Daniele De Lucia - Blue Note

Daniele De Lucia - Blue Note

Sommelier al lavoro
di Giordana Talamona
14 marzo 2012

“A ventisei anni di strada ne ha fatta e ancora tanta ne ha da fare” dice di lui Valentina Demita, Maître del Blue Note di Milano, il tempio della musica jazz dove Daniele De Lucia lavora dal 2005. La sua crescita professionale al Blue Note è stata senza sosta, passando in pochi anni dal ruolo di cameriere, a quello di chef de rang, sino a raggiungere la prestigiosa qualifica di sommelier...

Daniele De Lucia

Tratto da Viniplus di Lombardia N°2 - Marzo 2012

...“posizionandosi, in questo modo, tra le figure di maggior importanza e riferimento del locale” spiega la responsabile. Non ultimo, Daniele De Lucia si è classificato al concorso “Miglior sommelier della Lombardia 2011”.

Che tipo di clientela arriva al Blue Note?

Non esiste uno standard preciso, perché i clienti cambiano in base all’artista che si esibisce sul palco. Possono esserci persone di età piuttosto alta o giovani intorno ai venticinque anni, intenditori di vino o neofiti che hanno voglia di farsi guidare nella scelta di una bottiglia. In base a questo, cambia il mio approccio con loro.

In che modo?

Uno dei principi che mi hanno insegnato al corso AIS, e che applico nel mio lavoro, è quello di essere un po’ psicologo. Cerco, quindi, di intuire le esigenze di chi mi sta davanti. Qualche cliente “difficile” può sempre capitare.

Come li affronta?

Occorre essere sempre molto cortesi, ma altrettanto sicuri della propria competenza, cercando di rimanere in equilibrio tra la necessità di non scontentarli e la consapevolezza della propria professionalità.

Ha un aneddoto in proposito?

Più d’uno, ma ricordo in particolar modo un cliente che mi fece portare indietro ben due bottiglie, adducendo, nel secondo cambio, una non meglio precisata insoddisfazione. Riteneva che il vino non fosse all’altezza delle sue aspettative, nonostante l’avesse scelto lui, criticando a più riprese la nostra carta dei vini. Cosa fece in quell’occasione? Gli consigliai di cambiare genere, passando dal Nebbiolo, che aveva scelto, a un vino siciliano di cui gli spiegai le caratteristiche organolettiche. Che vino era? Si trattava del Ribeca Firriato, da 100% Perricone, un vino rotondo, con profumi di confettura, spezie marcate, che riempie meravigliosamente la bocca. Il cliente però continuava a rimanere scettico, criticando il suggerimento.

E infine, gli piacque il vino?

Ne rimase letteralmente conquistato, ma non si scomodò a dirmelo. Una volta assaggiato fece un enorme sorriso che mi riempì d’orgoglio, ma non ammise che gli avevo suggerito un vino di suo gradimento. Su quel tavolo da quattro, a fine serata, c’erano ben tre bottiglie vuote. Direi che i signori avevano gradito. Recentemente, mi è capitato un altro cliente che, al contrario, ha manifestato pienamente la sua soddisfazione.

Ci racconti.

Per la serata più importante del Blue Note, il Gran Galà di San Silvestro, avevamo un menu guidato di sei portate, con un vino diverso per ogni piatto. Il cliente in questione, al momento della prenotazione, era piuttosto scettico sulla riuscita degli abbinamenti, tanto che volle parlare direttamente con me, per avere spiegazioni in merito. A fine serata non solo si disse pienamente soddisfatto, ma qualche giorno dopo rinnovò il suo apprezzamento scrivendomi una e-mail nella quale si complimentava per la scelta degli abbinamenti.

Com’è il rapporto tra vino e musica?

Sono entrambe due forme d’arte, che possono completarsi a vicenda. È come se viaggiassero su una stessa linea: il 50% di una serata è musica, l’altra metà è abbinamento tra cibo e vino.

Daniele De LuciaIn base alla musica e al musicista che si esibisce, ha notato una diversa sensibilità al vino da parte della clientela?

Certo, la piacevolezza della musica più modificare lo stato d’animo delle persone e quindi le proprie scelte. Ho notato che quando il livello dell’artista raggiunge alte vette, da squisiti intenditori, la clientela è più rigida sui vini, si lascia difficilmente consigliare. È come se avesse già le proprie convinzioni, sia per la musica che per il vino.

Nel 2011, dopo pochi mesi dal conseguimento del diploma, ha partecipato al concorso “Miglior sommelier della Lombardia. Cosa le ha lasciato quell’esperienza?

La voglia di riprovarci, rinnovando in me la consapevolezza di quanto, questo lavoro, sia in continuo divenire. Non ci si può fermare mai, l’aggiornamento dev’essere continuo. È entusiasmante l’idea che questo lavoro saprà darmi sempre nuovi stimoli. Anche per questo l’ho scelto.

Chi è?

Daniele De Lucia, milanese, classe 1985, ha conseguito a Saronno il titolo di Ragioniere, Perito Commerciale e Programmatore Informatico. Il lavoro da ragioniere non fa per lui, così inizia a lavorare come cameriere in alcuni ristoranti della provincia di Milano. Nel 2005 entra al Blue Note, prima come cameriere extra, poi come dipendente a tempo indeterminato, arrivando alla posizione di chef de rang. Divenuto sommelier, partecipa al concorso “Miglior sommelier della Lombardia”.

IL VINO LOMBARDO PREFERITO

Valtellina Superiore Grumello Ortensio Lando 2008, Luca Faccinelli

BLUE NOTE

Via Borsieri, 37, Milano, 02.69016888, www.bluenotemilano.it, info@bluenotemilano.com. Chef: Domenico Magistri. Chiusura: il lunedì. Specialità: cucina mediterranea internazionale.

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

I commenti dei lettori

Daniele De Lucia
14 marzo 2012 - 19 29
Daniele De Lucia

Sono davvero onorato ed emozionato!!
Grazie AIS