturale” è diventata Patrimonio immateriale dell’Unesco. Un riconoscimento che per la prima volta viene assegnato a una cucina nella sua interezza. 

L’iter che ha portato al riconoscimento dell’Unesco

L’idea di candidare la cucina italiana all’Unesco nasce nel 2020 grazie all’iniziativa dello storico mensile La Cucina Italiana e della sua direttrice, Maddalena Fossati. L’iniziativa viene subito appoggiata da chef del calibro di Massimo Bottura, prima e poi di Davide Oldani, Antonia Klugmann, Carlo Cracco, Niko Romito e Antonino Cannavacciuolo. 

Insieme all’amica Silva Sassone, viene costituito il Comitato Promotore che include, oltre alla rivista La Cucina Italiana, anche l'Accademia Italiana della Cucina e la Fondazione Casa Artusi. Insieme a loro, nella preparazione del dossier dal titolo “la cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” partecipano con un ruolo fondamentale il Prof. Pier Luigi Petrillo, Chair Professor della Cattedra Unesco presso Unitelma Sapienza e il Prof. Massimo Montanari, professore di storia all’Università di Bologna.

A marzo del 2023 il Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi e il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida decidono di sostenere l’iniziativa e il dossier viene ufficialmente candidato a Parigi il 23 marzo dello stesso anno. 

Le motivazioni della scelta

Tra le motivazioni che hanno portato la cucina italiana a questo riconoscimento il fatto di essere ”una pratica quotidiana che comprende conoscenze, rituali e gesti che hanno dato vita a un uso creativo e artigianale dei materiali, contribuendo a creare un’identità socio-culturale condivisa e allo stesso tempo cronologicamente e geograficamente variegata”.

L’Unesco, come si legge sempre nella nota della Commissione Nazionale Italiana dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, “riconosce in questo modo la rappresentatività della cucina italiana come veicolo di cultura: si tratta di un insieme di saperi non solo culinari, ma anche conviviali e sociali che sono trasmessi di generazione in generazione su tutto il territorio nazionale. Attraverso la condivisione del cibo, la creatività gastronomica e lo stare insieme, la cucina italiana si fa portatrice valori di inclusività e di sostenibilità ambientale”. 

Il ruolo centrale dell’agroalimentare nella lista Unesco

Sono 21 le tradizioni italiane iscritte nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell’Unesco. All’interno di questo gruppo, quelle legate al settore agroalimentare rivestono un ruolo sempre più importante con l’inserimento della cucina italiana. Troviamo anche l’arte dei pizzaiuoli napoletani, la transumanza, la costruzione dei muretti a secco in agricoltura, la coltivazione della vite ad alberello dello zibibbo di Pantelleria, la dieta mediterranea, la cava e cerca del tartufo, il sistema irriguo tradizionale, l'allevamento dei cavalli lipizzani. 

Le reazioni nel mondo del vino italiano

La notizia è stata salutata con grande entusiasmo da tutte le organizzazione del mondo del vino italiano, alla luce del ruolo fondamentale che ricopre quest'ultimo nella cultura della tavola in Italia. 

“Accogliamo questa notizia con immensa soddisfazione e orgoglio. Vini, spiriti e aceti sono da sempre parte integrante e indissolubile della cucina italiana, elementi fondanti di quel rito della convivialità che il mondo ci invidia e oggi celebra” afferma Giacomo Ponti, Presidente di Federvini. 

Parla di “un riconoscimento ‘alla carriera’, ma con ancora lunghi secoli davanti” Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione italiana vini (Uiv). “Il mondo del vino italiano esulta, perché è parte di essa: in tavola assieme alla Cucina italiana c’è anche il ‘suo’ vino”.

«Accolgo con grande soddisfazione l’inserimento ufficiale della cucina italiana nel Patrimonio Immateriale dell’umanità UNESCO – dichiara Riccardo Cotarella, presidente di Assovini –. Vi è un legame profondo che unisce, da nord a sud, cibo, territori e comunità. Il vino entra a pieno titolo in questo riconoscimento perché è parte integrante della nostra cucina e della nostra storia. Se consumato in modo moderato, equilibrato e consapevole, è senza ombra di dubbio un alimento di fondamentale importanza. Lo confermano la medicina e la scienza». 

Secondo Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, Presidente di Federdoc, il riconoscimento dell’Unesco “sancisce ufficialmente ciò che l’Italia e il mondo riconoscono da sempre: la cucina italiana è un patrimonio culturale che racchiude storia, tradizione e identità. I vini a Denominazione d’Origine ne rappresentano una componente fondamentale, perché sono espressione autentica dei territori e della loro capacità di conservare e innovare”.

Hosam Eldin Abou Eleyoun (AIS Lombardia): “Un riconoscimento che valorizza anche il vino italiano”

“È una notizia che ci riempie di orgoglio e che certamente rappresenta un attestato al valore culturale anche del vino italiano” afferma Hosam Eldin Abou Eleyoun, presidente di AIS Lombardia. “Da sempre il vino è un compagno fondamentale della nostra cucina lungo tutto lo Stivale. Il suo legame con questo patrimonio è anche uno dei fiori all’occhiello della didattica dell’Associazione Italiana Sommelier, che dedica il suo terzo livello all’abbinamento del vino con il cibo. Il rispetto delle materie prime, il ruolo conviviale del pasto, la trasmissione dei saperi alle nuove generazioni e il rispetto delle stagioni e dei territori, tutti fattori che hanno portato la cucina italiana ad ottenere questo riconoscimento, sono temi fondamentali anche per chi ama il vino italiano”.