Acqui in bocca: va in scena il brachetto

Acqui in bocca: va in scena il brachetto

Degustando
di Camilla Guiggi
31 agosto 2009

Per il sesto anno consecutivo il Consorzio vini d’Acqui, in collaborazione con il Comune di Acqui Terme e Vinidea, ha presentato BRACHETTO TIME...

Per il sesto anno consecutivo il Consorzio vini d’Acqui, in collaborazione con il Comune di Acqui Terme e Vinidea, ha presentato BRACHETTO TIME, manifestazione dedicata al Brachetto, al territorio di appartenenza ed a tutta la filiera vitivinicola. L’evento si è svolto ad Acqui Terme il 29 e 30 agosto. Novità di quest’anno è l’organizzazione del convegno internazionale "Acqui in bocca!" in cui si è discusso di “Mercato e trend di consumo del Brachetto e dei vini aromatici nel mondo”; l’incontro si è svolto sulle colline di Acqui presso la prestigiosa residenza di Villa Ottolenghi.

Relatori, non solo italiani, per parlare di un prodotto così particolare e a volte non molto conosciuto. Alla tavola rotonda hanno partecipato alcune personalità del mondo del vino, con esperienze che le pongono al vertice delle rispettive competenze professionali, tra cui Paul Medder (Wine Intelligence di Londra), Pietro Rocchelli (Maurizio Rocchelli, Milano), Christian Eder (Vinum), Jorgen Aldrich (The Danish Sommelier), Enrico Viglierchio (Banfi), Gianni Zonin (Casa Vinicola Zonin), Matteo Pinna Berchet (Carrefour), Massimo Fiorio (Commissione Agricoltura, Camera dei Deputati) e Paolo Ricagno (Presidente del Consorzio Brachetto).

Questo “Vinum Acquense”, noto nell’antichità sia al tempo dei romani che al tempo di Gallesio, è un vino delle feste. Profumo accattivante, colore intrigante nasconde in sé un arcano segreto, Cleopatra lo usava per accendere gli ardori dei suoi amanti e sicuramente lo usò su Giulio Cesare e Marcantonio.



Ma oggi che posto occupa nel mercato vinicolo?

Il Brachetto come vino dolce e aromatico potrebbe trovare i maggiori estimatori in Danimarca e nel Regno Unito, Paesi che non producono vino ma dove c’è la tradizione di bere a fine pasto Porto e Sherry. Inoltre, dalle ricerche effettuate da Wine Intelligence, il Brachetto potrebbe trovare spazio anche negli USA soprattutto tra i consumatori giovani. Gli americani amano sperimentare, conoscere e il packaging potrebbe aiutare a facilitare le vendite. Il Brachetto è un vino dolce, aromatico di bassa gradazione alcolica e di facile beva, perché non provare a metterlo in lattina o comunque abbandonare la bottiglia di vetro a cui noi italiani siamo così affezionati?

Il vino dolce italiano più conosciuto all’Estero è l’Asti per poter esportare il Brachetto si deve farlo conoscere….ma anche in Italia il Brachetto ha bisogno di nuovi input. Da sempre è il vino delle feste, infatti, l’ottanta per cento delle vendite si ha nel periodo delle festività natalizie e pasquali. Si deve far capire al consumatore che con un dolce sia a metà pomeriggio che a fine pasto il Brachetto può trovare spazio sulle nostre tavole.

Si può anche pensare di usarlo come base nei cocktail e quindi all’ora dell’aperitivo.

Importante sarà anche il lavoro dei ristoratori soprattutto in questo periodo dove tutti sono “ossessionati” dal test dell’etilometro. Se non si inizia a servire un vino, soprattutto un vino da dessert, al bicchiere quante persone potranno permetterselo? Durante una cena al ristorante, dopo che si è già bevuto del vino e giunti a fine pasto, prendere una bottiglia da abbinare al dolce, anche se si fosse in quattro, risulta difficile.



Concludendo il Brachetto è vino dal profumo di rosa e fragolina di bosco, dal colore ammaliante, che ricorda il rubino più pregiato, che ben si abbina a una grande varietà di dolci o a macedonie. E’vino estremamente versatile, non releghiamolo a vino delle feste!



Santè

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