L'Arcante N° 10

L'Arcante N° 10

Rivista
di Redazione
21 settembre 2009

E' in uscita il numero di settembre de l'Arcante. Approfondimento sull'Oltrepò Pavese, uno sguardo ai piccoli produttori della Valtellina, l'itinerario del gusto sul Garda, l'intervista ad Aldo Rainoldi, le novità a Barolo e Barbaresco, l'incontro con Francesco Iacono per la rubrica il Protagonista ed ancora Colli Euganei, Valtènesi e groppello ed altro ancora...

Direttore Responsabile: Luca Bandirali
Vice Direttore: Natale Contini

Hanno collaborato:

  • Davide Bonassi
  • Nicola Bonera
  • Luigi Bortolotti
  • Luigi Caricato
  • Gloria Ceresa
  • Giorgio Colli
  • Marco Dell’Eugenio
  • Raffaele Foglia
  • Alessandro Franceschini
  • Elio Ghisalberti
  • Camilla Guiggi
  • Maurizio Maestrelli
  • Delfina Piana
  • Alberto Schieppati
  • Daniel Thomases

    Copertina
    Foto: Andrea Basci
    Fotografie:
    Andrea Basci, Luigi Caricato, Foto Cerretani, Alessandro Franceschini, Alessio Franzoso,
    Elio Ghisalberti, Maurizio Maestrelli, Riccardo Modesti, Dario Stazzonelli. Archivi: Assobirra,
    Cantina Bellavista, Consorzio Riviera dei Limoni, Consorzio Vini di Valtellina, Strade del vino e dei sapori del Garda
    Progetto grafico:
    Flavia Andrealli

    Registrato al tribunale di Milano
    al n° 30 del 23 maggio 2001


    Sommario

    • Il senso delle cose di Alberto Schieppati
    • L’alcol test non è un nemico di Luigi Bortolotti
    • Oltrepò Pavese. Un felice ritorno di Daniel Thomases
    • Barolo e Barbaresco si danno nome e cognome di Alessandro Franceschini
    • Curtefranca convento SS. Annunciata di Luigi Bortolotti e Marco Dell'Eugenio
    • Valtellina piccoli produttori crescono di Nicola Bonera
    • Vinexpo 2009 di Giorgio Colli
    • Garda. Itinerario del gusto di Riccardo Modesti
    • Ristorazione padana. Un primato che non fa più notizia di Elio Ghisalberti
    • Valtellina, Sforzato ma non solo. Intervista ad Aldo Rainoldi di Raffaele Foglia
    • Semplicemente miele di Camilla Guiggi
    • Assaggiatori d’olio. Ci vuole più allenamento di Luigi Caricato
    • La birra abbatte gli steccati di Maurizio Maestrelli
    • Il Protagonista. Francesco Iacono di Alessandro Franceschini
    • Vino ed altro Novità in enoteca di Delfina Piana
    • L’enoteca ci racconta. Vineria Sinibaldi Ferrari a cura di Ais Lombardia
    • Concorso miglior sommelier di Lombardia di Gloria Ceresa
    • Tra Valtènesi e Groppello di Davide Bonassi
    • Colli Euganei di Davide Bonassi



      L'editoriale di Luca Bandirali, Presidente Ais Lombardia

      Albo Sommelier? No, grazie

      Con tutti i problemi che il Bel Paese si ritrova può anche accadere (e sta accadendo) che il Parlamento (nella fattispecie il Senato della Repubblica) si debba occupare, nientepopodimeno, che della istituzione di un albo per i sommelier. E’ bene che si sappia che l’Ais è contraria alla confusa regolamentazione prevista dal disegno di legge in questione.
      Come sottolineato dal documento che l’Ais ha presentato alla commissione agricoltura del Senato durante l’audizione svoltasi lo scorso 22 luglio il disegno di legge complicherebbe soltanto una realtà esistente da decenni che copre perfettamente le necessità di mercato. I corsi di qualificazione professionale esistono, da molti decenni, sono organizzati da associazioni specializzate, che, ben lungi dall’essere semplici associazioni di carattere privatistico dal proliferare incontrollato, queste preparano professionalmente il sommelier al proprio lavoro, utilizzando docenti qualificati di alto livello, che accompagnano una solida base culturale a una valida esperienza professionale.
      In realtà, il disegno se dovesse mai divenire legge dello Stato, avvantaggerebbe uno sparuto drappello di professionisti e qualche università ,mentre aumenterebbe la confusione in un settore dove invece grazie all’Ais le cose sono molto chiare. È infatti il mercato e la professionalità che decidono e tale deve rimanere la situazione senza bisogno di burocratiche regolamentazioni, che inoltre danneggerebbero irrimediabilmente gli attuali sommelier professionisti che tale titolo hanno acquisito (e sudato) superando prove ed esami nei nostri corsi di qualificazione professionale.
      Nella realtà quotidiana, effettivamente, vi sono organizzazioni dilettantesche, che operano a bassi livelli, fornendo poche nozioni: si tratta presumibilmente di un fenomeno temporaneo, conseguenza di un apporto mediatico prorompente, che ha una grande presa sul pubblico, ma non ha nulla a che vedere con la professionalità e la preparazione del sommelier. Ma questi problemi non si risolvono certo con l’attuazione di un disegno di legge quale quello in esame. Che per di più obbliga addirittura alla istituzione di corsi universitari per sommelier con ulteriori ingenti spese a carico dello Stato quando si stanno giustamente abolendo decine di corsi di laurea in tutte le università italiane.
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