Appunti di viaggio: Garda... un classico! Terza Parte

Appunti di viaggio: Garda... un classico! Terza Parte

Degustando
di Davide Bonassi
12 luglio 2007

Il cerchio si chiude e da San Felice del Benaco, dopo una ventina di minuti trascorsi tra le curve della strada che a mezzacosta punta a sud, passando per Polpenazze, si arriva a Lonato...

Il cerchio si chiude e da San Felice del Benaco, dopo una ventina di minuti trascorsi tra le curve della strada che a mezzacosta punta a sud, passando per Polpenazze, si arriva a Lonato.
Su un cucuzzolo strategico già all'epoca delle battaglie risorgimentali combattutte nella sottostante piana di San Martino per l'appunto della Battaglia, e dove Vittorio Emanuele futuro Re d'Italia si acquartierò, si trova l'Azienda Agricola La Spia d'Italia (www.spiaditalia.it). Si è accolti dal Dott. Andrea Guetta che invita ad accomodarsi nelle belle sale del ristorante annesso alla cantina. In verità l'Azienda offre non solo ristorazione, ma anche un circolo ippico e in futuro possibilità di pernotto. I vini, ca va sans dire, sono provati in abbinamento alle portate previste per il pranzo. I prezzi che riporteremo sono da intedersi praticati al privato in cantina.
Apriamo con il Garda Brut della casa, un 100% Chardonnay metodo Charmat dal bel naso fruttato, in specie mela golden e pesca matura. Rotondo in bocca, brut non estremo, chiude piacevolmente agrumato. A tenergli testa arrivano trota salmonata, un delizioso luccio con spianaci e aole fritte. La discussione verte sulla ricerca della qualità già in vigna e di come questo obiettivo costi in termini di maggior necessità di manodopera. Ad esempio, rispetto al passato quando il mese di luglio e agosto antecedenti la vendemmia erano relativamente poco impegnativi in quanto ci si limitava ai trattamenti protettivi oggi sono mesi di intenso lavoro, data la necessità di sfogliare e diradare per avere uva di qualità e sana diminuendo al contempo il ricorso ai trattamenti. Arriva il primo, un risotto con verdure e pescato di lago. Nel bicchiere scende San Martino della Battaglia Bianco dell'Erta 2005, alla cassa non più di € 4,50 . Tocai in purezza, vinificato e maturato in acciaio, proviene da uve coltivate su un pendio dalle pendenze in passato impegnative per le bestie da soma che si tiravano il collo per scalarlo, oggi banco di prova per ciclisti professionisti (si ricorda il passaggio anche del Giro d'Italia) e coraggiosi pedalatori della domenica. Giallo dorato, intenso fruttato e floreale, morbido e lungo in bocca con finale che richiama la polpa dell'acino d'uva e il melone. Si parla della Doc San Martino, accorpata al Consorzio Tutela Garda Classico. In tutto sono 30/40 ettari con solo tre/quattro aziende a rivendicarne la maggior parte. Insistendo su territori facenti parte anche della Doc Lugana il Tocai ha avuto partita persa fin dall'inizio e oggi, se trova ancora spazio, lo trova soprattutto nelle zone collinari in prossimità della torre di San Martino, sull'altopiano di Brodena e nei dintorni di Pozzolengo dove le condizioni sono ideali per esaltarne le qualità. Arrivano i formaggi, più di un orologio, si scandiscono quasi tutte le 24 ore. Si parte da robiole, passando per scaglie di Bagosso si approda ad erborinati (Gorgonzola piccante, Gorgonzola dolce e Stilton) e si chiude con un erborinato di capra. Per i primi giri di lancetta l'abbinamento proposto poggia sul Garda Classico Rosso Superiore 2000. Un vino tra i €9,50 dell'annata 1999 e i €7,50 dell'annata 2001. Non cercate il 2002 e il 2003 in quanto non prodotte. Maturato per 2 anni in botti grandi di rovere, al naso presenta note di more e ciliege in confettura, fieno, spezie e richiami al tabacco. Austero, di giusto corpo, PAI lunga con retrogusto di ribes nero. I formaggi bastano ma non può il pensiero non correre allo spiedo bresciano: un rito declinato in una infinità di varianti da paese a paese. Sul Garda prevale l'utilizzo di una ricca varietà di carni di animali da cortile, tagliate in modo calibrato per essere portate a cottura contemporaneamente. Salvia e lombetti di maiale, in particolare coppa, completano la ricetta. Gli uccellini qui sono un optional. La brace è con legno di vite o, potendo, d'ulivo. Sugli erborinati il padrone di casa cala l'asso: Gefide 1999 San Martino della Battaglia VLQRPRD, dove per L si intende liquoroso. Per meno di 20 euro si porta a casa una bottiglia emozionante. Emozionante non solo nel bicchiere ma già dall'etichetta che ci ricorda come proprio nel 1999 un tal Luigi Veronelli nel tributare i 3 chapeaux a questo vino lo descriveva gefide, il diamante più brillante, e bugizio, particolare intesità di giallo. I passaggi, gli sforzi e la cura necessari per produrlo meritano di essere conosciuti visitando la cantina, come pure il profilo gusto-olfattivo merita la prova sul campo. Arrivano pure i dessert, uno strepitoso gelato alla ricotta e salsa di fichi (a proposito www.fattorialaregina.com per portare alle proprie dimore molti dei formaggi e il gelato qui citati) e un particolarissimo assaggio di favo al naturale. A chiudere un vino che non ti aspetti: Groppello Chinato, Inchino, prodotto in zona dall'Azienda Agricola La Guarda (www.laguarda.com). A chiudere un grazie doveroso al Presidente del Consorzio Tutela Garda Classico Paolo Turina, a Orietta Papini addetta alle pubbliche relazioni del Consorzio che hanno reso questo mio mercoledì 27 giugno, nelle tre tappe che vi ho descritto, davvero una bella giornata. Grazie a Cheryl Sullivan che è stata preziosa compagna d'avventura. Prosit!

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