Dici Gavi, dici...

Dici Gavi, dici...

Degustando
di Susi Bonomi
12 settembre 2013

Ottenuto da vitigno cortese in purezza, in un territorio di confine tra pianura e collina compreso tra Piemonte e Liguria, il Gavi è il primo vino bianco piemontese a fregiarsi della DOCG dal 1998

Degustazione GaviÈ soprattutto in questa zona che il cortese riesce a esprimersi al meglio, con le sue note floreali, la sua spiccata acidità e mineralità. Sicuramente un vino che si presta a essere consumato in gioventù, ma che con la nuova tipologia riserva, introdotta da pochi anni, può riservare piacevoli sorprese.

Nonostante si ritenga che già ai tempi dei romani fosse attiva la produzione di vino, la prima testimonianza scritta della presenza della viticoltura a Gavi si fa risalire al 3 giugno 972, data apposta su un documento papale che sancisce il passaggio di alcuni terreni, boschivi e vigneti, da una famiglia all’altra. Attualmente la denominazione comprende 11 comuni, un’estensione di circa 1500 ettari dai quali, soprattutto piccoli produttori, si ottengono 12 milioni di bottiglie, per il 70-80% esportate negli USA, Inghilterra, Germania, Giappone e Russia.

Fino agli anni Sessanta il cortese era coltivato per la sua robustezza e la sua produttività, per approvvigionare le grandi case spumantistiche Martini, Gancia e Cinzano che lo utilizzavano per ottenere la base di spumanti e vermouth. Spostati gli interessi di tali case verso i più economici prodotti dell’Oltrepò Pavese, la zona del Gavi attraversa un periodo di crisi che si dissolve quando il grande Mario Soldati comincia ad elogiare le doti del Cortese di Gavi, che diventa ben presto sinonimo di una ben identificata tipologia di vino bianco. Parallelamente, un’oculata selezione massale, per esaltare al massimo il carattere varietale del vitigno, accompagnata ad una drastica riduzione delle rese, ha consentito al Gavi di ottenere i meritati riconoscimenti. 
Dimostrazione di ciò è la collocazione medio-alta assegnata alle decine di etichette dei produttori appartenenti al Consorzio di Tutela del Gavi, tra le quali è stato eletto, da un panel di degustatori ufficiali AIS, il miglior prodotto 2012 che sarà imbottigliato in una bottiglia speciale per festeggiare il ventennale dalla nascita del Consorzio. Tutto ciò è stato possibile grazie all’enologo Francesco Bergaglio, presidente dell’Associazione commercianti ed esercenti gaviesi, incaricato della promozione della DOCG legata al territorio e che ha selezionato, per questa occasione, diverse tipologie di Gavi, fra le quali alcune veramente sorprendenti.


Ecco i vini in degustazione.

Metodo Charmat - Roverello Brut 2012 - Broglia Gian Piero Az. Agr.

Fresco e giovane, con accenni di lievito, risulta abbastanza cremoso con una spuma ben amalgamata.

Metodo Classico Vendemmia 2010 - Magda Pedrini Az. Agr.

Sosta 18-24 mesi sui lieviti per questo prodotto ancora giovane e non ancora ben equilibrato,  ma con spiccata mineralità dovuta alle caratteristiche del terreno. L’ideale sarebbe riprovarlo fra qualche anno.

Gavi DOCG 2012 - Grifone delle Roveri – Bergaglio Cinzia Az. Agr.

È il cru della denominazione questo Gavi che mostra tutte le caratteristiche del vitigno: sapido, con una buona acidità ancora un po’ aggressiva.

Degustazione GaviGavi DOCG 2011 - La Chiara Az. Agr.

Con un anno di invecchiamento in più rispetto al precedente, subisce un affinamento sur lie che gli conferisce maggiore complessità, lasciando trasparire i primi caratteri della tipologia riserva ancora non dichiarata in etichetta.  

Gavi DOCG 2011 Riserva - La Mesma Az. Agr.

La tipologia riserva prevede una resa inferiore del 30% rispetto alle tipologie fermo, frizzante e spumante; ciò conferisce a questo prodotto una buona complessità dovuta all’affinamento sulle fecce, con una freschezza ancora presente.  

Vigneto di Cortese Le Zucche- Vendemmia 2002 - Roberto Ghio  Az. Agr.

Con questo prodotto inizia l’escalation per scoprire le potenzialità d’invecchiamento di questo vitigno. Vinificato con macerazione sulle bucce per 15 giorni, è un prodotto difficile da capire, con note legate al racio, di ossidazione dovuta all’evoluzione che tanto apprezziamo nei vini francesi ma che non siamo ancora abituati a trovare nei nostri vini.

Gavi DOCG 2000 – Vigneto Groppella - La Chiara Az. Agr.

Prodotto molto particolare, fermentato in barrique, presenta note molto dolci sia al naso che in bocca. 

Gavi DOC 1995 – Morgassi Superiore Az. Agr.

Terminiamo la degustazione con questo Gavi di ben 18 anni. Solo affinamento sulle fecce, stile Chablis, al naso presenta sentori di marmellata d’arancia, mandarino, albicocca e una punta di timo. Acidità ancora presente, snello ma allo stesso tempo potente, con una complessità incredibile e molto persistente.


Perciò, se vi trovate a passare da Gavi, non dimenticatevi di cercare qualche vecchia annata, dimenticata magari in cantina, che sicuramente non potrà che emozionarvi.

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