Professione Relatore. Nicola Bonera

Professione Relatore. Nicola Bonera

Sommelier al lavoro
di Camilla Guiggi
14 novembre 2013

A tu per tu con Nicola Bonera. Miglior Sommelier d’Italia 2010 e relatore carismatico. Chi è? “Un mancato cameriere!” ci risponde ridendo. Trentaquattro anni, metà trascorsi nel mondo del vino, ci spiega come è iniziata la sua carriera e la sua visione della figura di relatore

Nicola BoneraBresciano, classe 1979, divenne sommelier quasi per caso. Ancora sedicenne, mentre frequentava l’Istituto Alberghiero Caterina De’ Medici di Gardone Riviera (BS) per diventare tecnico dei servizi ristorativi, incoraggiato dai professori nel 1996 s’iscrisse al concorso Miglior Sommelier Junior delle scuole alberghiere italiane. In classe erano solo in sei a seguire il cosiddetto “Indirizzo Sala”; nessuno, tra i suoi compagni, aveva il coraggio o la faccia tosta di partecipare, ma lui decise di buttarsi, di andare allo sbaraglio, senza quasi la minima preparazione. Il primo risultato non fu soddisfacente (ultimo posto), ma il giovane Nicola non si abbatté. Anzi, spinto da un desiderio di rivalsa, decise di approfondire quel mondo ancora sconosciuto e nel 1997 si aggiudicò il titolo di “Miglior Sommelier Junior”. Da allora non si è più fermato, ha deciso di frequentare i corsi AIS diplomandosi sommelier nel 1999; nello stesso anno ha conseguito la prima abilitazione come relatore AIS, diventando così uno dei più giovani relatori d’Italia. La sua voglia di mettersi alla prova l’ha spinto a cimentarsi in vari concorsi, vincendo il titolo di Miglior Sommelier di Lombardia nel 2002, quello di Novello Sommelier del Triveneto e della Lombardia nel 2005 e, nello stesso anno, il riconoscimento “Innovazione nella professione”, istituito da Villa Sandi e AIS. E ancora: il Master del Sangiovese nel 2006, Miglior Sommelier d’Italia nel 2010, Ambasciatore del Metodo Classico nel 2012 e, infine, Master Nebbiolo quest’anno. Nicola Bonera è poi una figura di rilievo all’interno della delegazione di Brescia: organizzatore di eventi, serate e seminari, ricopre, infine, a livello regionale, il ruolo di Responsabile dei Concorsi per Ais Lombardia. Ma come è iniziato la sua carriera? Dal 1999 al 2002 è sommelier in più ristoranti. Gestione della carta dei vini, della cantina del giorno e il normale rapporto con i clienti: insomma, la classica figura di sommelier così come descritta dai testi Ais. Ma la routine non faceva per lui. E anche qui il destino ci ha messo lo zampino. Una cliente abituale del ristorante, che era professoressa in un Istituto Alberghiero, rimasta impressionata dalla sua capacità dialettica e dalla passione con cui spiegava e consigliava i vini, gli propose delle collaborazioni come docente per parlare ai ragazzi della sua passione. Il lavoro del ristorante ormai gli stava stretto e con l’incoscienza giovanile, sul finire del 2002, lasciò il posto fisso e si mise in proprio, senza nessuna certezza. Non sapeva ancora come sarebbero andate le cose, ma decise di seguire l’istinto, un po’ come si fa anche nella degustazione dei vini. «Ho avuto fortuna. I contatti sono arrivati presto e anche i primi apprezzamenti. Il complimento più frequente, questa è forse la cosa più gratificante, riguarda la passione che dicono io trasmetta durante le serate e le degustazioni che conduco». Il suo segreto, se così si può dire, è tutto qui: una parlantina sciolta e la capacità di sdrammatizzare un argomento che qualcuno, talvolta, prende troppo sul serio. Il vino è passione, gioia e convivialità. Adesso è un libero professionista, un “wine consultant”: segue due ristoranti, offre la sua esperienza sia a livello pratico sia come comunicatore, soprattutto in Italia, ma ultimamente è stato chiamato anche in Francia.CO

Sei relatore da circa quattordici anni. Possiamo dire che ormai hai una certa esperienza. Secondo te quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere questa figura?

Il relatore deve avere carisma, una buona conoscenza della materia, una buona capacità espressiva e, sicuramente, una buona memoria. All’inizio della mia carriera ho cercato di far mie frasi o espressioni di relatori che mi avevano colpito, come Luciano Merlini o Sandro Sangiorgi (fondatore di Porthos ndr); con quest’ultimo, in seguito, ho collaborato nella conduzione di alcune serate. Sandro Sangiorgi mi ha spinto a vedere il vino come un qualche cosa in grado di trasmettere emozioni, e non solo come un semplice prodotto da giudicare. Il relatore deve anche essere capace di sdrammatizzare e far capire che il vino non è solo cultura, ma soprattutto piacere e divertimento. A volte ci si dimentica che per molti corsisti le lezioni arrivano dopo una lunga giornata di lavoro; vogliono, sicuramente, ascoltare una persona preparata, ma anche qualcuno che gli trasmetta emozioni su quell’argomento. Le ore che passano al corso devono essere una pausa piacevole che gli faccia venir voglia di continuare nel percorso formativo. È poi importante essere umili, soprattutto per quanto riguarda la degustazione. Sono solito dire, durante la valutazione dei vini, che non ci sono certezze ma scambi di opinioni. I corsisti vanno anche gratificati; bisogna trasmettergli sicurezza, far vedere che, con un po’ di allenamento, degustare un bicchiere di vino, individuare profumi e sensazioni, non è difficile.

Nicola Bonera Miglior Sommelier d'ItaliaCome gestisci le cosiddette domande “scomode”?

In ogni platea si possono trovare persone che fanno domande non pertinenti o che possono mettere in difficoltà, per vari motivi, un relatore. L’importante è saper gestire la sala; le domande che tendono a monopolizzare l’attenzione del relatore, con un po’ di esperienza, vanno sapute gestire, magari con un sorriso o una battuta scherzosa. Se ci chiedono pareri troppo specifici su aziende, soprattutto su produttori di cui non si apprezzano i vini, io consiglio di rimanere sul vago.

Cosa ti senti di consigliare ai giovani o futuri relatori?

Difficile a dirsi. Sicuramente scegliere una lezione che piaccia; è più facile parlare di un argomento che sentiamo nostro, almeno per iniziare. Oltre a questo si dovrebbero tenere in considerazione i “bisogni dell’associazione” e non per ultimo la difficoltà dell’esame. Per i neo relatori, un consiglio che mi sento di dare è di adattare la lezione alla tipologia della sala. Bisogna saper capire subito che platea abbiamo davanti, conquistarli fin dal primo momento e cercare di trasmettere delle conoscenze che derivano da un’esperienza diretta. Magari con un aneddoto sulla zona o su un vino di cui stiamo per parlare. Il relatore deve essere in grado di condurre lui la serata, puntando su argomenti o areali, soprattutto all’inizio, che conosce bene. Se il corsista, infatti, percepisce la tua sicurezza su alcuni argomenti tende a pensare che anche su altri avrai la stessa preparazione. I concorsi, inoltre, non sono da sottovalutare. All’inizio della lezione, il direttore presenta il relatore, cita premi vinti o altre abilitazioni, che servono un po’ da cornice. Questa presentazione, a volte lusinghiera, può aiutare a far perdonare qualche piccolo errore, che si può commettere, per vari motivi, durante la lezione.

Consiglieresti, quindi, di cimentarsi nei concorsi?

Perché no! Il “concorso” va vissuto come una prova, a volte va bene e altre può andar male. L’importante è non prendersela. Si può vincere e si può arrivare ultimi, è capitato anche a me e di certo non mi sono fermato. Bisogna studiare e prepararsi per queste competizioni. Io sono fortunato, da un certo punto di vista, ho un’ottima memoria che mi aiuta a fare collegamenti. Mi basta leggere una volta, prendere un paio di appunti e questo è sufficiente per memorizzare il tutto. Recentemente nei concorsi si presentano poche persone e non so il perché. È un vero peccato! Molti dei miei amici/colleghi, li ho incontrati e conosciuti in queste occasioni, ad esempio Ivano Antonini, Katja Soardi, Savino Angioletti, Luca Gardini, Roberto Anesi e molti altri.

Prossimi traguardi?

Domanda difficile. Magari altri concorsi. Forse potrebbe essere il Gran premio Sagrantino o altre competizioni a livello internazionale. Un locale mio, non so, ma sicuramento resterò nel mondo del vino! Non sono una meteora, come molti che hanno vinto e poi non si sono più visti. Nel mondo del vino ci sono da 17 anni!

Fonte foto in Home Page: www.aisnapoli.it

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I commenti dei lettori

Amatore Fabio Ronchi
13 luglio 2014 - 11 15
Amatore Fabio Ronchi

Ho avuto la fortuna di assistere a 3 lezioni condotte da Nicola e posso confermare tutto cio che è stato detto in questo articolo e sinceramente spero di poter ripercorerre le sue orme diventando molto piu di quel che sono ora. Un sincero "in bocca al lupo" x Nicola che il cielo della tua carriera si colori di numerosissime stelle.

Mauro Ghitti
16 novembre 2013 - 10 31
Mauro Ghitti

Ciao.
Seguo Nicola ormai da molto tempo e spero di continuare a farlo. Un relatore superbo e carismatico capace di trasmettere passione a 360 gradi su tutto, cibo o vino che sia. Ho imparato molto da Lui e penso sia la cosa più gratificante. Un " in bocca al lupo" per la sua carriera, con la speranza di potermi avvicinare sempre più, e in modo professionale, a questo mondo.

Ghitti Mauro

Mauro Ghitti
16 novembre 2013 - 10 19
Mauro Ghitti

Ciao.
Seguo Nicola ormai da molto tempo e spero di continuare a farlo. Un relatore superbo e carismatico, capace di trasmettere passione a 360° in ogni cosa, cibo o vino che sia. Ho imparato molto da lui e penso sia la cosa più gratificante! Un "in bocca al lupo" per la sua carriera con la speranza che anch'io possa avvicinarmi sempre più, e in modo professionale, a questo mondo.

Ghitti Mauro