Jean Valenti - Memorie di un vecchio sommelier

Jean Valenti - Memorie di un vecchio sommelier

Bloc-notes
di Céline Dissard Laroche
13 ottobre 2015

Jean Valenti è un’icona per i sommelier: classe 1923, comincia l’attività come Sommelier in Francia nel 1939, nel 1965 è fondatore dell’Associazione Italiana Sommelier e diventa successivamente Chevalier du tastewin. Un pioniere, insomma, che può vantare una lunga e gratificante attività professionale. Ma la sua biografia, raccolta nel libro di recente pubblicazione “Jean Valenti - Memorie di un vecchio sommelier” non si limita a dar conto di questa attività

Jean Valenti. Memorie di un vecchio sommelierJean Valenti è un’icona per i sommelier: classe 1923, comincia l’attività come Sommelier in Francia nel 1939, nel 1965 è fondatore dell’Associazione Italiana Sommelier e diventa successivamente Chevalier du tastewin. Un pioniere, insomma, che può vantare una lunga e gratificante attività professionale. Ma la sua biografia, raccolta nel libro di recente pubblicazione “Jean Valenti - Memorie di un vecchio sommelier” non si limita a dar conto di questa attività.

Jean Valenti fa di meglio e di più, riuscendo a contenere, nel suo racconto, due storie. La prima è in realtà la Storia del Novecento, un “secolo breve” che ha conosciuto tragedie inenarrabili e sanguinosi scontri ideologici, guerre calde e fredde, fame e miseria, distruzioni totali e repentine rinascite. La seconda storia è quella di Jean, che quel secolo colmo di tragici eccessi lo attraversa tutto, mantenendo sempre uno sguardo smaliziato e realistico.

La migrazione in Francia della famiglia di origine bergamasca, l'incontro precoce e casuale con l’attività di Sommelier, lo scoppio della guerra che lo costringe ad abbandonare la famiglia e la Francia per tornare in Italia, la guerra sul fronte russo, i campi di prigionia sovietici, la fuga rocambolesca ed il travagliato ritorno a casa. E poi con il fiato degli eventi storici sul collo, di nuovo via, attraverso l’Europa, fino a incontrare di nuovo il destino; perché fare il sommelier, in quegli anni del dopoguerra, più che una professione sembra essere una predestinazione per Jean Valenti.

Che comincia a Londra, al Savoy Hotel, continua in Svizzera, a Sankt Moritz, per le Olimpiadi invernali del 1948, dove “c’erano più bottiglie di Champagne che abitanti” e dove, “dopo tanti anni di guerra e distruzione, non ci si risparmiava, né al lavoro né alle feste”. Ma il destino sembra compiersi definitivamente a Milano, dove approda al Savini, il ristorante in cui passerà gli anni migliori della sua attività professionale. Anni in cui Jean matura la consapevolezza del compito di comunicazione e promozione culturale che spetta al Sommelier, fino ad impegnarsi per costituire l’Associazione Italiana Sommelier nel 1965 e ad attivarsi direttamente nei primi corsi di formazione del neonato sodalizio. Con “Memorie di un vecchio sommelier”, Jean Valenti riesce a mettere la sua corposa biografia dentro pagine che scorrono veloci. Il racconto, condotto con un tono sempre asciutto ed essenziale, privo di iperboli narrative o di qualsivoglia accenno di retorica, coinvolge ed avvince. E, una volta concluso, ci lascia, quasi come la fine e prolungata persistenza dei migliori vini, la sensazione che Jean abbia delineato con la sua attività una etica del sommelier, fatta di amore per il proprio lavoro, di un indiscusso rispetto per chi il vino lo vuole conoscere e non solo consumare, di una passione forte e di una competenza altrettanto grande.

Jean Valenti. Memorie di un vecchio sommelier
Betonbook, 2015
76 pagine - 8 euro (disponibile presso l’AIS Nazionale) 

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