La zonazione come strumento di programmazione per la viticoltura di un territorio

La zonazione come strumento di programmazione per la viticoltura di un territorio

Territori
di Paola Lapertosa
23 agosto 2021

Per la rassegna WHO - Who Host Opinion - Gabriele Picchi, enologo e volto noto di AIS Lombardia, ha affrontato un argomento tecnico sconosciuto ai più, ma fondamentale per migliorare la conoscenza dei fattori che determinano la qualità di un vino.

Proprietario dell'omonima cantina a Casteggio e direttore della Cantina Cooperativa Torrevilla, una delle più importanti realtà vitivinicole dell'Oltrepò Pavese, Gabriele Picchi è una di quelle personalità del mondo del vino che hanno contribuito ad approfondire la conoscenza del settore e a diffonderla in diversi contesti.

Gabriele PicchiPer la rassegna WHO ha cercato di far chiarezza sui fattori che determinano le caratteristiche sensoriali di un vino, con un focus speciale sull’ecosistema viticolo, un universo molto eterogeneo alla cui composizione concorrono diversi elementi: i vitigni allevati, i portinnesti utilizzati, il clima, i terreni e le innumerevoli scelte operate dall’uomo. Questo ecosistema così particolare crea automaticamente sottozone anche molto differenti una dall’altra, pur all’interno di un areale anche di modeste dimensioni, che permettono di prendere decisioni che si basano su evidenze scientifiche. Ecco quindi che la zonazione diventa uno strumento fondamentale per la programmazione viticola di un territorio.

Da dove partire quindi se non da un po’ di teoria per entrare nel vivo di questa tecnica? Gabriele spiega che zonazione significa dividere i territori viticoli in sottozone mappando il territorio per individuare le aree di omogeneità al suo interno: anche a pochi metri di distanza, infatti, il clima può variare, il suolo può avere composizione diversa e le condizioni pedoclimatiche possono essere differenti, influenzando in maniera significativa il carattere di un vino. Questa pratica viene applicata da Gabriele all’area su cui insistono i vigneti di proprietà di Torrevilla e quelli dei conferitori delle uve per esprimere al meglio le potenzialità del territorio e portare in bottiglia solo il più vero e autentico Oltrepò Pavese, un territorio di oltre 1000 km2 racchiuso tra le province di Alessandria e Piacenza e formato da 4 valli principali che si aprono a ventaglio sulla breve fascia pianeggiante che accompagna il fiume Po.


Sono 4.727 gli ettari totali dell’area di studio in cui quelli vitati sono 1192 ha (il 25% del totale) e quelli di pertinenza della cantina sono 603 ha (più del 25%). Gli appezzamenti coltivati sono distribuiti a macchia di leopardo nel vasto territorio ascrivibile alla denominazione. Dallo studio di elementi come l’altimetria, l’esposizione, l’acclività - ossia la pendenza – e i suoli nascono mappe che possono sovrapporsi a quella geografica per individuare macro-aree con le medesime caratteristiche e punti di confine. Per ogni terreno sperimentale si esegue un profilo pedologico rappresentativo e si redige una scheda tecnica riportante la descrizione del paesaggio o dei caratteri stazionali (altimetria, esposizione, pendenza, etc), la descrizione del profilo pedologico e dei caratteri degli orizzonti genetici, le analisi chimiche su ciascun orizzonte genetico e la stima di alcune proprietà derivate o dei caratteri del suolo.

Da tutte queste schede sono emersi innumerevoli suoli che, se fossero stati analizzati a livello macroscopico, sarebbero risultati omogenei. 5 sono i suoli principali caratterizzanti il territorio viticolo da cui provengono le uve trasformate dalla cantina (con una produzione media annua di 3 milioni di bottiglie): suoli su depositi alluvionali molto profondi, suoli su depositi marini calcarei moderatamente profondi, suoli su depositi gessosi superficiali, suoli su depositi arenacei profondi, suoli su depositi marini argillosi superficiali o profondi.

In conclusioneAnche il clima gioca un ruolo determinante nella zonazione, così come il recupero dei dati meteoreologici negli ultimi 20 anni durante le fasi fenologiche del ciclo della vite in modo da avere uno storico che permetta di conoscere temperature, precipitazioni, risorse termiche e relativi indici Winkler (somma termica di tutte le temperature medie giornaliere superiori a 10 °C nel periodo vegetativo della vite) che danno un’idea delle migliori varietà da coltivare, la radiazione solare globale media annua e le caratteristiche idrologiche dei suoli, con un focus sullo stress idrico della pianta.

L’indagine pedologica e quella climatica hanno dato vita a una carta di areali omogenei considerando i fattori fino a qui analizzati attribuendo a ciascun territorio di 0,09 ettari tre criteri diagnostici organizzati con un codice numerico a tre cifre:

  1. clima: 2 classi termiche, ossia 1 (fresco) oppure 2 (caldo);
  2. geologia: 5 classi geologiche, ossia 1 (suoli su depositi alluvionali molto profondi), 2 (suoli su depositi marini calcarei moderatamente profondi), 3 (suoli su depositi gessosi superficiali), 4 (suoli su depositi arenacei profondi), 5 (suoli su depositi marini argillosi superficiali o profondi);
  3. morfologia: 3 classi di pendenza, ossia 1 (lieve o moderata pendenza, < 15%), 2 (forte pendenza, 15-45%), 3 (estrema pendenza, > 45%).

Dalla carta ottenuta si evince che aree anche lontane tra loro possono avere caratteri comuni mentre aree che sono anche confinanti possono avere caratteristiche molto diverse. Questo processo ovviamente non ha sostituito l’antica sapienza contadina, ma ha fornito elementi scientifici ancora più precisi che garantiscono di ottenere uve di qualità sempre migliori.

Applicazione praticaDa queste aree omogenee l’azienda Torrevilla estrapola le caratteristiche che forniscono il valore aggiunto al vitigno da coltivare: valutando i diversi parametri ottenuti si possono dare giudizi di vocazionalità del territorio per uve tardive (come croatina e cabernet), medio-tardive (barbera e syrah), medie (cortese, merlot e uva rara), medio-precoci (pinot nero vinificato in rosso, moscato, riesling, chardonnay e sauvignon blanc) e precoci a base spumante (come pinot grigio, pinot nero vinificato in bianco, moscato, riesling, chardonnay e sauvignon blanc), seguendo mappe colorate dove ogni colore indica le zone meno, mediamente e più vocate.

Per gestire questi dati è stato creato un software interattivo, Abaco Farmer, con cui si possono anche effettuare rilievi direttamente sul campo relativi al grado di maturazione delle uve o alla loro sanità per avere, anno dopo anno, dati tecnici anche sulla vendemmia.

Dall’esempio di applicazione pratica di come viene usato il software si capisce davvero come questo progetto di zonazione sia oggi giunto a pieno regime, dopo diversi anni di rilevazioni, studi e ricerche. Torrevilla è riuscita quindi a tracciare un identikit ancora più preciso e dettagliato del territorio, profilando precisamente ogni vigna per fornire indicazioni chiare e univoche sui metodi colturali da impiegare per ricavare solo la migliore uva.